On a raison de se révolter
On a raison de se révolter è il titolo del volume 3 di giardino project.
Comunicato stampa
On a raison de se révolter è il titolo del volume 3 di giardino project, che il 21 luglio 2023 ore 19.00 ospita gli interventi di Giulia Colletti, Curatrice dei Contenuti Digitali e Consulente alle Attività Collaterali presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, e Davide Sgambaro, artista in residenza presso il Nuovo Forno del Pane al MAMbo di Bologna. Echeggiando le istanze militanti e disobbedienti di Jean-Paul Sartre, Pierre Victor e Philippe Gavi, nel volume 3 ci si interroga sulle grammatiche di contestazione e sulle teorie di retroguardia della contemporaneità.
On a raison de se révolter prevede una lettura collettiva del minifesto del sociologo Boaventura de Sousa Santos, proposta da Giulia Colletti. Sfidando i grandiosi propositi dei manifesti modernisti, nel libro Epistemologie del Sud. Giustizia contro l’epistemicidio, 2009, il sociologo Boaventura de Sousa Santos prende le distanze dall’immaginazione politica occidentale e dalla teoria critica, elaborando piuttosto una pedagogia radicale ispirata alle pratiche di lotta e resistenza attuate da gruppi sociali che si oppongono alle oppressioni sistematiche causate dal colonialismo.
La lettura è concepita come un esercizio di decostruzione delle rappresentazioni fittizie che sottendono storicamente alle maggiori epistemologie eurocentriche, con un’attenzione a un costrutto geopolitico in particolare: il Mediterraneo. Abbracciando la nozione di filologia vivente di Antonio Gramsci – intesa come una pratica di riconoscimento attivo delle complesse e situate interazioni tra sfere di pensiero eterogenee – il tentativo è di mettere in questione l’interpretazione univoca del Mediterraneo e di concepire piuttosto le sue molteplici declinazioni come luoghi di superamento del pensiero abissale.[1]
La lettura collettiva è seguita dall’intervento No more blue tomorrows (spit) , 2023, di Davide Sgambaro con la performer Lavina Miglietta. Concepito come uno sciopero silenzioso e passivo, l’intervento invita a una riflessione sul rifiuto delle attuali e future generazioni a partecipare attivamente alla vita sociopolitica, producendo contro-intuitivamente una forma di risposta condivisa con il pubblico. Negli spazi di giardino project è inoltre allestita la serie di collage dal titolo Eroi #1, 2023. Lo strappo dell’etichetta PERONI diviene per Sgambaro un gesto apatico e morboso. La parola che l’artista compone espungendo alcune lettere suggerisce una forma di disillusione sul futuro e dischiude la drammaticità di un’azione all’apparenza innocua e arbitraria. Ne risulta un manifesto in cui “eroine” ed “eroi” sono in realtà coloro che giornalmente sopravvivono a conflitti di classe e identitari.
Biografie
Giulia Colletti (Palermo, 1993) è Curatrice dei Contenuti Digitali e Consulente alle Attività Collaterali presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Dal 2018 al 2021 è stata membro del board curatoriale della 19. Biennale des Jeunes Créateurs d’Europe et de la Méditerranée. È attualmente docente del corso in Curatela e Mediterraneo, Master di I livello in Pratica curatoriale e filosofia contemporanea del Mediterraneo, e del corso di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Triennale in Product Design & Comunicazione Visiva e Graphic Design & Media Digitali presso l’Accademia Abadir. Nel 2019 è stata Visiting Lecturerpresso The Glasgow School of Art. Ha tenuto conferenze presso istituzioni e università tra cui Kingston University, Londra; Columbia University (CAMS), New York; La Sapienza, Roma; Gallerie d’Italia Academy, Milano; IUAV, Venezia; NABA, Milano; Tec de Monterrey, Città del Messico; Università di Glasgow; tra le altre. Suoi testi e saggi sono apparsi su Flash Art, CURA., OnCurating tra gli altri.
Davide Sgambaro (Padova, 1989) è un artista che si è formato all’Università IUAV di Venezia. La sua pratica restituisce dinamiche di resistenza in risposta ai paradossi generazionali insiti nell’ordine sociale. Tra le mostre personali: Nope!, Galerie Alberta Pane, Parigi, 2022; Too much and not the mood, LOCALEDUE, Bologna, 2022;Feeling Fractional, 9 FrenchPlace, Londra, 2022; Kiss, kick, kiss, Istituto Italiano di Cultura, Colonia, 2021; Paesaggi eterni, SpazioSiena, Siena, 2019; White and black stripes and a red nose, Almanac Inn, Torino, 2019. Ha partecipato a premi, residenze e mostre collettive in Italia e all’estero come Nuovo Forno del Pane, MAMbo Bologna, 2023; Klemm’s Gallery, Berlino, 2023; Musei Civici di Spoleto, 2023; SUPERBLAST II, NAM Manifattura Tabacchi, Firenze 2022; Cantica 21, Ministero dei Beni Culturali, Ministero degli Affari Esteri, Roma, 2020-2021; Fondazione Monte dei Paschi di Siena, 2019; Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Poirino, 2015, 2018; Q-Rated con la Quadriennale di Roma e Castello di Rivoli, Torino, 2018; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, 2015. È uno dei vincitori del premio Pollock-Krasner Foundation, New York, 2023-2024. Il suo lavoro è presente nelle collezioni permanenti del Museo MAMbo di Bologna; Fondazione CRT Arte di Torino per GAM e Castello di Rivoli.
[1] Con la definizione “pensiero abissale”, Boaventura De Sousa intende una disposizione intellettuale, filosofica e politica binaria che invisibilizza forme di conoscenza indigene, contadine, femminili definite irrilevanti. Cft. Battiston Giuliano, Incontro con Sousa Santos, il Manifesto, 28 gennaio2009, https://www.