Paola de Gregorio e Firenze
La mostra Paola de Gregorio e Firenze. Le radici di una artista italiana. Sculture, disegni e altre parole comprende una sessantina di opere tra sculture a tutto tondo, bassorilievi e disegni in diversi materiali.
Comunicato stampa
Si inaugura sabato 8 marzo alle ore 17,00 al circolo degli artisti Casa di Dante, la mostra Paola de Gregorio e Firenze. Le radici di una artista italiana. Sculture, disegni e altre parole, con il Patrocinio del Comune di Firenze.
La mostra, che proseguirà sino al 3 aprile, comprende una sessantina di opere tra sculture a tutto tondo, bassorilievi e disegni in diversi materiali ed è suddivisa fra le sale dello spazio espositivo secondo i settori che contraddistinguono il percorso e il lavoro dell’artista in questi ultimi anni: la ritrattistica, i temi sociali, il rinnovamento iconografico dell’arte sacra.
Nata a Roma, Paola de Gregorio ha frequentato lo studio di Pericle Fazzini e, più tardi, l’Accademia di Belle Arti di Roma, nella sezione scultura, laureandosi poi anche in Biologia. Fin da giovane ha realizzato sculture con varie tecniche, dal bassorilievo al tuttotondo, in legno, bronzo, cemento, terracotta, materiali riciclati. Lavora molto sulla ritrattistica e i temi sociali, su opere per l’architettura civile e soprattutto sul rinnovamento dell’iconografia religiosa. E’ anche consulente artistico di gruppi di lavoro per la ristrutturazione delle chiese italiane. Ha esposto in numerose mostre personali, sia in Italia che all'estero.
E’ una scultura tutta “al femminile”, quella di Paola de Gregorio. Non è un caso che l’inaugurazione cada nel giorno della festa della donna. L’artista crea forme concave anziché convesse, sia perché la concavità è caratteristica della psiche femminile, sia perché è espressione diretta della sua azione sulla materia: il carving.
Ci sono sculture a tutto tondo, disegni, ma soprattutto bassorilievi: lo stiacciato di Donatello è il riferimento più immediato che si possa trovare. Il bassorilievo da Paola de Gregorio è privilegiato perché unisce la scultura al disegno. Con la sua esperienza, questa artista riesce a esprimere la profondità e il volume di un corpo anche a grandezza naturale con un rilievo di pochi millimetri.
Altra particolarità di tutte le sue opere è la simbiosi stretta tra parole e immagini: resasi conto che la parola evoca l’immagine e l’immagine evoca la parola, la de Gregorio ha usato sempre queste due forme di linguaggio inserendole liberamente nella costruzione di un’opera, suscitando così un maggiore coinvolgimento emotivo nell’osservatore.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo edito da La Fenice Grafica, con testi di Nicoletta Maraschio, presidente della Crusca, Laura Cretara, direttore della Scuola della medaglia della Zecca di Stato, incisore tra le altre della moneta da un euro e delle principali monete della lira, Giuseppe Pittau, segretario Generale della CEI, Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, Giovanni Carbonara, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici di Roma, Flavia De Rubeis, docente di Epigrafia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e Silvana Marini, Studiosa di Storia dell’arte italiana. Durante l’inaugurazione, Alberto Raffaelli illustrerà ai presenti un recente grande bassorilievo dedicato a Firenze.
La mostra resterà aperta fino al 3 aprile, da martedì a domenica, con il seguente orario: 10-12 e 16-19. L’ingresso è gratuito.
Durante la mostra sono previste visite guidate di scolaresche e di gruppi di persone non vedenti, con le quali l’artista si intratterrà in date diverse. L’incontro con i non vedenti è sempre stato particolarmente affettuoso e coinvolgente, ognuno può toccare le singole opere, alcune prenderle in mano e ciò fa scoprire loro sensazioni ed emozioni nuove. Nei ritratti pian piano riescono a capire le espressioni del volto, nei bassorilievi percepiscono la prospettiva resa dalla profondità del volume, in ogni opera comunque cercano di comprendere i vari materiali, solo con il tatto.
L’artista
Paola de Gregorio è nata a Roma, dove risiede. Ha frequentato lo studio di Pericle Fazzini e, più tardi, l’Accademia di Belle Arti di Roma, sezione scultura, sempre con Fazzini.
Per approfondire lo studio dell’anatomia e completarlo con la fisiologia, ha conseguito la laurea in scienze biologiche presso l’università La Sapienza di Roma. Fin da giovanissima ha realizzato opere di scultura con varie tecniche, dal bassorilievo al tuttotondo, in legno, bronzo, cemento, terracotta, materiali riciclati.
Ha esposto in numerose personali dapprima a Roma (galleria Astrolabio, Palazzo Valentini, Università Gregoriana, Palazzo Laterano), poi in altre città di Italia (Forte Spagnolo de L’Aquila, Villa Pisani di Stra-Venezia), sempre con i patrocini di Comune, Provincia, Regione o Beni Culturali. Ha esposto inoltre in mostre personali all’estero (Lisbona, Vienna, Zagabria, Belgrado, Atene, Salonicco, Zurigo) con il contributo del Ministero degli Esteri.
Ha eseguito lavori di arte sacra, tesi al rinnovamento dell’iconografia religiosa (grande Via Crucis chiesa Sacra Famiglia di Roma, Ambone e Altare antica cattedrale di Fermo). È consulente artistico di gruppi di lavoro per la ristrutturazione di chiese italiane. Nel corso della sua attività ha ricevuto attestati di stima da critici come Apuleo e Strinati e da maestri come Giacomo Manzù e Pericle Fazzini. Sue opere si trovano presso collezioni pubbliche e private (Museo Dantesco di Ravenna, Università Gregoriana di Roma, Castello de L’Aquila, Museo Gulbenkian di Lisbona). Nel 2003 ha ricevuto il “Premio Minerva” per la scultura, riservato alle donne che si sono particolarmente distinte nei diversi settori di attività nel corso dell’anno.