Palinsesti 2017
In questo 2017 si rinnova ancora una volta l’appuntamento di San Vito al Tagliamento con le ricerche dell’arte contemporanea grazie all’apertura della rassegna Palinsesti che, come ogni anno, prosegue il suo percorso progettuale, tra innovazione e consuetudine.
Comunicato stampa
La XXVIa edizione della rassegna d’arte contemporanea Palinsesti, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento sarà inaugurata sabato 11 novembre alle ore 16.30 nell’Antico Teatro Sociale “G. G. Arrigoni”.
In questo 2017 si rinnova ancora una volta l’appuntamento di San Vito al Tagliamento con le ricerche dell’arte contemporanea grazie all’apertura della rassegna Palinsesti che, come ogni anno, prosegue il suo percorso progettuale, tra innovazione e consuetudine.
Si parte dunque, con questa nuova edizione, dal Castello di San Vito dove è presentato il progetto espositivo Mirabilium Archiva volto ad indagare il rapporto tra le istanze dell’arte contemporanea, la ricerca d’archivio ed il mondo naturale. La mostra coinvolge sei artisti di provenienza ed appartenenza generazionale diverse (Rachela Abbate, Giulio Bensasson, Daniela Di Maro, Anna Pontel, Nicola Toffolini, Carlo Vidoni), le cui opere coinvolgono i più vari media artistici: dall’installazione al disegno, passando per il video, la scultura, e così via. Numerosi i progetti realizzati dagli artisti proprio in occasione di quest’edizione di Palinsesti, a conferma che la rassegna riesce, ancora una volta, nel suo intento di portare avanti un lavoro di vera e propria ricerca nel mondo dell’arte contemporanea.
Un’altra “prima assoluta” è la performance di Michele Tajariol intitolata Trilogia del doppio – Tre atti sul disegno. L’artista, che da alcuni anni ha scelto di abbandonare la “fissità” della produzione scultorea per integrare, quest’ultima, nelle pratiche performative dell’azione e della danza, ha collaborato, in quest’occasione, con altre figure del mondo del contemporaneo, tra cui degli artisti visivi (Ludovico Bomben e Lorenzo Cianchi), un coreografo (Mattia Mantellato), un sound designer (Alberto Biasutti) e delle ballerine (Silvia Baldasso e Sara Bravin). La performance è realizzata in collaborazione con A.S.D. Passione Arte Danza di Pordenone.
All’Essiccatoio Bozzoli è invece ospitata la personale di Elio Caredda, curata da Antonio Garlatti e Giorgia Gastaldon, che costituisce un affondo sul lavoro Ush dar dam (2008) presente nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto Fermo. L’esposizione che unisce lavori meno recenti ad altri realizzati appositamente per questa rassegna vuole indagare l’evoluzione che l’artista ha compiuto in questi ultimi anni.
Si rinnova in questa nona edizione, curata da Davide Bevilacqua, anche il connubio tra Premio In Sesto e Antiche Carceri di San Vito al Tagliamento, le cui celle ospitano per la durata della rassegna, a carattere internazionale, l’esposizione dei progetti elaborati da Mathilde Caylou, Kai Richter e Péter Szalay, insieme a una selezione delle loro opere. Gli artisti provengono dalle ragioni di tre città gemellate con San Vito al Tagliamento: Rixheim, Stadtlohn e Nagyatád.
Il tedesco Richter realizza installazioni site specific con anonimi materiali da costruzione, che contrappone concettualmente alle strutture visive dell’architettura classica e antica.
Partendo da calchi ed estrazioni di terreno, la francese Caylou crea sculture in vetro che attraverso la loro materialità rimandano alla relazione tra natura e paesaggio.
Infine l’ungherese Szalay utilizza plastica, legno, cemento e oggetti quotidiani per indagare la presenza di forme scultoree primarie sia nel mondo della scienza che nella cultura popolare.
Una sezione del premio, curata da Giada Centazzo, che verrà inaugurata sempre sabato 11 novembre, ma alle ore 11.00, si trova invece a Pordenone, nelle sale espositive della Fondazione Ado Furlan (via Giuseppe Mazzini, 49). L’artista croata Ida Blažičko, vincitrice della scorsa edizione del Premio In Sesto, realizzerà un’installazione in delicato materiale tessile, che ridisegnerà lo spazio espositivo. Entrambi i lavori proposti ben sintetizzano l’approccio creativo di Blažičko, esemplificando sia gli interventi in interni che le produzioni di arte pubblica dell’artista. Chiara l’estetica che sottende le opere: l’interesse per i rapporti percettivi tra opera d’arte, spazio e osservatore; la fascinazione per l’estremo Oriente, la biomimetica applicata all’arte; la constatazione della fragilità dell’esistenza umana.
Foto in cover: Elio Caredda, Procol Harum, 2015 (foto di Laura Tessaro)