Paolo Cotani – La Tensione del Segno
Il percorso espositivo intende mostrare il punto di arrivo della ricerca intrapresa dall’artista, dove il segno diviene pura tensione, presentando una serie inedita di sculture in acciaio e cinghie
che si raccordano agli ultimi cicli di lavori come Tensioni e Bilanceri.
Comunicato stampa
In concomitanza con la grande mostra antologica ospitata a Palazzo del Duca di Senigallia, Delloro
Arte Contemporanea, è lieta di presentare nella sua sede di Roma l’ultimo ciclo di opere di Paolo
Cotani. Il percorso espositivo intende mostrare il punto di arrivo della ricerca intrapresa dall’artista,
dove il segno diviene pura tensione, presentando una serie inedita di sculture in acciaio e cinghie
che si raccordano agli ultimi cicli di lavori come Tensioni e Bilanceri.
L’indagine nasce già a partire dai primi anni ‘70 con i cicli Passaggi, Bende elastiche, Fili battuti.
Questi rappresentavano, in linea la ricerca analitica di quegli anni, gesti elementari ma anche esasperate
espressioni di assenza di uno spazio pittorico, fasciature o impronte che si intrecciavano sul
campo visivo demarcando il senso di traiettoria.
Negli ultimi lavori appunto, l’impiego strutture in acciaio alle quali sono tese le cinghie, definisce un
linguaggio inedito, una dimensione quasi scultorea che trascende la bidimensionalità della struttura
superficie-telaio. Volendo affiancare il lavoro della Galleria, due spazi privati, case a lungo frequentate
dall’artista, si aprono la sera prima dell’inaugurazione per mostrare una suggestiva selezione di
opere.
Paolo Cotani (Roma 1940- 2010) evade giovanissimo dalla realtà romana per andare vivere e lavorare a Londra, dal 1964
al 1970, dove confrontandosi con una piattaforma culturale aperta ai cambiamenti e alle nuove istanze, avrà modo di
elaborare un proprio indipendente sistema di pensiero. In quegli anni avrà anche modo di conoscere e stringere amicizie
a Londra con importanti personaggi come lo storico dell’architettura Joseph Rykwert, o a Roma con Gastone Novelli e
Achille Perilli che curerà la presentazione della sua prima mostra romana presso la Galleria Il Ferro di Cavallo nel 1968.
Il definitivo ritorno nella capitale coincide con la presa di coscienza del suo destino di artista.
Siamo già negli anni ’70 e il percorso artistico di Cotani si avvicina al gruppo della Pittura Analitica o Nuova Pittura, laddove
la comunanza di intenti con artisti quali Griffa e Gastini a Torino, Verna e Battaglia a Roma, avviene sul campo dell’azzeramento
linguistico e degli strumenti tradizionali della pittura. Inizia il ciclo dei Passaggi, delle Bende elastiche e dei Fili battuti.
In questi anni partecipa ad importanti collettive tra cui : “Glossario” (1973) curata da Marisa Volpi, “Grado Zero” (1974-
75) organizzata da Francesco Masnata a Bologna e Genova, la IX Biennale di Parigi (1975), “Analytische Malerei” presso la
galleria La Bertesca a Genova -Milano -Dusseldorf (1975), “La Gestione del Colore” (1976) alla Galleria Arco d’Alibert che
negli anni a seguire presenterà numerose sue mostre personali e collettive.
Negli anni ’80 si reca più volte negli Stati Uniti dove intensifica l’amicizia con Ralph Gibson con cui espone nel 1981 nella
doppia personale “Metafora” ai Cantieri Navali della Giudecca a Venezia.
Numerose le mostre durante gli anni ‘80 che sfociano nella grande antologica curata da Giorgio Cortenova nel 1990 a
Palazzo Forti di Verona a cui segue nel 1992 la mostra “Tensioni di superficie” con Scarpitta e Castellani alla galleria Niccoli
di Parma.
Sul finire degli anni ’90 inizia le prime sperimentazioni con applicazioni di fotografia su carta e su tele trattate ad olio.
Questi lavori saranno presentati nel 2004 in Spagna per la mostra “L’immagine negata” presso l’Università de Castilla La
Mancha a Cuenca, e in “Shadows” presso Franco Riccardo Arti Visive a Napoli nel 1998.
Sempre intorno al 1993 inizia i primi lavori sulle costruiti con cinghie tese su telai d’acciaio, che sono il diretto seguito delle
tensioni superficiali iniziate con i lavori delle Bende. Nascono i cicli : Tensioni, Torsioni, e Bilancieri.
Queste opere sono esposte presso la galleria Erica Fiorentini a Roma nella mostra “Tensioni 1971-2007” (2007) e in “Chorus
Line” alla Galleria il Ponte di Firenze (2008).
Nel 2009 la Galleria Delloro di Roma ospita l’installazione “The Russian Tea Room” ispirata al celebre locale newyorkese
dove una sottile linea di specchio percorre a tratti il perimetro della galleria e dove la composizione di carte serigrafate
riproducono in maniera seriale ingrandimenti di segni e gesti di chiaro sapore orientale.
Sempre nel 2009 ha luogo l’antologica “L’aragosta è un mostro delicato”, a cura di Micol Forti, presso Lagorio Arte Contemporanea
a Brescia. Nel 2011 il Musinf presso il Palazzo Ducale di Senigallia gli dedica una grande antologica.