Paolo Quaglierini – Sonetti
Stabilisce un linguaggio fluido attraverso la fisicità compiuta e la storia altra degli oggetti d’uso.
Comunicato stampa
Stabilisce un linguaggio fluido attraverso la fisicità compiuta e la storia altra degli oggetti d’uso.
Ricontestualizza arduamente ready-made più industriali e seriali, ma più spesso porta alla ribalta il fascino unico degli object trouvé più familiari: pipe, scarpe, vecchie foto, giornali, figure ritagliate, sculture e sculturine.
S’intona al castello antico, ma assume i ritmi interni contemporanei delle sue altamente intriganti “scatole magiche”, la mostra “Sonetti” di Paolo Quaglierini, che apre, domenica 12 luglio 2020, nello Spazio del Castello Ginori di Querceto (Montecatini VC – PI), la programmazione – ridotta, ma sempre in grande stile, anche in tempo di Covid-19 – “SuoniDivini” dei Marchesi Ginori Lisci.
Da Duchamp a Dalì, dal dadaismo al surrealismo, l’intuizione di un linguaggio inconscio che trasforma in simboli altri le valenze originarie di decorazione o uso pratico di antichi o più recenti manufatti.
Racchiusi in bacheche ermetiche, aprono dentro un mondo infinito, rompendo la distinzione fra quadro e scultura, fra design e arte, e spesso – ed è qui l’aspetto meno decodificabile e più innovativo - fra figurazione ed astrazione.
La capacità assemblativa di Quaglierini – che si diverte anche in omaggi e citazioni, come la pipa di Magritte che emette dadi o le icone di dipinti celebri rinascimentali che acquisiscono comunicativa mass mediatica pop - sta nel ritmo interno dello spazio tridimensionale e negli espedienti rocambolescamente riusciti per sorprendere e intrigare lo spettatore attraverso una gestione completamente inventiva dello spazio.
Non in ultimo, la resa attraverso le oggettualità stesse, di atmosfere remote: raccontate da oggetti del quotidiano che assorbono ricordi e si fanno portavoce di temporalità che non vogliono tramontare.
“Paolo Quaglierini, nasce a Rosignano Marittimo (LI), dove vive e lavora. Fondamentale “la lunga esperienza di restauratore e doratore” dove acquisisce competenze e manualità, ma anche suggestioni direttamente dalla storia, poi consacrate ad creativo che dopo la pittura nel solco della “tradizione labronica, figurativa ed allegorica”, si trasforma in un proprio linguaggio pop, attraverso “vecchi mobili reinterpretai, oggetti di uso comune rivisti e manipolati. “Nel 2014 lo studio appassionato dell’artista americano Joseph Cornell spinge Paolo Quaglierini in una direzione ancora più innovativa: la realizzazione di piccole scatole magiche, dove soggetti estranei dialogano fra loro a riformare nuovi poetici mondi”.