Paesaggi contemporanei nei luoghi del Perugino

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO KOSSUTH
Via Pietro Vannucci 12, Città della Pieve, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

giugno, luglio e settembre, venerdì, 16,30/19,30 sabato e domenica 10-12, 30/16.30- 19,30;
agosto tutti i giorni 10,30-12,30 / 16,30-19,30;
È possibile prenotare l’apertura straordinaria per visite riservate.

Vernissage
06/04/2023
Biglietti

ingresso libero

Curatori
Matteo Pacini
Generi
arte contemporanea, collettiva

Al piano terreno del Palazzo Vescovile, nello Spazio Kossuth dedicato all’arte contemporanea, sono ospitate 42 opere di 8 artisti contemporanei in dialogo con particolari di paesaggi digitalizzati tratti dalle opere del Perugino.

Comunicato stampa

Al piano terreno del Palazzo Vescovile, nello Spazio dedicato all’arte contemporanea si è inaugurata il giorno 6 aprile la mostra “Paesaggi contemporanei nei luoghi del Perugino"alla presenza di sua eccellenza il Cardinale Gualtiero Bassetti, il sindaco Fausto Risini, l’assessore alla cultura Luca Marcheggiani

Lo Spazio Kossuth ,omaggio alla poliedrica personalità del maestro Wolfgang Alexander Kossuth, ospiterà quest’anno 42 opere di 8 artisti contemporanei che dialogheranno con particolari di paesaggi digitalizzati tratti dalle opere del Perugino
In mostra opere di:
WOLFGANG ALEXANDER KOSSUTH, OTTAVIO MAZZONIS,
ALESSANDRO PAPETTI , FRANCESCO CAMPESE, FRANCESCA
DE MAI, EDOARDO CIALFI, MASSIMILIANO POGGIONI ,
PIER PAOLO METELLI

Presentazione di Matteo Pacini
Il paesaggio è la nostra casa, tutti noi viviamo immersi in un paesaggio. È malinconia e speranza, illusione e spavento, inquietudine e pace. “E’ l’insieme di un infinto susseguirsi di eventi, alcuni lenti al punto da sfuggire alla nostra percezione, altri così repentini da essere anch’essi difficilmente distinguibili” (Romani, 2008). Il paesaggio è un’avventura; è fragilità e violenza in scala crescente; basta una scintilla per distruggere ettari di boschi secolari, basta l’eruzione di un vulcano per annientare un’intera civiltà. È l’insieme del mastodontico e del microscopico che si regge sul filo di un equilibrio precario, incutendo da sempre negli occhi di chi lo contempla un insieme di sensazioni contrastanti.
Da Oriente a Occidente, sin dai tempi delle antiche civiltà della Mesopotamia e d'Egitto, gli artisti utilizzano il paesaggio come sfondo per scene religiose o a scopi politici, avvalendosi di una stilizzazione e una simbologia caratterizzata da contorni netti e colori vivaci. Con i Greci e i Romani il paesaggio assume una maggiore importanza come soggetto artistico: fa da sfondo a scene mitologiche o storiche nell’arte greca, comincia a essere utilizzato come soggetto a sé stante nella decorazione di case e ville in epoca romana, con una resa sempre più realistica e dettagliata. Nel periodo bizantino, dominato dal simbolismo e dall’anti- naturalismo, si assiste alla sua graduale sparizione dalle opere sacre, sostituito per tutto il medioevo da quei fondi oro che meglio simboleggiavano la luce divina e la sacralità. Fu con Pietro Vannucci, detto “il Perugino”, che il paesaggio riacquista la dignità di sfondo autonomo nelle opere di arte sacra, dando così risalto ai temi principali delle sue scene religiose con scenari naturali in cui le figure umane sono inserite in modo armonioso e coerente con l'ambiente circostante, enfatizzando la sacralità dei temi sacri con un'atmosfera di pace, equilibrio, spiritualità.
Con dolci declivi interrotti da improvvise e incombenti pareti rocciose, foreste di faggeti e chiome isolate sullo sfondo di quello specchio d’acqua vastissimo in cui si riconosce il lago Trasimeno, il Perugino riscopre l’importanza del paesaggio realistico come stato d’animo, attivando quell’attenzione al dettaglio che rappresenta una delle innovazioni artistiche che dal Rinascimento influenzeranno tutta l’arte successiva fino al Barocco al Rococò, portando all'evoluzione di nuovi generi artistici come il paesaggio vedutista e quello ideale, arrivando fino alla concezione di “un’anima universale” comprendente l’uomo e la natura tipica del Romanticismo, in cui la contemplazione della bellezza del paesaggio assumeva un carattere morale.
Nel dare ognuno la propria visione di paesaggio, sette artisti contemporanei appartenenti a generazioni diverse si ritrovano nei luoghi del Perugino, riuniti nel tempio dell’arte figurativa che Città della Pieve ha voluto dedicare al ricordo del Maestro Wolfgang Alexander Kossuth. Grande musicista, raffinato scultore e profondo conoscitore del corpo umano, Kossuth ci ha lasciato una numerosa serie di piccole vedute a olio che ripropongono le stesse atmosfere degli affreschi del “Divin pittore” presenti nella sua città natale. I Maestri Ottavio Mazzonis e Alessandro Papetti, gli artisti contemporanei Francesco Campese, Francesca De Mai, Massimiliano Poggioni e Edoardo Cialfi, con l’occhio fotografico di Pier Paolo Metelli, nella loro totale diversità, esporranno diversi tipi di vedute di “terre e di acque”, paesaggi urbani, introspettivi e immaginari, attuando quello che Marcel Proust indicava come “l'unico vero viaggio verso la scoperta”, che non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell'avere nuovi occhi.
COORDINATE DI MOSTRA
Titolo:
“Paesaggi contemporanei nei luoghi del Perugino"
Sede: Spazio Kossuth, Rimesse del Palazzo Vescovile - via Vannucci, Città della Pieve (Pg)
Presentazione : a cura di Matteo Pacini
Durata:06 aprile 2023 –marzo 2024
Enti promotori: Associazione Ankamò, Proloco turistica pievese,Comune di Città della Pieve

Organizzazione: Associazione Ankamò

Orari di apertura: giugno, luglio e settembre, venerdì, 16,30/19,30 sabato e domenica 10-12, 30/16.30- 19,30;
agosto tutti i giorni 10,30-12,30 / 16,30-19,30;
È possibile prenotare l’apertura straordinaria per visite riservate. L’ingresso alla mostra è gratuito grazie alla collaborazione con Associazione Turistica Proloco Pievese

Informazioni al pubblico: Ufficio del Turismo 0578 298840- Associazione Ankamò 347 8708700
Sito web: www.kossuth.org FB Spazio Kossuth Istagram Spazio Kossuth.