Paesaggi
Questo duetto concentra l’attenzione sulle nuove manifestazioni pittoriche che vanno emergendo tra gli artisti più giovani, nella generazione nata dopo il 1980; una generazione di “nativi digitali”, cresciuta a TV generalista e merendine, in un clima di “crisi dei valori”, di “tramonto delle ideologie”, di “riflusso”, con cui sembra ormai consolidarsi una rottura epocale rispetto agli anni precedenti, dominati da battaglie ideologiche a tutto campo.
Comunicato stampa
Si inaugura sabato 28 gennaio, presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea Ai Molini
di Portogruaro, la mostra Duetto n. 02: Febbo / Tellas - Paesaggi.
Prosegue quindi, dopo il primo appuntamento dedicato alla videoarte, la formula del “duetto”, che ha lo scopo di proporre un artista attivo nel territorio, accanto a una figura proveniente dal contesto regionale o nazionale.
Obiettivo dei “duetti” è anche quello di indagare i linguaggi più diffusi nell’arte contemporanea,
all’interno dei quali individuare artisti che si segnalano per l’attenzione alla sperimentazione,
e perseguire così quella che, fin dal suo sorgere, è la vocazione della Galleria d’Arte
Contemporanea di Portogruaro: valorizzare le espressioni più aggiornate e orientate alla ricerca e promuovere le energie presenti nel territorio, aprendo al dialogo e al confronto con un quadro più ampio.
Questo duetto concentra l’attenzione sulle nuove manifestazioni pittoriche che vanno emergendo
tra gli artisti più giovani, nella generazione nata dopo il 1980; una generazione di “nativi digitali”, cresciuta a TV generalista e merendine, in un clima di “crisi dei valori”, di “tramonto delle ideologie”, di “riflusso”, con cui sembra ormai consolidarsi una rottura epocale rispetto agli anni precedenti, dominati da battaglie ideologiche a tutto campo. Una “società liquida” (la nota definizione è di Zygmunt Bauman), priva di riferimenti stabili e sicuri, dominata dalla precarietà, che si traduce, in arte, in una poetica del frammento, dell’incompiutezza, della leggerezza. E in un prepotente ritorno alla pittura: a partire dalla fine degli anni ‘90, si afferma una sorta di Neopop, un linguaggio eminentemente figurativo che attinge all’immaginario collettivo e si alimenta di forme
culturali tradizionalmente considerate “basse” come il fumetto, i cartoni animati, l’illustrazione per l’infanzia, il linguaggio dei media, del marketing, del web. In questa tendenza riaffiora anche il “paesaggio”, concepito però non come descrizione esaustiva ma come dimensione interiore, contatto intimo con la natura, in cui solo è possibile realizzare un’esperienza autentica e non effimera.
A questo insieme di significati rimandano sia i lavori di Pierpaolo Febbo (Portogruaro, 1981) che
quelli di Tellas. Il primo dei due artisti si concentra inizialmente su figure di animali disegnate con una minuzia da naturalista, oppure ritagliate dai sussidiari delle elementari e abbandonate in un desolante sfondo vuoto, in cui compaiono solo pochi altri elementi dalla forte carica simbolica: il lago nutrito di lacrime, l’albero morto... Nelle opere più recenti, intitolate “paesaggi”, si affermano
invece le forme appuntite delle montagne, rigorosamente triangolari come le disegnano i bambini e immerse in un’atmosfera di solitudine, resa attraverso minime, raffinate declinazioni del colore.
Anche questo un simbolo, quello dell’ascesa al monte come esperienza di elevazione spirituale.
Anche per Tellas, originario di Cagliari e ora attivo a Bologna, il paesaggio è un frammento, un
dettaglio: un lago, un nido, l’occhio di un uccello... Forme ovoidali, irregolari e senza spigoli, che rimandano alla pietra a cui si riferisce anche il nome d’arte dell’artista (Is tellas infatti, in sardo, sono le pietre utilizzate nella costruzione dei nuraghi). Un’altra serie di lavori, i disegni a china, presenta invece un carattere diverso, decisamente più grafico e analitico, quasi ad appropriarsi, fin nei minimi dettagli, degli elementi naturali. Questi “disegni” passano poi con disinvoltura dalla dimensione del notes a quella della parete esterna – Tellas infatti è nato come graffitista - portando sui muri un po’ di quella natura che quei muri hanno cancellato.