Paesaggi d’autore al tempo del Covid
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Cinque anni dopo la pubblicazione sul quotidiano La Repubblica delle immagini realizzate da 21 tra artiste e artisti per evocare e raccontare Roma nei giorni del lockdown, Blocco 13 propone gli originali di quell’iniziativa editoriale.
Comunicato stampa
Cinque anni dopo la pubblicazione sul quotidiano La Repubblica delle immagini realizzate da 21 tra artiste e artisti per evocare e raccontare Roma nei giorni del lockdown, Blocco 13 propone gli originali di quell’iniziativa editoriale. Lo scopo nel 2020 era affidare al segno distintivo e diverso degli artisti romani l’immagine della città svuotata (e incantata) a causa della pandemia da Covid. Cinque anni fa gli artisti hanno riscoperto e reinterpretato il paesaggio urbano: inedito, sì, ma così vicino alle vedute metafisiche di de Chirico o a quelle da Realismo magico di Antonio Donghi e Francesco Trombadori. I lavori dei 21 autori – dipinti su tela o su carta, disegni a matita o china, tecniche sperimentali o immagini digitali – sono apparsi, per lo più, nell’Agenda della crisi, la pagina allora creata per dare informazioni sui servizi aperti durante la pandemia, ma anche nella pagina di cultura, Società, o nella Bottega di poesia a cura di Gilda Policastro.
L’iniziativa era a cura di Carlo Alberto Bucci (suoi i testi che accompagnavano le immagini) ed era condivisa dai colleghi della Cronaca di Roma, in primis Stefano Costantini e Francesca Giuliani. Diversi dei 21 artisti erano stati del resto coinvolti da Giuseppe Cerasa, quando era alla guida della Cronaca di Roma, nella pubblicazione di opere accanto a racconti di scrittori, prima sul giornale poi sui cataloghi delle mostre nate da quell’esperienza di immagini e testi realizzati ad hoc.
Gli autori e i loro lavori - A confrontarsi con informazioni, articoli e versi, interpretando piazze, strade, cortili condominiali disabitati a causa del coronavirus, dal 26 marzo al 28 aprile 2020 sono stati - in ordine di pubblicazione - Alessandra Giovannoni con la sua “Piazza Dalmazia, ore 15”, quindi è apparso il cortile romano con vista sul mare (siciliano) di Giuseppe Modica, seguito da Felice Levini, che appare mentre indica la luna di San Lorenzo, dagli inquilini inquieti e antichi di Maurizio Pierfranceschi nel quartiere Monti e dalla chiesa, con lucertola e sogni, a Mentana, di Giuseppe Salvatori. Aprile 2020 si è aperto con il notturno al Pigneto di Laura Barbarini poi la magrittiana finestra di un condominio cittadino immaginata da Mauro Di Silvestre, quindi il polemico (per i ritardi nei lavori di restauro) Garibaldi “ferito” al Gianicolo di Iginio De Luca. Ancora: notturna e concettuale la Montesacro di Francesco Cervelli, ideale il cielo a Pietralata in Marco Colazzo, irreale e tridimensionale piazza del Popolo di Alfredo Zelli. Ha proseguito Laura Federici reinventandosi un Mandrione spopolato mentre Giulio Catelli ha immortalato con la sua pittura le persone in fila davanti a un negozio a Torpignattara. Vuoto, vento e silenzio nella piazza immaginaria di Vincenzo Scolamiero. E ancora gente in coda fuori dalla farmacia nella città sparita al Tuscolano di Elena Nonnis. Il coronavirus è stato immortalato da Claudio Palmieri con una corona di filo spinato. C'è stato poi posto per il bestiario surreale sui terrazzi di piazza Vittorio di Franco Cenci, per via Monte del Gallo da “cartolina” (con tanto di Cupola di San Pietro) di Andrea Aquilanti, per la via de Chirico “scrostata” di Matteo Montani (in mostra il lavoro è sostituito dalla non dissimile “Via Morandi”, sempre a Tor Sapienza). Ecco infine il laghetto di Villa Borghese nel paesaggio del visionario Alessandro Finocchiaro.
A chiudere la serie sul giornale, con un’intensa veduta delle rovine dello “Stadio di Domiziano” pubblicata il 28 aprile accanto a un’intervista all'artista di Lorenzo Madaro, il grande Ruggero Savinio.
A lui, scomparso il primo gennaio 2025 a novanta anni, questa mostra è con amore dedicata.