Paolo Gubinelli – Segni per Dante

Informazioni Evento

Luogo
BIBLIOTECA - CLASSENSE
Via Alfredo Baccarini 3, Ravenna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
05/09/2015

ore 17,30

Artisti
Paolo Gubinelli
Generi
arte contemporanea, personale

L’artista Paolo Gubinelli, la cui lunga e fortunata carriera si è espressa con immutata intensità nelle esposizioni realizzate in tanti luoghi d’Italia e all’estero, e spesso nelle biblioteche, si propone ora a Ravenna, non per la prima volta, e lo fa nel mese di Dante, settembre, in cui si ricorda la morte del poeta, la cui presenza, sempre viva, si fa più acuta e percepita.

Comunicato stampa

Paolo Gubinelli: l’omaggio a Dante alla Biblioteca Classense di Ravenna

L'artista Paolo Gubinelli, la cui lunga e fortunata carriera si è espressa con immutata intensità nelle esposizioni realizzate in tanti luoghi d'Italia e all’estero, e spesso nelle biblioteche, si propone ora a Ravenna, non per la prima volta, e lo fa nel mese di Dante, settembre, in cui si ricorda la morte del poeta, la cui presenza, sempre viva, si fa più acuta e percepita. E nell'approdare a Ravenna ed alla Biblioteca Classense, il maestro marchigiano, poeta della pittura, noto per il suo rapporto di sperimentazione artistica con e sulla carta, nel proporci lirici acquerelli di intensa e assieme delicata suggestione emotiva, accosta il suo lavoro ai versi danteschi. Perchè la biblioteca abbia parola, una parola che non può che passare attraverso i suoi oggetti, abbiamo scelto quale testimone della Commedia da affiancare al lavoro di Gubinelli il più antico manoscritto di Dante posseduto dalla Classense, quel manoscritto classense 6 copiato da un copista padano, Bettino de’ Pili, alla fine degli anni Sessanta del Trecento, a cinquant'anni dalla morte del poeta. Un manoscritto che è frutto di lavoro su di un supporto scrittorio, la pergamena, e che silenziosamente si è compiuto in circostanze che ci restano ignote, sulle tracce di modelli che, da uno all'altro, a ritroso, si avvicinano al lavoro di scrittura del poeta Dante. Sulla carta, o sulla pergamena, il poeta prima, il copista poi, tracciano il testo, gli conferiscono quella materialità che noi percepiamo nella coinvolgente esperienza personale della lettura del testo poetico. Scegliendo i versi di Dante dedicati a Ravenna, estrapolandoli dal contesto del canto di cui fanno parte, ma lasciandoli nella forma che il copista, l'inchiostro, il supporto scrittorio, hanno dato al testo dantesco, abbiamo instaurato un dialogo fra segni, quei Segni per Dante, in omaggio a Dante, che l'artista Gubinelli ha voluto come titolo per la sua mostra, e i versi manoscritti della Commedia. Fra i versi di Dante sono state scelte le parole di Francesca da Polenta, nel canto quinto dell'Inferno, che si definisce in rapporto alla sua originaria città, quella Ravenna stabilmente sotto il potere dei Polentani, di cui Dante riferisce a Guido da Montefeltro nel XXVII dell’Inferno; i versi 121-123 del canto XXI del Paradiso riferiti probabil-mente all’insediamento monastico di Santa Maria in Porto fuori presso Ravenna dal pure ravennate san Pier Damiani, identificato con Pietro Peccatore, o Pietro degli Onesti, infine i versi di Purgatorio XXIV in cui il dantesco Paradiso Terrestre trova nella pineta di Classe una reale fonte di ispirazione. Sono versi molto amati e fra i più conosciuti dai lettori, proposti, va ribadito, nella materialità dell'antico manoscritto ravennate. Paolo Gubinelli è un artista lirico, che si rapporta alla poesia nella costante ricerca del verso poetico come fonte e finalità di creazione artistica; a lui tanti poeti, spesso contemporanei, e fra i maggiori, hanno dedicato loro versi in dialogo con la sua opera. Oggi egli propone, in questo omaggio a Dante, una scelta di lavori in cui le pennellate conferiscono forme astratte ai colori sulla carta, attraversata dagli accumuli di materia pittorica che riempiono le incisioni che la solcano, i graffi che la incidono, percepibili come rilievi, al tatto negli originali, all'occhio nelle riproduzioni del catalogo. Il rimando alla poesia verbale rimane criptico, affidato allo sguardo del fruitore-lettore, alle sue intuizioni, alle sue scelte, alla sua preziosa ed insostituibile performance percettiva e critica.

Claudia Giuliani
Direttrice dell’Istituzione Biblioteca Classense