Paolo Annibali – Dirà l’argilla

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO TATTILE STATALE OMERO
Mole Vanvitelliana, Banchina da Chio 28, Ancona, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal giovedì al sabato ore 16-19; domenica e festivi ore 10-13 e 16-19
Apertura straordinaria per gruppi e scuole.
Chiuso: 25 e 31 dicembre.

Vernissage
08/11/2014

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

La mostra è promossa dal Museo Tattile Statale Omero, con il Patrocinio della Regione Marche, in collaborazione con l’Associazione Per il Museo Omero Tattile Statale Omero ONLUS. Sponsor tecnici: Adriatica Legnami s.r.l., Cotto Santa Maria della Petrella s.r.l., Mobilificio Binni s.n.c.

Editori
DE LUCA EDITORI
Artisti
Paolo Annibali
Curatori
Flaminio Gualdoni
Generi
arte contemporanea, personale

In mostra oltre 20 grandi sculture in terracotta realizzate negli ultimi tre anni, secondo un progetto unitario pensato per il Museo Omero.

Comunicato stampa

Dall’ 8 novembre 2014 al 15 febbraio 2015 (inaugurazione sabato 8 novembre ore 18) la settecentesca Mole Vanvitelliana di Ancona ospita nelle sale del Museo Omero la mostra di Paolo Annibali “DIRÀ L’ARGILLA la mano, la terra, il sacro”, con oltre 20 grandi sculture in terracotta realizzate negli ultimi tre anni, secondo un progetto unitario pensato per il Museo Omero.

Flaminio Gualdoni, curatore della mostra, così scrive in catalogo, “Come il plasticatore antico Annibali sceglie l’argilla, giungendo nel proprio gioco di suggestione archeologica a fingere le tracce del colorire antico, ancora una volta raccorciando la distanza rispetto al mito d’una bellezza assoluta e in odore di metafisica... La sceglie perché la terra è la materia disponibile a tutte le forme, ripostiglio di tutte le memorie.”
Le grandi sculture in terracotta, collocate come a ricostruire un antico tempio, sono inconsuete, disperatamente attuali, prive di enfasi eppure fortemente attrattive e seducenti nel loro silenzio spaziale. Una sorta di “monumento al nulla” – così Annibali – senza miti e senza eroi; dove gesti e sguardi rivelano il vuoto del presente e la distanza impenetrabile delle figure femminili del frontone.
Oltre alle sculture, tutte inedite, anche 21 splendidi disegni a china e un’immensità di schizzi e bozzetti. L'allestimento degli architetti Massimo Di Matteo e Mauro Tarsetti, si articola in modo da fondere la fatica quotidiana del lavoro della scultura con la solennità delle opere finite. Entrare in questa sorta di laboratorio invaso da strumenti, appunti e disegni (intuizioni a volte realizzate) che percorrono tutta la sua carriera, è come entrare nell’intimo repertorio dell’artista. Seguono poi gruppo di “acròteri” – Cariatide, Hestia, La fine delle cose, Eroe sfinito, Maschere – e tutti i 21 disegni a china Autoritratto, Disperdersi, Il mare lontano, Eva. Per poi arrivare al tempio impossibile con le 12 metope: singole scene teatrali incastonate con la loro profondità in moduli di terracotta, racconti intimi, ricordi, epifanie, visioni da Album di famiglia a Bambina che sogna il mare. Di forte impatto le cinque figure femminili del frontone, cinque donne colte nei loro gesti quotidiani come truccarsi o specchiarsi. Il gruppo scultoreo, sospeso nella sua raggelante fissità su una tavola di acero, rappresenta il fulcro di questa acropoli contemporanea.
Una mostra ideata per il Museo Omero, (che già ha già in collezione permanente quattro opere di Annibali), da vedere e da toccare, fruibile da parte di visitatori vedenti e non vedenti. La terracotta può esser toccata, esplorata con le mani, accarezzata ed è il materiale ideale per una mostra tattile. Oltre alle sculture, di particolare interesse anche la traduzione a rilievo dei magnifici disegni.
Il catalogo, edito da De Luca Editori d’Arte, con gli interventi dello stesso Gualdoni, di Erri De Luca, del presidente del Museo Omero, Aldo Grassini, e dell’artista, raccoglie le foto di tutte le opere realizzate da Domenico Campanelli.