Paolo Leonardo – Comment ça va?
Comment ça va? È il titolo di un film scritto e diretto da Anne-Marie Miéville e Jean Luc Godard nel 1975 e sviluppa un discorso estetico e contemporaneamente politico sulle immagini fotografiche, nonché sull’utilizzo delle stesse rispetto alla propaganda politica e all’informazione in generale.
Comunicato stampa
Comment ça va? È il titolo di un film scritto e diretto da Anne-Marie Miéville e Jean Luc Godard nel 1975 e sviluppa un discorso estetico e contemporaneamente politico sulle immagini fotografiche, nonché sull’utilizzo delle stesse rispetto alla propaganda politica e all’informazione in generale.
In questo momento storico, è anche una delle domande che ci si rivolge più spesso, agli altri e a se stessi.
Un quesito apparentemente semplice dunque, che accompagna la personale di Paolo Leonardo, la prima alla galleria De Chirico, costruita nel suo allestimento come un viaggio intellettivo, che stimoli riflessioni sulla fotografia e sulla pittura, sulla riproducibilità tecnica e sull’unicità, e di come tutto ciò possa influire sulla società e condizionarne gli aspetti politici, economici e socioculturali.
Seguendo ancora una suggestione cinematografica, ovvero il mediometraggio di Aleksandr Sokurov, Elegia di un viaggio, nel quale il regista ci racconta del cammino di un personaggio senza volto (i fruitori dovranno indossare le mascherine per visitare la mostra)che compie un viaggio onirico fino ad un museo, le cui opere vengono riprese e commentate. La costrizione al pubblico contingentato permetterà dunque un allestimento costruito come un viaggio a tappe, negli spazi interni ed esterni delle gallerie, restituendo ad alcuni lavori la primaria natura di manifesto.
In mostra, che sarà on line e visitabile su appuntamento nelle due sedi di Via Giolitti, 52 (Project Room) e nella nuova Home Gallery di Via cervino, 18B, una selezione di lavori che ci mostrano la ricerca di questo straordinario artista che opera da quasi tre decenni.
Paolo Leonardo (Torino, 1973), sin dagli esordi ha sviluppato una ricerca e un lavoro utilizzando l’immenso archivio delle immagini pubblicitarie, cinematografiche, editoriali, fotografie spesso di autori anonimi sulla cui scelta si dirige una empatica istintualità, procedimento suggerito anche dagli scritti di Roland Barthes ed in particolare dal testo La Camera Chiara del 1980: “Credetti di capire che, tra la Fotografia, la Follia e qualcosa di cui non sapevo bene il nome, ci fosse una sorta di legame (di nodo). Cominciai col dare un nome a quel qualcosa: la pena d’amore. In fondo, non ero forse innamorato della bambola meccanica felliniana? Non si è forse innamorati di certe fotografie? (Guardando le foto del mondo proustiano, io m’innamoro di Julia Bartet, del duca di Guiche). Tuttavia, non era ancora questo. Era un’ondata più grande del sentimento amoroso. Nell’amore fatto nascere dalla Fotografia (da certe fotografie), un’altra musica dal nome stranamente demodé si faceva udire: la Pietà“. (Roland Barthes, La Camera chiara, 1980, pag.116).
Una volta scelta l’immagine, Leonardo la trasporta in quella che è la sua giurisdizione, la pittura. “Portando le immagini sul mio territorio, quello della pittura, della visionarietà, in un certo senso le salvo dall’oblio, consegnandole alla durata… In ogni mio lavoro c’è una messa in crisi dell’immagine fotografica, ci sono delle linee di fuga che la allontanano dalla realtà oggettiva dell’immagine”. (da Dialogo con Paolo Leonardo di Alessandro Demma).
Durante il suo percorso, Leonardo ha elaborato immagini pubblicitarie di moda, ha lavorato sull’immagine di Adolf Hitler “un’icona che rappresenta il male assoluto semplicemente per parlare dell’uomo e della nostra attuale condizione sociale, culturale, politica ed economica”, ha stravolto e camuffato frame cinematografici, ha utilizzato per il progetto Parigi, Maggio 1968/Torino, Maggio 1973, via Bligny una serie di fotografie degli scontri avvenuti a parigi nel maggio del 1968.
Oltre alle sedi istituzionali (ultima esposizione alla Fondazione Merz nel 2019 con il regista Daniele Gaglianone e l’artista Lina Fucà, tre mostre personali che che si intrecciano in un progetto comune sul tema dell’infanzia, Solo da bambini)e alle gallerie, spesso l’artista si è espresso attraverso numerosi interventi urbani: “L’intento dei miei interventi pittorici è quello di mettere al centro la rappresentazione dell’uomo e del corpo attingendo all’immenso archivio delle immagini pubblicitarie, che in qualche modo avevano e hanno la forza di rappresentare l’uomo nella società contemporanea con i suoi stereotipi, le sue miserie, i suoi vuoti”. (da Dialogo con Paolo Leonardo di Alessandro Demma).
I lavori potranno essere acquistati anche attraverso il sito E-Commercewww.raffaelladechiricobuyonline.com con carta di credito e PayPal.