Otto D’Ambra – Ecce Animal
Composta da circa venti opere, alcune delle quali realizzate appositamente per l’occasione, la mostra offre l’opportunità di entrare in contatto con l’estro tecnico e il talento creativo di uno degli artisti emergenti più versatili e apprezzati del vasto panorama londinese.
Comunicato stampa
A partire da giovedì 12 maggio 2016, lo spazio espositivo Burning Giraffe Art Gallery ospita la mostra Ecce Animal, dell’artista Otto D’Ambra (Milano, 1978, vive e lavora a Londra), riedizione riveduta e ampliata dell’omonima personale tenutasi nella capitale britannica nel mese di marzo.
Composta da circa venti opere, alcune delle quali realizzate appositamente per l’occasione, la mostra offre l’opportunità di entrare in contatto con l’estro tecnico e il talento creativo di uno degli artisti emergenti più versatili e apprezzati del vasto panorama londinese. Illustratore, stampatore e tattoo artist tra i più in voga a Londra, Otto D’Ambra apre, nel 2013, il White Elephant Studio, dopo numerose esperienze in diversi ambiti creativi e la laurea presso l’Accademia di Brera.
I lavori in mostra offrono un’efficace esemplificazione della varietà di tecniche che l’artista padroneggia con estremo talento (dall’acquaforte alla serigrafica, passando per la lineografia e i disegni a inchiostro su carta), immergendo lo spettatore in un’atmosfera surreale, in cui nulla è come appare a un primo sguardo. Dietro al dettagliato e minuzioso realismo grafico che contraddistingue i lavori dell’artista, si nasconde un’affascinante capacità di scovare e ricreare relazioni inaspettate tra gli esseri viventi, utilizzando la potenza simbolica degli animali per costruire delle metafore morali, tanto efficaci quanto sintetiche, capaci di mettere a nudo le contraddizioni della società umana evolutasi (o involutasi) nel suo stadio digitale.
La mostra, a cura di Giuseppe Savoca, è un invito a osservare la realtà attraverso lo sguardo attento e critico dell’artista, e il suo filtro creativo in grado di creare potenti icone, figure emblematiche che si specchiano in se stesse dando vita a una collezione di postmoderni stemmi araldici, surreali e simbolici al contempo, capaci di rapire immediatamente lo sguardo con la loro estrema raffinatezza tecnica e di trattenerlo offrendogli un nuovo punto di vista, arguto e ironico, su di una società in cui ogni animale è in relazione simbiotica ed evolutiva con gli altri e di cui l’artista stila i nuovi orizzonti ibridi.