Paola Angelini – Il Tuffatore
Fondazione Coppola presenta la sua prossima attività espositiva, organizzata in seguito alla partecipazione al premio Level 0 di ArtVerona 2020, che ha visto l’impegno reciproco fra la Fondazione e A plus A Gallery di Venezia per la realizzazione di una mostra sull’artista Paola Angelini.
Comunicato stampa
Fondazione Coppola presenta la sua prossima attività espositiva, organizzata in seguito alla partecipazione al premio Level 0 di ArtVerona 2020, che ha visto l’impegno reciproco fra la Fondazione e A plus A Gallery di Venezia per la realizzazione di una mostra sull’artista Paola Angelini.
L’esposizione, in programma dal 26 febbraio al 26 giugno 2022, si articola lungo tre piani del Torrione, sede della Fondazione Coppola, e si intitola Il tuffatore, un’allusione ad alcune immagini della storia della pittura – appartenenti alla remota antichità così come al passato recente – e un richiamo a una figura, quella del tuffatore, la cui presenza nell’immagine può sospendersi nello spazio e in una temporalità e narratività indefinita.
Così è la figurazione di Paola Angelini: mai compiutamente narrativa, ma sempre evocativa di potenziali storie che sembrano provenire da una memoria stratificata, con schegge e frammenti che possono momentaneamente rivelarsi per poi inabissarsi in un magma profondo.
La mostra include diversi grandi lavori realizzati dal 2016 a oggi, che evidenziano alcuni degli aspetti più emblematici della poetica dell’artista: un’immagine che nasce dalla materialità del dipinto, cioè solo dopo un processo di costruzione del supporto che, attraverso una corposa preparazione/imprimitura a gesso e colla di coniglio, si ispessisce e irrigidisce; un supporto/superficie che dà vita a un paesaggio frastagliato, all’interno del quale le figure vengono chiamate a raccolta e a combinarsi seguendone la disarticolazione; l’idea che questo paesaggio si nutra di memorie autobiografiche e famigliari, di storie che le hanno plasmate, e di una composta visionarietà che affonda le sue radici nella tradizione dell’arte italiana novecentesca con richiami che tengono insieme Realismo magico, Scuola romana, e il lavoro di alcuni scultori molto amati dall’artista come Pericle Fazzini.
Così se Io a Roma mostra una figura in cui si incontrano un ritratto del padre e un autoritratto che si staglia sullo sfondo di un paesaggio urbano infuocato come quelli di Scipione, What is Orange? Why, an Orange, just an Orange! è un misterioso doppio ritratto che deriva da una foto appartenente all’archivio famigliare, che galleggia su una superficie in cui un tono dominante e vibratile sembra inghiottire e fare emergere, attraverso segni più assertivi e linee e tratti che sembrano nascondere e cancellare, altre ipotesi di figure attorno a quelle principali. E ancora: da uno sfondo astratto e movimentato sembrano affiorare le figure de La storia che mi ha raccontato mio padre, che alludono a un racconto che non può ricomporsi in modo organico, così come frammentario è il paesaggio di figure e oggetti che si dispongono attorno al tavolo/banchetto di Biography of a painting table, scena vagamente casoratiana, in cui i corpi, i busti e i volti, di grandezze e scale differenti, vengono disposti attorno e sul tavolo come oggetti di una natura morta.
Accanto ai dipinti, in mostra, verrà anche presentato Facing fear with my hands, un video ritratto diretto da Davide Maldi che si sviluppa attraverso le parole dell’artista e soprattutto il racconto delle sue giornate in studio e del suo paesaggio d’appartenenza, quello di San Benedetto del Tronto, dove Angelini è nata e ha scelto di vivere.
Inoltre, la mostra sarà accompagnata da una serie di attività didattiche gratuite, coordinate dalla School for Curatorial Studies Venice, rivolte alle scuole del territorio vicentino e accessibili su prenotazione.
Paola Angelini, nata a San Benedetto del Tronto, Italia (1983) si diploma in Pittura nel 2010 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2011 frequenta il workshop in Arti Visive presso lo IUAV Università di Venezia tenuto da Bjarne Melgaard, e nello stesso anno espone nel Padiglione Norvegese della 54esima Biennale di Venezia nella mostra intitolata Baton Sinister. Nel 2017 ottiene il Master in Belle Arti presso KASK Conservatorium a Gent (BE). Nel 2014 e nel 2016 partecipa al programma di residenza d’artista presso Nordic Artists’Centre Dale (NKD), Norvegia, e nello stesso anno partecipa al programma di residenze presso Bevilacqua La Masa a Venezia. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra cui: Forme del tempo, Museo Palazzo Pretorio, Prato, 2017; La conquista dello spazio, Spazio K, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, 2017; Iconoclash, Museo di Castelvecchio, Verona, 2017; Rethinking Media, Brandstrup Galleri, Oslo, Norvegia, 2018 ; Babel of Bric a Bràc, BGE Gallery, Stavanger, Norvegia, 2019 ; Splendor Solis, Museo Cà Pesaro, Venezia, 2021 ; Black Morning, Lyles&King gallery, New York, USA, 2022 ; Il tuffatore, Fondazione Coppola, Vicenza.
Attualmente vive e lavora a San Benedetto del Tronto.