Ossimori del contemporaneo
L’esposizione pone in dialogo una selezione di opere dei tre artisti contemporanei che, pur esprimendosi attraverso i diversi linguaggi del disegno, della fotografia e della scultura.
Comunicato stampa
Sabato 30 Marzo, la Kyro Art Gallery di Pietrasanta è lieta di presentare Ossimori del contemporaneo, una mostra dedicata agli artisti Daniele Accossato, Federica Belli, Gino Sabatini Odoardi, a cura di Beatrice Audrito. L'esposizione pone in dialogo una selezione di opere dei tre artisti contemporanei che, pur esprimendosi attraverso i diversi linguaggi del disegno, della fotografia e della scultura, condividono logiche simili nella costruzione dell'immagine visiva. Infatti, ad accomunare la ricerca degli artisti in mostra è l'ossimoro: una figura retorica propria del linguaggio verbale che consiste nell'accostare, nella medesima locuzione, due parole che esprimono concetti lontani o contrari. Replicando lo stesso modus operandi della letteratura, gli artisti si servono dell'ossimoro e del paradosso, abilmente tradotti in termini visivi, per creare immagini ambigue allo scopo di porre il fruitore in una situazione scomoda, di spiazzamento.
Una logica tutta contemporanea che si rintraccia nelle sculture di Daniele Accossato, dove la riproduzione di soggetti classici come i Bronzi di Riace o la Venere Italica, poi legati, imbavagliati o rinchiusi in casse di legno o plastiche da imballaggio è il pretesto per riflettere sul legame tra l'oggetto artistico e la sua ambientazione. Una relazione che spesso priva l'opera della sua aura trasformando l'oggetto in merce. Non a caso, le opere di Accossato riflettono sulla dialettica contenuto-contenitore facendo emergere la vera contraddizione in termini: è davvero possibile che l'arte in quanto tale sia anche una merce?
Anche le fotografie di Federica Belli giocano sull'estetica dell'ossimoro, indagando il confine sottile tra la percezione di noi stessi e il modo in cui percepiamo e entriamo in relazione con l'altro. Il suo sguardo ci restituisce immagini intime, delicate ma anche forti e determinate: uomini e donne che attraversano particolari età della vita come l'adolescenza e la giovinezza mostrandosi nella loro nudità e vulnerabilità. Corpi nudi dalle linee morbide inseriti in contesti architettonici complessi, dalle geometrie rigorose, enfatizzano la solitudine e la fragilità dei soggetti che occupano scene quasi metafisiche, riflettendo sulla relazione tra forma e contenuto.
La ricerca di Gino Sabatini Odoardi riflette sul modo di porsi dell'uomo di fronte all'inconoscibilità del mondo, utilizzando spesso l'estetica dell'ossimoro e del paradosso con l'intento di insinuare il dubbio, rimettere in discussione la realtà, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura. Concetti indagati con modalità sempre nuove dove segno, disegno, pittura e scultura si intersecano senza soluzione di continuità, generando cortocircuiti semantici tra oggetto e soggetto rappresentato atti a forzare i limiti della rappresentazione. Per dare forma alla sua visione Sabatini Odoardi si serve della termoformatura in polistirene: una tecnica industriale utilizzata nel campo dello stampaggio delle materie plastiche che consente all'artista di isolare oggetti quotidiani per poi trasformarli in sculture e installazioni complesse o di imprimere il segno della grafite nel disegno sostituendo al comune foglio di carta un foglio di polistirene.
Ossimori del contemporaneo pone in luce le affinità e le peculiarità della ricerca di Daniele Accossato, Federica Belli, Gino Sabatini Odoardi, focalizzandosi sull'utilizzo dell'ossimoro nel linguaggio visivo: un'operazione di matrice concettuale con la quale gli artisti riflettono sulla dialettica forma-contenuto e contenuto-contenitore, esprimendo tutte le contraddizioni del mondo contemporaneo.
DANIELE ACCOSSATO
Daniele Accossato (Torino, 1987) è uno scultore contemporaneo. All’età di quindici anni individua la scultura come metodo comunicativo congeniale, il luogo dove la necessità prende forma. Nel 2011 si diploma con Lode all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Conversando di arte e di scultura, rivela che «è fondamentale che ognuno lavori costantemente alla ricerca del proprio mezzo, il tramite capace di portarla alla più accattivante espressione di sé e ad un costante e costruttivo confronto con l’Altro».
La sua ricerca parte dalla tecnica, dall’alchimia della scultura, dalle icone che identificano il nostro patrimonio culturale e artistico, per esplorare le dinamiche interiori dell’essere umano e il senso estetico comune. I soggetti scelti sono archetipi, immagini simboliche che risuonano in noi perché parte della nostra cultura col fine di interiorizzarla, filtrarla e quindi superarla. Nel citazionismo c’è un sentimento di riconoscenza anche se poi, nel lavoro di Accossato, queste icone vengono in qualche modo maltrattate, celate, costrette, sacrificate. L’atto simbolico di “rapire” opere iconiche del passato risulta dissacrante: può rappresentare il bisogno di liberarsi da un’educazione o da una tradizione che in certi casi può essere tarpante, affrancandosi da preconcetti e canoni. Allo stesso tempo è un modo per dare nuova vita, rendere più vicini a noi, più umani, dei simboli considerati intoccabili, inestimabili.
FEDERICA BELLI
Federica Belli (Mondovì, 1998) è una fotografa italiana che attualmente vive e lavora a Parigi.
Nel 2017, durante gli studi in Economia e Management all’Università Bocconi di Milano, lavora come assistente di Oliviero Toscani presso il Centro di ricerca Benetton FABRICA. Successivamente, si trasferisce a Parigi per proseguire gli studi in Arte Contemporanea e Storia della Fotografia all'École du Louvre (Parigi, Francia). Nel 2018 partecipa al programma televisivo Master of Photography di SKY Arts, di cui è proclamata vincitrice. L’anno successivo si trasferisce a New York per assistere Chris Buck e lavorare come photo editor presso Musée Magazine, per il quale tiene tuttora una rubrica settimanale. Tornata in Italia per tenere un TEDx Talk sulla sua visione fotografica, viene rappresentata dalla galleria Valeria Bella di Milano.
Il suo lavoro è caratterizzato da una rappresentazione visiva della vita adolescenziale che enfatizza la presenza, la vulnerabilità e l’autodeterminazione. Ispirata dalla pulizia visiva del suo primo mentore Oliviero Toscani, la sua fotografia si ispira spesso alle scene pastorali della sua infanzia vissuta nella campagna italiana.
Dal 2021 le sue opere sono esposte nelle principali fiere di fotografia europee, tra cui Paris Photo, Photo London, MIA Photo Fair e The Phair. Nel 2022 è invitata a partecipare al Padiglione d’Arte Digitale della Biennale di Venezia. Dopo essersi trasferita a Parigi nel 2022, il suo lavoro comprende sempre più commissioni e pubblicazioni su riviste come Vogue Italia, ELLE e Vanity Fair.
GINO SABATINI ODOARDI
Il percorso di Gino Sabatini Odoardi (Pescara, 1968) si caratterizza da un marcato interesse verso il pensiero tradizionale, il modo di porsi dell’uomo (e il suo continuo bisogno di conferme) di fronte all’inconoscibilità del mondo. L’intenzione è quella di insinuare il dubbio, rimettere in discussione la realtà, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura scardinandone le sicurezze, in un continuo rimando senza risposta. I lavori si situano in bilico tra il sacro e il profano e tra la modularità seriale dell’oggetto e un drappo plastico.
Artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all’arte concettuale, ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive, in Italia e all’estero.“Termoformatura in polistirene” è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall’artista per realizzare gran parte dei suoi lavori, l’appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale.
Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in Che cosa è il fascismo alla Kunsthalle di Klagenfurt e successivamente assistente) e Jannis Kounellis (allievo al Seminario-Laboratorio nel 1998 a l’Aquila curato da Sergio Risaliti). Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) Le prix des Jeunes Createurs all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Partecipa alla LIV Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Arsenale).
Nel 2023 la Maretti Edizioni pubblica un volume a lui dedicato, Tra le pieghe del dubbio, a cura di Claudio Libero Pisano e Adriana Polveroni. Dal 2017 è docente di Plastica Ornamentale e Tecniche Plastiche Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Vive e lavora a Pescara.