Pablo Echaurren – Du champ magnétique
Du champ magnétique. Il luogo, la Scala del Bovolo, è parte integrante di questa mostra. Una mostra incentrata sulla rilettura dell’opera di Duchamp che, guarda caso, si svolge lungo una scala, ed è proprio una scala che ha reso celebre nel mondo (sin dalla partecipazione all’Armory Show nel 1913) Marcel Duchamp col suo Nudo che scende una scala.
Comunicato stampa
Du champ magnétique. Il luogo, la Scala del Bovolo, è parte integrante di questa mostra. Una mostra incentrata sulla rilettura dellopera di Duchamp che, guarda caso, si svolge lungo una scala, ed è proprio una scala che ha reso celebre nel mondo (sin dalla partecipazione allArmory Show nel 1913) Marcel Duchamp col suo Nudo che scende una scala. Il nudo (nu in francese) diventa dunque noi (nous in francese), noi che saliamo e scendiamo la Scala del Bovolo siamo dunque protagonisti di questa mostra, non solo semplici spettatori ma attori. Il salire e lo scendere sono perciò azioni centrali nella ideazione e costruzione dellesposizione site specific.
Pablo Echaurren. Du champ magnétique
Opere 1977-2017
La révolution mise à nu par ses agitateurs, même: Pablo Echaurren rilegge Duchamp
Scala Contarini del Bovolo, S. Marco 4299, 30124 Venezia
9 maggio 15 ottobre 2017
Mostra a cura di Raffaella Perna e Kevin Repp.
Promossa dalla Galleria d'Arte Maggiore G.A.M. di Bologna in collaborazione con la Fondazione Echaurren Salaris di Roma.
Comunicato Stampa
Ulteriori informazioni ed immagini: www.studioesseci.net
Lesposizione propone una serie di opere realizzate nellarco di quarantanni in cui Pablo Echaurren dialoga con lombra del padre dellarte concettuale Marcel Duchamp. Il percorso della mostra si sviluppa lungo lo spazio fisico della Scala Contarini del Bovolo, che nella sua forma a spirale (bovolo in dialetto veneziano significa chiocciola) rimanda emblematicamente alla coppia di opposti alto/basso e ascesa/discesa.
Traendo spunto dallopera duchampiana Nu descendant un escalier, lartista ha concepito una serie di cartelli segnaletici che invitano lo spettatore, con un gioco di parole onomatopeico, a salire le scale (Nous ascendants un escalier) e poi a discenderle (Nous descendants un escalier).
La mostra è anche un viaggio nel tempo lontano/vicino e immaginato/vissuto che collega tre date: 1917, 1977 e 2017.
1917: anno in cui Duchamp presenta il ready-made Fountain, lopera provocatoria per antonomasia.
1977: abbandonata per qualche tempo la professione di artista, Echaurren, legandosi alla corrente ironica e creativa dei cosiddetti indiani metropolitani, elabora con il gruppo un nuovo linguaggio collettivo basato sulluso delle provocazioni duchampiane ma in chiave politica, creando fanzine, disegni, collage e dando vita a happening a sorpresa.
2017: lartista decide di recuperare i materiali legati a quei momenti, quaderni, appunti scritti e disegnati, proponendo anche nuovi lavori che mettono in evidenza la possibilità di servirsi ancora oggi di Duchamp come un palinsesto su cui tracciare un percorso personale.
Il fulcro della mostra è rappresentato da una serie di collage che entrano in rotta di collisione con i materiali cartacei della boîte verte, la scatola duchampiana intitolata La mariée mise à nu par ses célibataires, même (1934). Unopera che rappresenta per Echaurren non solo un personale oggetto daffezione ma anche uno stimolo e uno spunto di riflessione sul fare arte come prassi legata alla dimensione del pensiero.
La scatola, comè noto, contiene la riproduzione di appunti, foto, disegni e fogli strappati relativi allelaborazione del Grande Vetro. Una sorta di cassetta degli attrezzi ma anche un potenziale collage. Echaurren, che sin dal 1969 ha praticato la via del collage accanto alle altre discipline artistiche, ha utilizzato copie dei facsimile della boîte per realizzare cinquanta lavori in unideale partita a scacchi con il grande maestro. Al fine di rimarcarne limportanza, un esemplare originale della scatola è materialmente presente nella mostra.
A conclusione dellitinerario, la scultura di ceramica U/siamo tutti Duchamp, una copia dello storico orinatoio firmato R. Mutt, sulla quale Echaurren è intervenuto applicandovi una sorta di tatuaggio realizzato con una tecnica desunta dal compendiario della grottesca faentina cinquecentesca, trasformando così loggetto in una suppellettile straniante attraverso un détournement in bilico tra medioevo, graffitismo, passato e presente, alto e basso.
Catalogo Silvana Editoriale
BIOGRAFIA
Pablo Echaurren nasce a Roma nel 1951. Inizia a dipingere a diciotto anni e, tramite Gianfranco Baruchello, viene scoperto dal critico e gallerista Arturo Schwarz che fa conoscere il suo lavoro in Italia e allestero. Tra il 1971 e il 1975 espone a Berlino, Basilea, Filadelfia, Zurigo, New York, Bruxelles e nel 1975 è invitato alla Biennale di Parigi.
Il suo esordio avviene allinsegna di un minimalismo, di una concettualità e di unantipittoricità alternativi allidea di opera darte come feticcio. Questa è la direzione in cui lartista si è mosso da allora, sempre alla
ricerca di nuovi linguaggi e nuove forme di espressione, senza mai adagiarsi sul già fatto.
Non solo pittore, si è impegnato in unintensa attività applicata, realizzando illustrazioni, manifesti e copertine, tra cui quella del best seller Porci con le ali , nonché metafumetti che indagano sul possibile rapporto tra avanguardia e arte popolare, cercando quel necessario e fecondo cortocircuito tra alto e basso, tra cultura e leggerezza, in sintonia con lideale di unarte diffusa. La sua creatività si è sviluppata anche nel campo scrittura, pubblicando romanzi e pamphlet sul mondo dellarte.
Dopo il Duemila, la sua poliedrica produzione è stata presentata in alcune esposizioni personali: Pablo Echaurren. Dagli anni settanta a oggi (Chiostro del Bramante, Roma 2004); Pablo Echaurren a Siena (Palazzo Pubblico, Siena 2008); Crhomo Sapiens (Museo della Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, Roma 2010-11); Lasciare il segno (MAR, Ravenna 2011); Al ritmo dei Ramones (Auditorium Parco della Musica, Roma 2006); Linvenzione del basso (Auditorium Parco della Musica, Roma 2009); BaroquenRoll (MACRO, Roma 2011); Matta: Roberto Sebastian Matta, Gordon Matta-Clark, Pablo Echaurren (Fondazione Querini Stampalia, Venezia 2013); Iconoclast (Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra 2014); Contropittura (Galleria Nazionale dArte Moderna e Contemporanea, 2015-16); Make Art Not Money (Museo Nacional de Bellas Artes, Santiago del Cile 2016).