Paolo Pibi – Luminarium
Fondazione Bartoli Felter presso il Temporary Storing in Cagliari in via 29 novembre 3/5 verrà inaugurata la personale “luminarium” dell’artista Paolo Pibi a cura di Chiara Manca.
Comunicato stampa
Il prossimo 19 gennaio alle ore 18 promossa dalla Fondazione Bartoli Felter presso il Temporary Storing in Cagliari in via 29 novembre 3/5 verrà inaugurata la personale "luminarium" dell'artista Paolo Pibi a cura di Chiara Manca.
La mostra Luminarium raccoglie oltre 30 opere realizzate dall'artista Paolo Pibi negli ultimi dieci anni, dal 2012 al 2022 ed è la prima personale nell'isola dell'artista di Marrubiu.
L'arco temporale scelto rappresenta il crescendo del percorso artistico di Pibi e la sua ricerca e poetica artistica, sviluppati fra Milano e Torino.
Le opere esposte, selezionate in alcune delle più importanti collezioni private dell'isola in molti casi inedite, per la prima volta sono riunite in un unico luogo: la Fondazione Bartoli Felter di Cagliari, punto di riferimento per l'arte contemporanea in Sardegna.
Per l'occasione è stato realizzato anche il primo catalogo interamente dedicato al lavoro di Paolo Pibi, con i testi e le interviste di critici, curatori, collezionisti e storici dell'arte che hanno accompagnato l'artista nel suo percorso fino ad oggi.
Scrive la curatrice :
Luminarium
Tout se passe dans notre univers mental. Par univers mental, il faut entendre forcément, absolument, tout ce que nous pouvons percevoir par les sens, les sentiments, l’imagination, la raison,
l’illumination, le rêve ou par tout autre moyen. Nous sommes responsables de l’univers, cette évidence nous permet de juger les philosophies non dialectiques (idéalistes ou materérialistes) à leur
juste niveau de jeux à vide, puisque les philosophes essaient d’atteindre la pensée parfaite qui doit se confondre avec l’objet au point de le nier.
(Le Surréalism en plein soleil, 1946, Bousquet, Magritte, Marien, Michel, Nouge, Scutenaire, Wergifosse)
La poetica artistica di Paolo Pibi è più simile all’applicazione del metodo scientifico su tela che al discorso
concettuale sull’immagine e la sua riproduzione, proprio della storia dell’arte.
Interrogato sull’argomento in diverse occasioni, risponde muovendosi tra temi filosofici, psicologici e
appunto scientifici, strutturando un principio che si sta sviluppando nella pittura contemporanea e che Pibi
porta avanti da oltre dieci anni.
Di fronte a una tela bianca l’artista dipinge seguendo quello che sembra un flusso di coscienza: non pensa al
soggetto prima che il soggetto si presenti spontaneamente sulla tela, non ragiona sui dettagli prima che
questi nascano dall’unione di pensiero/immagine/pennellata.
Nelle opere è l’immagine a suggerire l’immagine, è il pensiero che si concretizza nel quadro mentre l’artista
dipinge e attraverso questo principio Pibi fa sì che la pittura diventi pulsione e mai virtuosismo tecnico o
esercizio di stile.
Il paesaggio è l’unico elemento ricorrente: nel dipingere spazi sconfinati (che accolgono immagini
apparentemente slegate fra loro) mette lo spettatore di fronte a un breve film autobiografico, un corto
surreale in cui ricordi, sensazioni, dettagli e momenti del passato si mescolano fino a creare un’unica
inquadratura.
In questo senso la sperimentazione di Pibi non è mai rivolta alla tecnica in sé o ai materiali utilizzati, ma
sempre all’espressione dei gradi di coscienza e subcoscienza a cui arriva durante il processo pittorico.
La pennellata diventa meditazione: una sorta di ipnosi autoindotta, un percorso che dalla ripetizione di gesti
e dettagli (come i fili d’erba o le foglie, riprodotti centinaia di volte nei pochi centimetri disponibili sulla tela)
mostra allo spettatore una visione profondamente intima e contemporaneamente universale della
percezione del reale e dell'immaginario.