Oppy De Bernardo – Tutto è compiuto

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Informazioni Evento

Luogo
DISTURB
Corso Nazionale 131 ( primo piano), 84018 , Scafati, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

11.30 - 13.00 | 18.00 - 22.00 | lunedi chiuso

Vernissage
15/12/2012

ore 19

Artisti
Oppy De Bernardo
Curatori
Raffaella Barbato
Generi
arte contemporanea, personale

Tutto è compiuto, a cura di Raffaella Barbato, è l’atto ultimo di una riflessione visiva ingaggiata contro il sistema dei falsi valori, della falsa dottrina, della falsa morale: il simbolo della transustanziazione – rimando immediato alla resurrezione di Cristo- diventa materia che l’artista incide ricavandone sagome in cui raccontare il fallimento della società progressista. Immagini di morte, di guerre, di catastrofi storiche.

Comunicato stampa

Alla vigilia delle festività natalizie, lo spazio Di.st.urb. ritorna in Europa ospitando, eccezionalmente di sabato, la personale dell’italo-svizzero Oppy De Bernardo (Locarno, 1970) alla sua prima mostra in terra campana.

Tutto è compiuto, a cura di Raffaella Barbato, è l’atto ultimo di una riflessione visiva ingaggiata contro il sistema dei falsi valori, della falsa dottrina, della falsa morale: il simbolo della transustanziazione - rimando immediato alla resurrezione di Cristo- diventa materia che l’artista incide ricavandone sagome in cui raccontare il fallimento della società progressista. Immagini di morte, di guerre, di catastrofi storiche.

Alla luce di questo scavo, le parole che Cristo pronunciò poco prima di ispirare (Gv 19,30) e che danno titolo alla mostra, non manifestano più la coscienza del Salvatore d'aver eseguito fino in fondo l'opera per la quale era stato mandato in questo mondo; si ammantano piuttosto di una ineluttabilità nichilista, che sembra bandire ogni speranza e possibilità di riscatto.

Il materiale gioca un ruolo fondamentale ai fini della lettura dell’opera: il bianco dell'istallazione che domina cromaticamente l’ambiente/sistema creato, viene poi 'sporcato' dall’intervento di un graffitista, il cui 'gesto', diviene metafora di un atto di resistenza alle verità imposte e non gratuita blasfemia. Combinando insieme performance e attenzione al valore percettivo dei materiali, l’artista -in ossequio ai dettami dell’estetica relazionale- mira al coinvolgimento emotivo dello spettatore, facendo dell’opera d’arte un’occasione per interrogarsi.

OPPY DE BERNARDO (Locarno 1970). Dopo gli iniziali studi in Restauro e Pittura all'Accademia di Como, si trasferisce a Brera per seguire i corsi d'Arte Contemporanea a cura di Alberto Garutti.
Nel 2008 è tra gli artisti selezionati, per la XIV Edizione del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti di Como e vincitore nello stesso anno, del Premio Epson FAR (Fabbrica del Vapore, Milano). Nel 2009 è tra gli artisti presenti al R.o.R. Artist in Residence Program, Sempas, di Slovenija (SLO). La ricerca dell'artista è incentrata sull'analisi dei limiti percettivi della realtà ordinaria, attraverso cortocircuiti relazionali generati -dallo stesso- con la ricontestualizzazione di oggetti di uso comune.
Tra gli ultimi lavori espositivi ricordiamo le mostre collettive: Scacciapensieri, Ala Est, Museo Cantonale, Lugano(CH), curatore Elio Schenini 2012; Tu con quest’acque a rinfrescarlo impara, Antico Monastero delle Agostiniane, Monte Carasso (CH), curatore Jean-Marie Reynier, 2011; Frohe ussicht, con Aldo Mozzino, Samstagern (CH), 2011; Le personali: Fuoriclasse, GAM, Galleria d’Arte Moderna, curatore Luca Corizza, 2012; Lospite (e l’intruso), Studioi Ermanno Cristini, Varese, curatore Ermanno Cristini; Charly goes Art, Zentrum Karl der Grosse, Zurigo(CH) con Aldo Mozzino, curatore Adrien Rihs, 2011.

Di.st.urb. (Distretto di studi e relazioni urbane/in tempo di crisi), spazio dedicato alle arti visive annesso al circolo culturale Ferro3, si pone l’obbiettivo di attirare ed aggregare un ampio e diversificato gruppo, costantemente in fieri, di artisti, di critici e curatori, nonché di intellettuali
afferenti ad altri ambiti e discipline interessati al confronto con i linguaggi dell’arte, adottando una prospettiva globale, ma prestando la massima attenzione anche al territorio. Prima ancora che area espositiva, funzione che pure gli è assolutamente propria, esso va dunque inteso come un cantiere in cui soggettività differenti per formazione e vocazione concorrono nell’articolazione di un discorso sempre suscettibile di nuovi apporti e sconfinamenti, ma anche costantemente fedele a due linee-guida ben definite. Esse sono sintetizzabili nei termini di un’arte come esercizio di strenua messa in questione della sua stessa natura, nonché come pratica votata al continuo confronto con la dimensione socio-politica, il che, allo stato attuale, si traduce inevitabilmente nell’intreccio con i nodi costituiti dai molteplici volti - economico, ecologico, politico, sociale – della crisi mondiale in corso, che è in definitiva crisi irreversibile dei paradigmi sui quali da oltre due secoli si fonda la civiltà occidentale.