Open Veins
Open Veins (Vene Aperte) scava a fondo nelle ferite ancora aperte del colonialismo e dello sfruttamento delle risorse naturali in America Latina, esplorando le complesse relazioni tra potere, natura e società.
Comunicato stampa
Dal 5 dicembre 2024 al 23 gennaio 2025, PhMuseum Lab presenta “Open Veins” (Vene
Aperte), personale degli artisti Sarah Schneider, Stella Meyer, e Maximiliano Tineo. La
mostra scava a fondo nelle ferite ancora aperte del colonialismo e dello sfruttamento
delle risorse naturali in America Latina, esplorando le complesse relazioni tra potere,
natura e società.
La ricerca di Maximiliano Tineo parte da una leggenda. Nel XVI secolo, durante il
colonialismo spagnolo in Sudamerica, si diffuse il mito della Sierra de la Plata, una
montagna d’argento parte delle terre di un sovrano conosciuto come Rey Blanco (Re
Bianco). Per trovare il territorio pieno di infinite ricchezze gli avventurieri avrebbero
dovuto risalire il Rio de la Plata (Fiume d’Argento), da cui ha preso il nome la moderna
Argentina. Tineo segue le tracce di questi luoghi immaginari, stabilendo una linea di
connessione con due luoghi reali. Il primo è il Cerro Rico de Potosi in Bolivia, la più
grande miniera d’argento al mondo fino al suo esaurimento nel XIX secolo. Il secondo è
il Triangolo del Litio tra Argentina, Cile e Bolivia, dove si trova circa la metà delle riserve
planetarie del cosiddetto “oro bianco”, oggi elemento centrale per la transizione
energetica.
Il lavoro di Sarah Schneider e Stella Meyer muove invece da un villaggio, Puerto Guadal
in Cile, e da una legge che ne ha segnato l’esistenza: il Código de Aguas, varato nel
1973 dal generale Augusto Pinochet. Il Código, la cui genesi fu fortemente influenzata
da un gruppo di economisti neoliberali chiamati Chicago Boys, è ancora oggi in vigore:
l’acqua in Cile rimane un bene privato, soggetto al libero commercio. Intorno sorgono
compagnie energetiche straniere, società d’investimento, e aziende che imbottigliano
l’acqua proveniente dai ghiacciai, in un contesto di conflitto sociale e crescenti danni
ambientali. Una nuova costituzione rappresenta l'unica opportunità per deprivatizzare
l'acqua, ma finora tutte le proposte sono state respinte dai cittadini.
Argento, litio e acqua sono le materie prime al centro di queste ricerche che ci fanno
riflettere su dinamiche geopolitiche e ambientali più ampie, e su come queste siano
fortemente influenzate da una visione Eurocentrica nata in epoca coloniale. L’emisfero
sud veniva infatti allora rappresentato come terra nullius - una terra che non appartiene
a nessuno e da cui attingere infinite risorse. Questa filosofia, che ancora oggi influenza
la nostra percezione della natura, il dibattito sul progresso sostenibile e quello sulla
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distribuzione della ricchezza, è stata motore di cicli di violenze e soprusi che sembrano
ripetersi all’infinito, pur in circostanze e luoghi differenti. Ad accomunarli è una visione
dell’America Latina, e del pianeta più in generale, come bacino di risorse da estrarre,
privatizzare, sfruttare.
In Le vene aperte dell’America Latina (1971), il poeta e scrittore uruguayano Eduardo
Galeano raccontava il saccheggio delle risorse latinoamericane attraverso cinque secoli
di umiliazioni e povertà. Il realismo magico di The White King di Maximiliano Tineo e il
documentarismo contemporaneo di Yo bebo leche y agua di Sarah Schneider e Stella
Meyer sembrano dialogare con questo classico della letteratura, mostrandoci come le
vene aperte - vene ricche di minerali, di risorse naturali e umane - siano un tema ancora
estremamente attuale legato alla subordinazione economica, sociale e culturale su cui
stiamo costruendo il futuro.
Entrambi i lavori sono stati sviluppati nell’ambito della terza edizione di Criticae, la
masterclass di fotografia documentaria di PhMuseum condotta da Max Pinckers e Laura
El-Tantawy fra Ottobre 2023 e Maggio 2024.
L’ingresso è gratuito, senza prenotazione. La mostra resterà aperta giovedì 12 e 19
dicembre dalle 17.00 alle 19.00, o su appuntamento fino al 23 gennaio 2025.
Stella Meyer (1997, Austria) e Sarah Schneider (1996, Austria) attualmente risiedono ad
Hannover, in Germania. Dal 2020 studiano Visual Journalism and Documentary
Photography alla Hochschule Hannover. Insieme formano un collettivo di fotografe
documentariste che si concentra su questioni socio-politiche, con l'obiettivo di
visualizzare l'invisibile. I loro lavori sono stati pubblicati su giornali come Frankfurter
Allgemeine Zeitung e Der Spiegel Wissen, e sono state nominate per il True Picture e lo
Student World Report Award. Sono state invitate presso la World Press Photo Exhibition
di Oldenburg per raccontare il loro lavoro.
Maximiliano Tineo (1988, Argentina) è un artista visivo argentino con sede a Parigi,
Francia, e membro del Paris Print Club. Negli ultimi anni ha utilizzato la fotografia, il testo
e la pubblicazione indipendente di fanzine e foto-zine per esplorare l’assenza di radici, il
senso di appartenenza e il concetto di casa. Il suo ultimo progetto su questi temi,
"hearth", è stato selezionato e finalista in diversi concorsi e festival internazionali, ed è
stato vincitore del Boîte Book Award 2024. Il suo lavoro "El Rey Blanco" sarà pubblicato
dalla casa editrice francese DUNES, nel luglio 2025.