Orditi. Ico al Baradello
Esposizione temporanea a cura di Colombo Industrie Tessili e Slow Moon Art. In collaborazione con Slow Lake Como e Parco Regionale Spina Verde.
Comunicato stampa
Paola Alborghetti, Eckehard Fuchs, Valerio Gaeti, Yari Miele e Colombo Industrie Tessili
Esposizione temporanea a cura di Colombo Industrie Tessili e Slow Moon Art. In collaborazione con Slow Lake Como e Parco Regionale Spina Verde.
Viviamo in un mondo piatto e ingobbito su ombelichi molto privati. Un mondo che ha deciso di autolimitarsi, specchiandosi a ogni ora del giorno e della notte sulla superficie traslucida - e solo in apparenza seducente - degli schermi digitali. Ma l’alternativa è sempre possibile. Specie se a dirigere l’orchestra sono passione creativa, inesaurita fantasia e voglia di lavorare in gruppo a un progetto comune.
L’esempio viene da quattro artisti di varie generazioni, uniti da un’ideale sintonia e dalla comune attività in terra di Brianza, che intrecciano abilità e sguardi, tra passato e futuro, con la maestria di Colombo Industrie Tessili.
Il risultato è un’ipotesi espositiva che in sintonia con l’etimo della parola “poesia”, dal greco poiein ossia fare, prende forma in un percorso a suo modo radicale e controcorrente. Ecco il senso del titolo condiviso: ordito come sviluppo coerente che intreccia onde longitudinali e trasversali, seguendo lo sviluppo della torre che lo contiene.
E chi osserva è chiamato a partecipare, dato che il viaggio va inteso nel segno di quella estetica della ricezione i cui presupposti teorici - il ruolo decisivo della “comunità interpretante” – si devono allo studioso Hans Robert Jauss che nel saggio Apologia dell’esperienza estetica individua appunto nel pubblico il terzo polo fondamentale perché un’opera e il suo autore possano trovare nel mondo un orizzonte di senso. Sono mostre come questa che invitano a concepire esperienza dell’arte come un dialogo che chiama sempre in causa la partecipazione attiva del fruitore.
Paola Alborghetti, Eckehard Fuchs, Valerio Gaeti e Yari Miele non lavorano come monadi indipendenti nella torre d’avorio del solipsismo contemporaneo ma salgono all’unisono su una torre di pietra viva e vitale e dalla sommità che essa domina come antica sentinella guardano lontano. E, nel farlo, lanciano una sfida. Ci propongono di aprire un terzo occhio, esplorando dimensioni “altre” della realtà che abitiamo e riceviamo in eredità. Ma, come detto, il senso del viaggio consiste anche nel meritarselo.
Qui, al termine di una salita, di un ermo ma anche erto colle che parla in ogni tessera del mosaico di cui è composto ecco che le opere di quattro artisti contemporanei risultano misteriosamente complementari in virtù di simmetrie, parallelismi ma anche contrasti, archetipi e alchimie, ritmiche scansioni e inedite prospettive.
Le opere catarifrangenti di Yari Miele - colloqui tra luce e buio, illusione e realtà, verità e artificio - sono perfetta incarnazione dell’estetica della ricezione di Jauss: prendono vita se osservate, come l’immagine nello specchio - spettro vanitoso - si fa bella di esistere solo se la guardi. E sulla stessa lunghezza d’onda lavorano gli altri artisti: con una serie di concrezioni organiche danno forma a sogni e visioni che caratterizzano l’esperienza cognitiva umana - anche nel segno di una intelligente ironia, quantomai salutare in un’epoca di presunte intelligenze artificiali.
Lo si coglie tra geometrie e cromatismi nella ricerca meticolosa quanto elegante di Paola Alborghetti e nel vivace espressionismo dei lavori pittorici di Eckehard Fuchs, inni al dialogo tra uomo e natura. E anche nel magnetismo suscitato dalle opere scultoree di Valerio Gaeti, che con umile semplicità ecologica e senza ombra di retorica recupera e ricompone materiali del reale quali fedeli compagni di un viaggio virtualmente infinito.
Ai piedi della torre del Baradello, con riproduzioni di schizzi e disegni dell’architetto Ico Parisi tratti dal Fondo Ico Parisi, Pinacoteca civica di Como realizzati dell’azienda Colombo, questa esperienza espositiva non poteva trovare un nume tutelare più nobile di Ico Parisi, indimenticabile protagonista di una visione libertaria e utopica ma anche concreta dell’arte e dell’architettura che ha contribuito a rendere Como meno provinciale. Lorenzo Morandotti
IL PROGETTO
Gli schizzi e le fotografie di Ico Parisi sono un patrimonio incredibile ed è stato un onore per noi poter riprodurre l’arte di questa grande figura attraverso il nostro lavoro di tessitori. Raccontiamo un’arte attraverso la nostra arte e raccontiamo una storia attraverso la nostra conoscenza storica.
Le opere scelte sono profondamente legate al territorio comasco, un valore intrinseco alla nostra realtà. Valorizzare i luoghi in cui siamo nati e di cui lo stesso Ico si era tanto innamorato.
Siamo sempre propensi alla condivisione e alla collaborazione. Questa mostra simboleggia anche questo, permettere al pubblico di conoscere e osservare le opere di un grande artista poliedrico e allo stesso tempo permettere di diffondere e stimolare consapevolezza delle potenzialità del mondo tessile.
Alla componente storica si affianca l’innovazione. Le proiezioni sono le possibilità che possiamo vedere e sviluppare, sono la storia di Ico Parisi che va avanti e non svanisce mai negli anni, sono la scintilla che ci fa uscire dal quadro e andare oltre i contorni definiti di un mondo il cui più grande nemico è il limite.
Vogliamo arrivare a quello che non è stato ancora pensato, a quello che è stato ipotizzato e poi scartato perché reputato impossibile. Un grande artista come Ico ci insegna che pensare oltre gli schemi è il primo passo per essere storia e ispirazione. Impariamo dal nostro passato, dalle esperienze già percorse e dagli errori fatti. Puntiamo sulle persone, diamo forza a creatività e opinioni nella speranza di fare sempre meglio e di portare l’arte tessile a un livello più alto e consapevole. Colombo Industrie Tessili
“Abbiamo scelto di prendere parte in maniera attiva e propositiva alla mostra al Castello di Baradello perché rappresenta un perfetto connubio tra tradizione e modernità, valori che da sempre guidano la nostra azienda. L'arte è un linguaggio universale che può unire passato e futuro, proprio come il nostro lavoro di tessitori che intreccia abilità artigianali con tecnologie avanzate. Questo progetto non solo ci permette di sottolineare l'importanza che attribuiamo al territorio in cui viviamo e lavoriamo, ma anche di valorizzare la sua storia e le sue radici culturali, proprio come fece Ico Parisi. Raccontiamo un'arte attraverso il nostro DNA e i nostri valori, con un profondo rispetto per il contesto storico e territoriale che ci circonda. Supportare questa mostra è un modo per riaffermare il nostro legame con il territorio, celebrando la sua ricca tradizione e contribuendo a proiettarla nel futuro.”
Stefano e Massimo Colombo, Presidente e Amministratore Delegato Colombo Industrie Tessili
Domenico Parisi, detto Ico nacque a Palermo il 23 settembre 1916. Si trasferì nella città di Como in giovane età e vi rimase per il resto della vita.
Ico Parisi è stato un architetto, designer, fotografo e teorico dell’architettura italiano che ha trovato in Como la sua città e nel mondo del design Brianzolo ha trovato il suo pane, catalizzando poi tutte le sue energie su questi luoghi a noi tanto cari.
Colombo Industrie Tessili, azienda fondata nel 1962 a Fino Mornasco (CO), rappresenta oggi un’eccellenza nel comparto tessile a livello nazionale e internazionale. Capitanata da Stefano e Massimo Colombo, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda. Colombo Industrie Tessili è formata da quattro divisioni: Its Artea, MarioBoselli Jersey, Progetto|62, un laboratorio creativo nato nel 2020 e Unlimited che aggiunge alla produzione di tessuto destinato alla moda anche tessuto per arredamento. Con uno staff di 45 persone, l’azienda realizza il 50% del suo fatturato in Italia e il 50% oltre confine: Colombo Industrie Tessili è già presente infatti in Francia, Germania, Uk e Usa, mercati importanti sui quali l’obiettivo principale è rafforzare costantemente la propria presenza.
BIOGRAFIE ARTISTI
Paola Alborghetti. Nasce a Besana Brianza nel 1975. Nel 2003 studia presso l’Accademia di Belle Arti di Dresda in Germania. Nel 2006 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Dipinge e disegna realtà senza nomi, con oggetti ed esseri non identificati.
Il suo è un libero trasporto del suo entusiasmante desiderio di portare in vita l’impossibile, dato dal rappresentare il sentimento e il pensiero del momento.
Eckehard Fuchs. Nasce a Francoforte nel 1975. Nel 2003 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Dresda dove si diploma in pittura e consegue nel 2005 un master in pittura.
Se si potesse caratterizzare in una parola il lavoro di Eckehard Fuchs sarebbe scenografia: come in un set dipinto ci sono figure che nelle loro azioni intrecciano legami, metafore di sentimenti contorti in cerca di soluzione; poi ci sono frammenti, ricordi di un paesaggio, e l’infinito prospettico dello spazio del pensare visibile attraverso stampa xilografica.
Valerio Gaeti. Nasce a Guidizzolo nel 1951. Scultore, frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Cantù e ha tra gli insegnanti Giuliano Vangi. Nel 1974 termina gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Brera con Alik Cavaliere.
Per Valerio Gaeti l’arte dovrebbe esprimere un rapporto con la Terra su cui cerchiamo di vivere. Il tema della simbiosi primordiale tra uomo e natura è infatti fondamentale, quanto ci rende consapevoli della nostra primordiale partecipazione al ciclo chiamato vita.
Yari Miele. Nasce a Cantù nel 1977. Si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano nel 2003. Elemento fondamentale nel lavoro di Yari Miele è la luce ma anche la sua assenza. Essa è forma, penetra nella pelle, l’accende, la rende viva. Ed è ancora lei, a creare lo spazio, a farsi immagine senza quadro, a dipingere le pareti, a condurre in modo sensibile lo spettatore nel suo percorso.