Paolo Maggis – Close-Up
In un momento storico contrassegnato da chiusure e distanze, la mostra Close-Up dell’artista Paolo Maggis ospitata presso Clubhouse Brera Milano è un invito ad un riavvicinamento seppur solo visuale, ad osservare attraverso primi piani ed inquadrature di piccoli dettagli, spesso isolati rispetto al contesto più ampio.
Comunicato stampa
In un momento storico contrassegnato da chiusure e distanze, la mostra Close-Up dell’artista Paolo Maggis ospitata presso Clubhouse Brera Milano è un invito ad un riavvicinamento seppur solo visuale, ad osservare attraverso primi piani ed inquadrature di piccoli dettagli, spesso isolati rispetto al contesto più ampio. In questo ciclo di opere Paolo Maggis utilizza la tecnica del Close-up come spunto di riflessione espressiva in cui porzioni di un insieme più grande vengono improvvisamente investite di una nuova importanza registrando indelebilmente sulla tela una testimonianza poetica attraverso tracce pittoriche.
Il gesto si libera della forma divincolandosi dal significato così da trascendere i confini dell’immagine che non viene più descritta ma sentita e ritrasmessa come fluire di sensazioni e pensieri. Il pensiero si immerge nella forma dove ha trovato origine per poi tessere, attraverso gesti rapidi e pennellate gestuali, una nuova epidermide della realtà. In queste opere l’artista, emulando Philippe Petit, cammina su una fune tesa sul baratro: trova l’equilibrio grazie alla forma destinata a perdersi nel circuito delle pennellate e dei gesti che vogliono essere definitivi, fondamentali.
Citando il testo di Alberto Mattia Martini estrapolato dall’omonimo catalogo che dà il titolo alla mostra “… con la sua indefessa ricerca ci prospetta e conduce in un’arte, che non vuole giungere a rinnegare completamente la forma, il reale e la rappresentazione, ma crede nella possibilità di travalicarla, attuando una riforma organica, che pur destrutturandone l’immagine, sottolinea come essenziale all’assenza sia proprio l’apparire sensibile in carne ed ossa, pur divenendo essa quasi irriconoscibile nella sua entità corporea.” Ed ancora: “Qui avviene una presa di posizione oserei dire radicale: non é più solo importante come e cosa si sta rappresentando, ma anche la rappresentazione stessa, tanto che ogni singola pennellata agisce come vita autonoma, soffrendo ed ascoltando, per poi fluire in un insieme di gesti. Atti sospesi o risoluti che talvolta necessitano non solo l’utilizzo del pennello o della spatola, ma pretendono l’intervento della carne reale, appunto, della verità, della mano dell’artista, che interviene direttamente sulla tela senza avvalersi dell’intermediario del mezzo tecnico, in modo da sintonizzarsi totalmente con la pittura stessa.”
Paolo Maggis è un artista italiano che lavora prevalentemente nell’ambito della pittura. Nasce a Milano il 29 dicembre 1978. Cresce a Vimercate, provincia di Milano per poi trasferirsi nel capoluogo lombardo nell’anno 2000. Tra il 1996 e il 2000 studia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera frequentando il corso di pittura con il professore ed artista Beppe De Valle. Terminati gli studi inizia la sua carriera espositiva e nel 2005 si trasferisce a Berlino (Germania) sino agli inizi del 2008 anno in cui si sposta a Barcellona (Spagna) dove tutt’ora vive e lavora. L’artista utilizza immagini tratte da diversi media cinema, tv, internet – sfruttando la loro violenza istantanea e la confusione dei loro messaggi, con un linguaggio veloce, potente, che assale l’osservatore attraverso strati di colore pastoso che si sovrappongono sulle grandi tele. Maggis partecipa a varie mostre collettive (in Italia e all’estero) e presenta la sua prima personale di pittura nel 2000 presso lo Spazio Obraz di Milano. Su Paolo Maggis son stati pubblicati diversi cataloghi: Paolo Maggis- Monito(r) pubblicazione Skira; Paolo Maggis, Cacho a Cacho e In Nodum Coacti pubblicazione Silvana Editoriale. Nel settembre 2011 viene presentato presso le sale del Pan di Napoli il nuovo libro Paolo Maggis pubblicazione Carlo Cambi Editore sui primi dieci anni di lavoro dell’artista in occasione della mostra omonima. Nel 2012 viene presentato sempre il nuovo libro BIONERS – Paolo Maggis, Bigas Luna a cura di Roberta Bosco. Nel 2013 lo stesso editore pubblica il libro Earth/Stars che racchiude al suo interno le immagini del ciclo omonimo. Del 2019 Zel Editore pubblica Close-Up che racchiude le opere dipinte a partire dal 2015 che trasformano l’immagine in un circuito astratto di elementi che si allontanano dalla forma a volte per perdersi ed altre per ricostruirla. Fondamentale per lo sviluppo del suo lavoro l’amicizia con l’artista e cineasta Bigas Luna.
La mostra fa parte di Art Journey il percorso, curato da Giorgia Sarti - fondatrice di diverse Gallerie d’arte tra cui Whitelight Art Gallery - in collaborazione con Copernico che si sviluppa nell’organizzazione di mostre, eventi e iniziative culturali. Un riconoscimento del ruolo dell’arte e della creatività che va oltre le logiche note, verso una collisione tra due differenti linguaggi che genera una nuova dimensione, in cui l’impresa e il mondo del lavoro si arricchiscono di nuovi contenuti e di un moto creativo che porta innovazione e idee avveniristiche. Arte come prezioso valore aggiunto al vivere quotidiano, che permette di approcciare temi trasversali ed eterogenei tra loro, creando un dialogo multidisciplinare a sostegno della crescita delle persone e delle imprese.
Copernico amplia così gli orizzonti dell’esperienza lavorativa quotidiana aprendo i suoi spazi ormai da diversi anni all’arte e alla cultura. Allo stesso tempo, artisti e operatori dell’arte entrano in contatto diretto con il mondo dello smart working, all’interno di un’impresa aggregatrice di altre imprese e acceleratrice di innovazione, dialogando a stretto contatto con un pubblico aperto e in sintonia con i linguaggi propri dell’arte e della creatività.