Paolo Romani – Ak Yol

Romberg Arte Contemporanea apre l’anno nuovo con la personale del fotografo Paolo Romani, curata da Italo Bergantini e Gaia Conti
Comunicato stampa
Romberg Arte Contemporanea apre l’anno nuovo con la personale del fotografo Paolo Romani,
curata da Italo Bergantini e Gaia Conti. L’esposizione AK YOL, arricchita da uno scritto inedito di
Riccardo Di Noia, inaugura domenica 26 gennaio 2025 e si inserisce nel ciclo "I Racconti della
domenica" – sette mostre in cui le opere dialogano con altrettanti racconti.
Alle pareti si snoda un percorso in quattro progetti fotografici – Via della Seta, Syriana, RomAltrimenti
e Michikusa – attraverso scorci, visioni oniriche e frammenti del quotidiano.
L’allestimento non si limita a cadenzare lo spazio, ma si fonde col racconto, contribuendo a definirne
il significato. Ciascuna serie è racchiusa in una grande cornice colorata, che enfatizza il contenuto
delle immagini, creando un legame profondo tra opera e messaggio.
AK YOL, termine turco che significa “strada bianca”, è il filo conduttore che Romani intreccia con
paesaggi e storie, combinando istinto documentaristico a una ricerca poetica più intima. La “strada”
diviene così una potente metafora di incontro, transito e introspezione. Non solo un percorso fisico,
ma anche una via di connessione tra culture e memorie, spazio antropologico, simbolo di scoperta e
trasformazione interiore.
Lungo il cammino si susseguono spazi di transito che ricordano i “non-luoghi” descritti
dall’antropologo Marc Augé, sospensione dei tempi, attesa e passaggio. Aree liminali, definite non
tanto da ciò che mostrano, ma dal vuoto, dal silenzio che evocano.
Ogni sosta apre uno sguardo unico: Via della Seta ripercorre antiche rotte, trasformandole in
frammenti di archeologia emotiva; Syriana indaga un mondo sospeso tra luce e memoria;
RomAltrimenti reinterpreta la capitale in chiave onirica e misteriosa attraverso l’obiettivo della Holga;
Michikusa, infine, celebra l’impermanenza, ispirandosi alla poesia visiva degli haiku.
Paolo Romani esplora tracciati millenari e celebra la bellezza delle piccole cose, modellando le sue
immagini con una cura compositiva che oscilla tra rigore geometrico e spontaneità. Un
attraversamento fisico ed estetico che attinge a una profonda sensibilità artistica e a una notevole
introspezione, trasformando l’ordinario in straordinario e l’effimero in una visione scultorea.
Ciascuna tappa, incorniciata con cura, regala una prospettiva distintiva rendendo ogni serie
fotografica un luogo da abitare, anche solo per un istante.
Testo di Gaia Conti