Palinsesti 2015
XXIVa edizione della rassegna d’arte contemporanea Palinsesti, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento.
Comunicato stampa
PALINSESTI 2015
La XXIVa edizione della rassegna d’arte contemporanea Palinsesti, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento e che sarà inaugurata domenica 15 novembre alle ore 15.30 nell’Antico Teatro Sociale “G. G. Arrigoni”, offre al pubblico una serie di progetti che guardano da un lato a ciò che sta accadendo nel contesto artistico-culturale più prossimo, locale, e che dall’altro si aprono a prospettive di carattere europeo.
A trent’anni dalla scomparsa di Italo Calvino Palinsesti dedica a quest’autore un omaggio con l’allestimento nel seicentesco Palazzo Altan della mostra Città che si vedono. La collettiva, curata da Giorgia Gastaldon, prende spunto dalla lettura de Le Città invisibili (1972), nel tentativo di portare avanti una riflessione su alcuni temi fondamentali legati all’uomo ed al suo modo di costruire le città e starci (o non starci) dentro. Cinque gli artisti invitati a riflettere, con i loro lavori, su diversi temi di grande attualità già proposti negli anni Settanta da Calvino (la metropoli e le sue fragilità, il rapporto uomo-natura, il viaggio, la scoperta, il ricordo). Gli artisti intervenuti nel progetto sono il triestino Carlo Alberto Andreasi, il goriziano Alessandro Ruzzier, la ventimigliese Maria Rebecca Ballestra, la palermitana Irene Coppola e la bolognese Irene Fenara.
Al Castello la mostra dell’artista tedesco Stefan Doepner A measurement measures measuring means, curata da Davide Bevilacqua, proporrà al visitatore di esplorare il rapporto tra uomo e tecnologia elettronica.
Doepner scandaglia l’universo degli elettrodomestici e dei devices quotidiani alla ricerca di una scintilla estetica nell’agire elettromeccanico: smonta e analizza le macchine, ricombinandone le funzioni e reinventandone l’utilizzo. Costruisce poi installazioni e oggetti composti da motori, luci e suono che invitano il pubblico ad immergersi in un’atmosfera tecnologica pulsante di vita. Lo spettatore riscopre così l’ambiente elettronico che lo circonda attraverso momenti poetici generati dalle macchine stesse, divenendo testimone di un cortocircuito tra passato e futuro, uomo e ambiente, arte e tecnologia. L’arte diventa quindi strumento privilegiato per raggiungere un più elevato livello di consapevolezza della nostra realtà elettronica e del nostro ruolo in essa.
All’Essiccatoio Bozzoli è invece ospitata la personale di Alessandra Lazzaris, artista presente con l’opera Sectioned (2011) nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto Fermo. Questa mostra vuole infatti essere un approfondimento sul lavoro che l’artista ha portato avanti negli ultimi anni, ma anche un fondamentale affondo su quello che è, di fatto, il patrimonio culturale della cittadina di San Vito al Tagliamento.
Si rinnova in questa settima edizione, curata da Isabella Brezigar e Giorgia Gastaldon, anche il connubio tra Premio In Sesto e Antiche Carceri di San Vito al Tagliamento, le cui celle ospitano per la durata della rassegna l’esposizione dei progetti elaborati da Tomaž Furlan, Michele Spanghero e Christoph Weber, insieme a una selezione delle loro opere.
I lavori dello sloveno Furlan sottendono una critica ironica alla società contemporanea in perenne ricerca del profitto a scapito degli individui, trasformati in automi da movimenti ripetitivi.
L’elemento sonoro associato alla scultura e all’installazione caratterizza la ricerca di Spanghero le cui opere indagano l’ambiente circostante e le relazioni sonore tra sé e i luoghi.
La modellazione del cemento, materiale comunemente associato all’idea di forza, in forme fluide e leggere è la cifra stilistica dell’austriaco Weber, le cui opere generano dissonanti associazioni.
Una sezione del premio, curata da Isabella Brezigar e che sarà inaugurata sempre domenica 15 novembre, ma alle ore 11.00, si trova invece a Pordenone, nelle sale espositive della Fondazione Ado Furlan (via Giuseppe Mazzini, 49) dove è ospitato il vincitore della precedente edizione del Premio, l’artista pordenonese Bruno Fadel. L’esposizione vuole suggerire una riflessione sulla bellezza e l’armonia del silenzio attraverso visioni di immagini e parole.