Outro / Lucia Leuci
Erano gli anni in cui la ricerca nelle arti visive guardava oltre la tradizione, attribuendo ai materiali di scarto e organici un ruolo da protagonista. Gli stessi anni in cui nasceva la scultura perfetta: il tacco 13.
Comunicato stampa
Erano gli anni in cui la ricerca nelle arti visive guardava oltre la tradizione, attribuendo ai materiali di scarto e organici un ruolo da protagonista. Gli stessi anni in cui nasceva la scultura perfetta: il tacco 13. Risultato della formula geometrica h=Qx(12+3s):8, il tacco a spillo è da intendere come la prima intuizione postmoderna in grado di stravolgere i costumi e istigare le fantasie della psiche umana.
In quelle atmosfere anticonformiste, mentre la donna affermava il suo ruolo, oggetti e sostanze atipici diventavano materia sensuale per opere d’avanguardia che sarebbero entrate a pieno titolo nei libri e nelle collezioni dei musei di tutto il mondo. Le statue di Canova, Michelangelo o Brancusi sembravano doversi rassegnare a un ordinamento datato. Nuovi 'media’ prendevano il sopravvento offuscando la tradizione. La fontana di Marcel Duchamp e le slitte di Joseph Beuys racchiudevano gli stilemi a cui ispirarsi di lì in avanti, condizionando senza sosta la produzione di pensieri opposti al classicismo e acquisendo l’appeal, fino ad allora indiscutibile, della Nike di Samotracia, del David, di Amore e Psiche.
OUTRO si inserisce nelle grinze di questa evoluzione come punto di raccordo tra passato e futuro. Passo conclusivo di un breve ciclo proiettato verso il recupero di forme arcaiche elaborate da artisti della nostra generazione. Le opere scelte e agglomerate nello spazio, tendono a comporre un nuovo paesaggio, per completare il percorso avviato con INTRO e l’idea di una quadreria contemporanea. Una rilettura di elementi eccezionali, sagome primordiali ma contestualmente attuali, utili allo sviluppo di questi principi, come fossili del nostro tempo.
Andrea De Stefani (1982, IT) sviluppa la sua ricerca partendo dall’esplorazione di paesaggi liminali dai quali sottrae strutture architettoniche, organismi, simboli e reperti, a volte estrapolandoli dallaloro collocazione naturale e altre volte utilizzandoli fisicamente come traccia per creare forme inedite, all'interno delle quali gli oggetti-matrice scompaiono. In questa occasione presenta tre elementi che riassumono appieno il suo linguaggio.
Camilla Low(1976, NO), artista norvegese la cui ricerca verte su alcune delle più importanti questioni inerenti la scultura tradizionale: la geometria e la scelta di materiali basici come cemento e ferro smaltato. Il suo Vertical Sun rappresenta un perno fondamentale di OUTRO: una scultura composta di due elementi geometrici, una figura rettangolare a parete (anello di congiunzione con INTRO) e una forma circolare sospesa, utilizzata qui come punto di fuga di un ipotetico orizzonte del paesaggio che compone la mostra.
Nicola Pecoraro (1978, IT). Le sue opere scultoree si formano per accumulazione e sedimentazione di tecniche tradizionali. I suoi interessi ruotano attorno al processo di mutamento e trasformazione, un eterno divenire che caratterizza ogni suo lavoro. La presente opera racchiude un procedimento sotteso alla sua pratica: la cera, materiale incerto, estremamente duttile e precario, utilizzato per dare forma a un blocco unico, il cui significato non trova risposta nella natura stessa della materia, riconducendo il processo scultoreo al momento precedente, dedicato al calco che ospita la colatura di cera prima di scomparire. Il fossile che ne deriva acquisisce
una composizione naturale e monolitica.
Santiago Taccetti (1974, AR), scultore argentino, vive e lavora a Berlino. Demiurgo atipico, Taccetti lavora in collaborazione con i materiali, scegliendo elementi che contengano già in potenza l’opera finale. Le sculture in mostra sono semplici blocchi di marmo estratti dalle cave di Carrara, su cui l’artista è intervenuto utilizzando unicamente pigmenti, creando opere caleidoscopiche contenenti la solidità della materia scultorea che, attraverso il colore, modifica la propria collocazione nella realtà. Blocchi di marmo che rievocano i resti di un'Era onirica primordiale.
Patrick Tuttofuoco (1974, IT) presenta due opere della serie dedicata al ritratto attraverso la rappresentazione del volto, tema fondamentale su cui verte gran parte della sua ricerca. In questa occasione due figure emergono da blocchi di polistirolo, materiale povero che rievoca la porosità e la struttura del marmo, rimanendone intrappolate. La composizione finale tende volutamente al citazionismo della scultura classica non finita. L'elemento figurativo entra in relazione con la parte grezza del materiale offrendo una composizione che è contemporaneamente naturale e umana.
ALLEY
Il secondo appuntamento della project room è dedicato a Lucia Leuci (1977) presentata da Contemporary Art Advisory, piattaforma fondata da Martina Alemani e Laura Brignoli.