Øystein Aasan – Never-the-less
La Galleria Enrico Astuni è lieta di presentare la mostra personale Øystein Aasan. Never-the-less, con testo critico in catalogo di Ory Dessau.
Comunicato stampa
La Galleria Enrico Astuni è lieta di presentare la mostra personale Øystein Aasan. Never-the-less, con testo critico in catalogo di Ory Dessau, visibile dal 6 maggio al 29 luglio 2023.
Questa mostra comprende opere recenti – disegni, dipinti, opere testuali e sculture – realizzate fra il 2020 e il 2023. Fra le opere esposte tre appartengono alla serie Inadequate Description, 2021, mentre tutte le altre provengono dalla serie ONCE REMOVED alla quale Aasan lavora dal 2019.
La serie Inadequate Description, iniziata da Øystein Aasan nel 2004, si caratterizza per i “lavori testuali”: opere il cui soggetto è la parola riportata sotto forma di “testo distorto con vari mezzi o reso quasi illeggibile”, o deflagrata in singole lettere che vanno ad occupare la griglia spaziale dell’opera. La lettura diviene così inadeguata o inappagante: l’accento è posto sul gesto e sulla specifica modalità di realizzazione.
Nel caso dei due lavori a carboncino Inadequate Descriptions, Uneyed no 2, 2021 e Inadequate Descriptions, Erdlicht, 2021, l’artista segue un processo che utilizza un software specifico e una taglierina controllata dal computer per ottenere un testo nuovo, tagliato e ricomposto, a tratti addirittura illeggibile. Particolarmente interessante è la scelta dei due testi tratti da poesie di Paul Celan. Poeta nato in quella che oggi è l'Ucraina e la cui intera famiglia morì nell'Olocausto, da adulto Celan visse in Francia ma continuò a scrivere in tedesco, una lingua che non parlava particolarmente bene ma che gli ricordava la sua famiglia e gli orrori che aveva vissuto.
Nell’opera Inadequate Descriptions, And look at one another, saying nothing, 2023, è invece stato utilizzato il lettering trasferibile Letraset per comporre una poesia di Rainer Maria Rilke. Nella ricomposizione del testo, l’artista utilizza un solo foglio di lettere adesive, rimanendo gradualmente privo di alcune di esse. Le parole, così, rimangono progressivamente incompiute e vengono, via via, letteralmente a mancare, lasciando al loro posto il silenzio fragoroso del vuoto.
ONCE REMOVED è un ampio e affascinante corpus di opere che investiga il tema della memoria e che comprende gruppi di dipinti, lavori su carta, una serie di piccoli modelli in legno con espositori e contenitori realizzati ad hoc e tre nuove sculture.
Questa serie si sviluppa da input legati a specifici ricordi d'infanzia di visite con la famiglia a strutture militari abbandonate, come i bunker che costituiscono il Vallo Atlantico, un tempo barriera, oggi memoria collettiva, e dal libro di Paul Virilio Archeologia del bunker, testo rimasto nella coscienza dell’artista per quasi dieci anni fino a trovare accesso nella poetica dell’artista alla fine del 2019. Ciò che per Aasan diviene fondamentale è il riuso e il cambio di significato in base al contesto che molte di queste strutture hanno subito nel corso degli anni, trasformandosi, in alcuni casi, in monumenti commemorativi contro la guerra. Esperire personalmente lo spazio di queste strutture sotterranee – con i loro passaggi stretti a vaste sale cavernose, avvolte dal buio totale o illuminate dal sole attraverso le fessure nel cemento nudo – genera in Øystein Aasan un insieme di idee che sviluppa trasformando queste costruzioni inattaccabili in forme flessibili, indefinitamente ripetitive e uguali, oltre il tempo e il luogo dove sono state costruite, oltre l'ideologia e gli auspici sotto i quali erano state realizzate e oltre lo spazio che diviene vibrante e ampio.
La metodologia che contraddistingue la pratica di Øystein Aasan in questo corpus di lavori prevede diversi passaggi – dalla foto al disegno, dal disegno al modello in legno, dal modello alla messa in scena in “camere ottiche” realizzate appositamente – per arrivare alla pura forma, alla sagoma che viene analizzata, trasformata e riproposta con diverse modalità. In questo modo l’Artista riesce a raggiungere il fine ultimo di sottrazione della forma al contesto, dimostrando che ogni struttura architettonica appartiene, nel suo puro aspetto, ad un unico ampio bagaglio di immagini che compone la memoria collettiva.
Øystein Aasan, con la sua mostra Never-the-less, nelle sale della Galleria Enrico Astuni, sembra volerci ricordare, così, una delle leggi più importanti non solo della scienza, ma anche dell’invenzione artistica: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Il genio sta nell’intenzione, nello scarto tra funzione e bellezza che contraddistingue la vera Arte.