Panorami impossibili
Mostra dal titolo “Panorami impossibili”, omaggio alle “Città invisibili” di Italo Calvino con 4 interpreti provenienti non solo dal campo delle arti visive ma anche dal mondo della musica.
Comunicato stampa
Viene inaugurata il 14 maggio da Mirror la mostra dal titolo “Panorami impossibili”, omaggio alle “Città invisibili” di Italo Calvino con 4 interpreti provenienti non solo dal campo delle arti visive ma anche dal mondo della musica. Il testo è fonte di sconfinate ispirazioni motivo per cui sono stati assemblati lavori dedicati allo stesso filo tematico: l’artista Arianna Favaro vive a Milano, illustratrice, insegnate di storia dell’arte a tempo pieno e architetto per formazione ha creato una serie di 12 illustrazioni che percorrono le città impossibili di Italo Calvino oltre che la serie “Mappe del nuovo mondo” ideata su delle piante di città. Inoltre propone le sue città anche su oggetti di design come porta riviste e porta oggetti. Dirigendoci verso il distinto mondo dell’incisione abbiamo una serie di 15 opere omaggio al testo di Italo Calvino eseguite a 4 mani: interpreti Gabriele Genini e Sara Vettori membri dell’associazione 47rosso con sede a Firenze.
Gabriele è pittore, disegnatore e incisore, svizzero del Ticino per nascita ma toscano d’adozione ha conseguito il diploma di fumettista a Milano per poi specializzarsi in pittura all’Accademia di Firenze dove ora lavora nel suo atelier nel centro storico. E’ protagonista di diverse mostre collettive in Francia, Svizzera e Italia. Grazie al contributo di Sara Vettori nata a Firenze, specializzata in tecnica d’incisione presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze e appassionata alla musica; il duo ci proietta nelle città adattandole a strutture di città autentiche facendo emergere due stili e due personalità diverse che si accomunano nella tecnica calcografica e in quella xilografia. L’esposizione gode anche di accompagnamento sonoro ideato da Edwin Lucchesi chitarrista psichedelico che ci propone in sottofondo una traccia audio digitale con voce narrante, ricca di suoni e rumori ambientali manipolati che rendono ancora più concrete le città fantasma.
Questa mostra propone l’esposizione di opere visive e figurative ispirate e adattate al testo letterario, volendo sottolineare lo stretto legame che può instaurarsi fra arte visiva e letteratura. Tema focale sono le 55 città, descritte durante i viaggi del mercante veneziano Marco Polo in Estremo Oriente, testo scritto nel 1972 da Italo Calvino autore d’avanguardia del 900, che ci propone una rivisitazione in uno stile serrato e quasi matematico chiamato combinatorio del testo enciclopedico geografico “Il Milione”. Il libro “Le città invisibili” è composto da diversi dialoghi fra l’ambasciatore Marco Polo, alle direttive del sovrano Kubli Kan, che lo ingaggia nella descrizione delle città del suo impero conquistato come in una partita a scacchi senza saperne le regole. L’esploratore parla di città reali e irreali, giuste e ingiuste, felici e infelici, città trappola, città sospese, città doppie, città in movimento, città visibili col pensiero.
Le città arcaiche si fondavano dopo la consultazione dell’oracolo su volontà divina, i colonizzatori venivano guidati allo spostamento grazie alle predizioni, innescando la nascita delle polis: città-stato, emblema di eguaglianza e democrazia con funzioni precise e spazi dedicati al governo, al culto e alle attività economiche come gli scambi commerciali: fattore dominante dei viaggi per secoli. L’espansione e il controllo territoriale, inoltre, è sempre stato ambizione degli imperatori antichi ma obiettivo sempre attuale dei governatori dei giorni nostri. Ora le città sono diventate megalopoli così espanse tanto da scacciare l’ambiente naturale, sembrano forti e inarrestabili ma in realtà sono sistemi tecnologici molto fragili che potrebbero entrare in crisi facilmente. Le grandi città possono essere quasi invivibili e caotiche, questa è una delle tante motivazioni per cui desideriamo viaggiare: ci allontaniamo dalla routine quotidiana per poi ritrovarla al ritorno arricchiti dagli innumerevoli ricordi di viaggio. Le “Città invisibili” di Italo Calvino permette di inoltrarsi sulla via del viaggio più intrinseco che esiste, il viaggio nelle città della memoria.
Le città non sono solo mura, piazze, grattacieli, strade, vie ma bensì: sentimenti, ricordi, memorie, scambi: sono il racconto dei nostri viaggi.
Quello che ci aspettiamo viaggiando è conoscere ciò che ci aspetta, ciascuno di noi può arrivare da diverse vie; arrivando in un posto nuovo il tempo è già passato, in quanto il presente diventa passato ricco di esperienze già vissute e il futuro potrebbe diventare un passato diverso in base a ciò che si farà dopo. Il tempo viene così meticolosamente scandito che il miglior viaggio da fare è quello senza orologio.
NOTE BIBLIOGRAFICHE: Italo Calvino, Le Città invisibili, Oscar Mondadori