Paola Pezzi – Cumulolembi
Impiegando materiali quali matite, feltri, passamanerie, stoffa e, recentemente, la gomma e il caucciù, dà vita a strutture essenziali.
Comunicato stampa
Da lunedì 21 settembre, fino all’8 novembre 2015, presso lo Spazio PAePA di Milano (via Alberto Mario 26/b), diretto da Giuliano e Nunzia Papalini, va in scena una mostra personale di Paola Pezzi. Un progetto espositivo dal titolo “Cumulembi”, curato da Rosella Ghezzi.
Paola Pezzi, nata a Brescia nel 1963, allieva di Luciano Fabro e Zeno Birolli all’Accademia di Brera è protagonista della scena artistica italiana con una intensa produzione iniziata nei tardi anni ottanta e mai interrotta fino ad oggi. Impiegando materiali quali matite, feltri, passamanerie, stoffa e, recentemente, la gomma e il caucciù, dà vita a strutture essenziali intessute tra loro che invadono lo spazio configurando agglomerati di matasse o complesse galassie circolari monocromatiche che si comprimono o dilatano, la cui conformazione ricorda il procedere segreto della natura. Sculture amorfe o dalla forma “primordiale”, indefinibile. Ed è proprio la monocromia del materiale grezzo usato che evidenzia le strutture molecolari di ogni opera posta in rilievo sulla parete. Una costruzione esuberante e divertita che rimanda alla memoria dello spettatore ipotetici giochi infantili ma anche i gesti primitivi e la spontanea sapienza delle mani che accumulano, intrecciano e amalgamano tra loro gli elementi e i materiali prescelti.
Un gioco di opposizioni continue – spiega Rosella Ghezzi nel testo che introduce il catalogo - caratterizza l’ultima serie di lavori di Paola Pezzi che mette in campo nel suo percorso di ricerca nuovi elementi d’indagine….. L’attenzione si posa sulle opposizioni. Nel binomio “positivo/negativo”, dettato dall’esigenza di dare forma alla dimensione del “vuoto” che compensa e si integra con il “pieno” di strutture pre-esistenti; così il feltro Vedo nero”e il feltro bianco “Squadro”. E nell’alternanza tra “concavo/convesso”, nei bassorilievi dei Derivati ottenuti con stratificazioni di fogli di gomma industriale che creano profondità e prominenze ritmate, accentuate dal gioco di luci e ombre. E anche nella scelta dei colori, opposti assoluti negli abbinamenti di bianco e nero, mediati dalla presenza del grigio”. Dall'inizio degli anni ‘90 ha esposto regolarmente in Italia e all'estero in gallerie di respiro internazionale, tra cui Franco Toselli, Ca' di Frà, Cardi di Milano, Massimo Minimi di Brescia, Studio Simonis di Parigi.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione – disponibile in galleria - con un saggio critico di Rosella Ghezzi (edizioni Quaderni PAePA).