Paolo Inverni – No idea how long
Con No idea how long, LOCALEDUE prosegue con la realizzazione dei progetti curatoriali vincitori del bando sviluppato lo scorso inverno.
Comunicato stampa
Il 25 maggio 2017, alle ore 19, LOCALEDUE presenta la personale di Paolo Inverni No idea how long, a cura di Alessandra Franetovich. Con No idea how long, LOCALEDUE prosegue con la realizzazione dei progetti curatoriali vincitori del bando sviluppato lo scorso inverno. La mostra sarà visitabile fino al 17 giugno su appuntamento.
Concepita come un'indagine «sull’impossibilità di tracciare in modo netto il confine tra dato d'origine, percezione ed elaborazione cognitiva di esso», No idea how long riunisce opere inedite dalla produzione più recente dell'artista. Cristallizzate nei formati canonici della storia dell'arte – disegno, pittura, scultura – le opere in mostra sottolineano soggettività e parzialità di qualsiasi punto di vista, svelate per mezzo di traduzioni e traslitterazioni tra codici linguistici e culturali diversi.
Nelle opere confluiscono riferimenti al mondo circostante e alla storia dell'arte e della visualità, ad epoche, luoghi e contesti differenti che, isolati e rinnovati, formulano una nuova immagine capace di mappare il percorso di uno sguardo soggettivo, dando vita a un'architettura del pensiero.
No idea how long è il verso estrapolato da uno scritto, il dettaglio estratto da un insieme, l'indizio di un enigma che, come una suggestione, introduce al tema del sospeso.
Paolo Inverni (Savigliano, 1977, vive e lavora a Torino). La sua ricerca artistica – basata sull'utilizzo di linguaggi e media differenti che sovente assumono la forma finale di installazioni – indaga il concetto di punto di vista, e la sua relazione con la realtà oggettiva presunta. Suoi lavori sono stati presentati in occasione di mostre personali e collettive tra le quali: 'Eclissi', Galerie Mazzoli, Berlin (2015); 'Paths', Galerie Mazzoli, Berlin (2009); 'Luci', e/static, Torino (2005); 'Teatrum Botanicum', PAV Parco Arte Vivente, Torino (2017); 'Che il vero possa confutare il falso', Santa Maria della Scala / Accademia dei Fisiocritici / Palazzo Pubblico, Siena (2016); 'Videoreport Italia 2008_2009' GC. AC., Monfalcone (2010); 'Evading Customs: Milan', Le Dictateur, Milano (2010); 'Découpage (f l)', blank, Torino (2006); 'Inner spaces', Künstlerhaus Dortmund, Dortmund (2006).
Alessandra Franetovich (Sarzana, 1985, vive a Torino) è storica dell’arte e curatrice indipendente. Si occupa in particolare di concettualismo e di arte russa e degli altri Paesi dell’ex Unione Sovietica, con un interesse specifico verso l’arte come strumento di ridefinizione dei canoni interpretativi, percettivi e relazionali. Come assistente curatoriale ha collaborato con istituzioni museali quali Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Come curatrice indipendente ha curato progetti espositivi presso Galleria Frittelli, Firenze; LocaleDue, Bologna; Le Murate, Firenze; Castello Malaspina, Massa. Come Cultore della materia presso l'Università di Pisa, tiene lezioni sull'arte concettuale e sull’arte non ufficiale sovietica degli anni Settanta e Ottanta. Scrive per riviste quali Exibart, NYR Magazine, Kabul Magazine.