Paolo Assenza – Le tempeste non mi fanno paura
Mostra personale.
Comunicato stampa
Paolo Assenza
Le tempeste non mi fanno paura
a cura di Massimo Mininni
da un′idea di Lorenzo Bassetti
È in noi che i paesaggi hanno paesaggio.
Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo.
Fernando Pessoa
Nei soggetti dipinti da Paolo Assenza non si trova mai un ancoraggio alla realtà, non rispecchiano
mai un paesaggio che corrisponde esattamente a una ripresa dal vero. L’artista migliora sempre
la scena, non la dipinge come è ma come dovrebbe essere se corrispondesse a un ideale di
perfezione che l’artista trova dentro di sé.
Le sue opere sono una dichiarazione di poetica, un’invenzione della mente, senza però mai essere
pura fantasia, hanno un sapiente chiaroscuro. La luce, ottenuta con morbide patine di colore,
dà alla natura raffigurata un accento suggestivo. La sua pennellata è fresca e ha la capacità di
restituirci, in modo estremamente personale, l’infinita variabilità del riverbero.
Paolo Assenza è impegnato in un personale percorso artistico. La struttura prospettica del quadro
ha una sconfinata rarefazione, le immagini sono avvolte dal silenzio di mari e fiumi che spesso
costituiscono il fulcro delle sue scene dai cieli vasti e minacciosi.
I paesaggi di Assenza manifestano un bisogno di ordine e armonia, che lo porta quasi a disciplinare
la natura e a immaginarla nelle luci e nei colori migliori, nascono così opere di grande bellezza
estetica e formale mosse da una totale libertà di ricerca e sperimentazione. Sono opere che ci
affascinano perché ci trasportano in un mondo diverso dal nostro, facendoci cambiare sempre il
nostro punto di riflessione.
I paesaggi esposti, dal forte impatto emotivo, sono rappresentazioni dalle atmosfere rarefatte e
sospese, eseguite con velature e tonalità sfumate. L’Artista raffigura nuovi spazi trasferendo sulla
tela i paesaggi nascosti nella sua memoria e che svela attraverso il colore, assoluto protagonista
dei quadri.
Assenza non vuole restituirci una proiezione fedele della visione, quanto bloccare, attraverso le
molteplici dissolvenze della pennellata, le emozioni che essa è in grado di suscitare. In questo
modo l’artista cerca di risvegliare nella sensibilità dello spettatore, destinatario del messaggio, un
punctum, un elemento che lo induca a cercare una propria individuale interpretazione dei dipinti.
Il video, elegia di un istante, è di un perfetto rigore formale: le riprese si soffermano su specifici
dettagli della realtà che sembrano essere sospesi in una dimensione temporale circoscritta,
decontestualizzata, mentale.
L’artista segue un filo narrativo che riesce a coniugare un livello realistico con uno più astratto,
innescando contesti di grande tensione emotiva.
Si lascia guidare dalla pittura e dalla memoria delle visioni e, attraverso l’uso minimale di tracce
residue dei codici visivi, ricostruisce un immaginario sfuggente, aperto, disponibile, immagini
latenti in continua ricostruzione.
Paolo Assenza segue la pittura, ma non solo; la sua pratica è spingersi là dove l’uso di altri media
è una ricerca tra le possibilità da cogliere, tra divagazioni in cui si sperimenta, svincolato da regole
e principi, come in un gioco.
Le sue opere sono un mondo di luce e di sfumature dove tutto svanisce per far cogliere una verità
più profonda rispetto a quella immediatamente visibile e percepibile.
Le tele e il video, qui esposti, sono un connubio di emozioni, opere dove tutta la struttura è costruita
con una perfetta armonia. Sono un viaggio mentale nel quale ci trascina e ci apre nuovi orizzonti,
trasmettendoci sensazioni che ci fanno conoscere la nostra parte interiore.
Massimo Mininni
Paolo Assenza (1974) si diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove è allievo
di Alberto Boatto. Si forma negli anni ‘90 a contatto con la scena artistica romana, frequentando gli
artisti dello storico Gruppo Uno e della Scuola Romana di San Lorenzo. Nel 2014 è tra i fondatori
di SpazioY, progetto sperimentale e indipendente di Arte contemporanea, con cui ha all’attivo
l’organizzazione e la cura di numerose mostre. Nel 2021 è incluso nel libro di Damiana Leoni
Vera - Roma, 8 spazi 54 studi che, insieme alla mostra Materia Nova - Roma ultime generazioni a
confronto, curata da Massimo Mininni, traccia una
nuova geografia dell’arte contemporanea a Roma; nel 2023 è stato inserito negli archivi di ricerca
della Quadriennale di Roma.
Ha esposto in diverse mostre nazionali e internazionali curate da varie istituzioni, tra cui: l’École
Normale Supérieure di Parigi, l’Istituto Italiano di Cultura di New York, il Museo Klovicevi Dvori
di Zagabria, la Biennale Ostrale di Dresda, il Castello di Rivara, la Galleria Davide Paludetto, la
Fondazione Pastificio Cerere di Roma, la GAM di Roma, la Fondazione Orestiadi di Gibellina e i
collaterali della Biennale di Manifesta. È vincitore nel 2005 del premio Termoli presso la Galleria
Civica di Arte Contemporanea di Termoli.
La nostra più viva gratitudine va a Fabrizio Cicero per aver progettato il disegno luci delle sale, a
Carlo Romano per le foto dell’installazione, ad Adriana Polveroni per aver inserito la mostra nel Vip
program di Arte In Nuvola, e a tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto.
Un ringraziamento speciale merita Indipendenza nella figura di Marco Zevi per la grande
disponibilità e generosità dimostrata mettendo a disposizione lo spazio della Galleria e, infine,
un riconoscimento particolare si esprime agli sponsor, Molto ricevimenti e Terenzi vinicoltore in
Scansano, che con il loro prezioso supporto hanno permesso di realizzare con successo la mostra.