Paolo Solari Bozzi – Luce e Silenzio. La Groenlandia
![Paolo Solari Bozzi – Luce e Silenzio. La Groenlandia](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/68020.jpg)
Curata da Denis Curti, la mostra presenta 40 opere in grande formato e in bianco e nero scattate su pellicola in Groenlandia, durante quattro diverse stagioni invernali, dal 2016 al 2022 e stampate nella camera oscura del fotografo.
Comunicato stampa
La Galleria Still di Milano ospita, dal 13 febbraio al 28 marzo 2025, “Luce e Silenzio. La Groenlandia” del fotografo Paolo Solari Bozzi.
Curata da Denis Curti, la mostra presenta 40 opere in grande formato e in bianco e nero scattate su pellicola in Groenlandia, durante quattro diverse stagioni invernali, dal 2016 al 2022 e stampate nella camera oscura del fotografo.
«Senza mai assecondare unicamente la componente estetica dell’immagine, il lavoro di Solari Bozzi richiama il modus operandi dei grandi paesaggisti della storia fotografica» scrive Denis Curti nel testo di presentazione. «Stiamo parlando di una fotografia ancora analogica, lenta, pensata e progettata (Solari Bozzi usa pellicole in bianco e nero e realizza le stampe in camera oscura). Questi paesaggi, collezionati da Solari Bozzi dal 2016 al 2022, partono certamente da un gesto meccanico, ma poi incorporano nel racconto le infinite possibilità espressive di simbologie romantiche e plasticità paesaggistiche. Mantenendo sempre fisso all’orizzonte, come nel celebre scatto di Adams Moonrise over Hernandez (1941), la minaccia moderna della scomparsa di questi luoghi ancestrali.»
In queste ultime settimane la Groenlandia è al centro del dibattito politico internazionale a causa delle dichiarazioni di Donald Trump sulla “Terra Verde”, l’isola più grande del mondo tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Artico, territorio autonomo della Danimarca quindi territorio a tutti gli effetti europeo. La premier danese Mette Frederiksen ha ribadito al Presidente degli Stati Uniti che “la Groenlandia non è in vendita”. Tensioni che hanno puntato l’attenzione di tutto il mondo occidentale su questo territorio estremo ricoperto dalla calotta glaciale, attraente per l’ampia disponibilità di risorse naturali - come idrocarburi, le terre rare e le materie prime- ma anche sulle nuove rotte che si stanno aprendo al Polo Nord per via del riscaldamento globale, a cui si aggiunge la posizione militare strategica.
Paolo Solari Bozzi (1957) è uno dei rari fotografi - insieme a lui menzioniamo Ragnar Axelsson e Carsten Egevang - che ha deciso di raccontare la Groenlandia in maniera professionale, con gli ampi spazi, bianchi e profondi, contaminati dalla sporadica presenza dell’uomo: un mondo, di luce e silenzio, catturato su pellicola in diversi viaggi grazie all’impiego di attrezzatura fotografica analogica. Un’autonomia di pochi scatti per sessione fotografica (da 4 a 10), una fotografia lenta e ancor più rallentata dalle condizioni ambientali con le temperature artiche dell’inverno groenlandese che raggiungono le punte più estreme della Terra, fino ai a -60 gradi.
«Il mio viaggio è iniziato nell’Ovest dell’isola, grazie a Roberto Peroni e alla sua Casa Rossa, a Tasiilaq, per poi, spedizione dopo spedizione, arrivare sino a Nord, a Qaanaaq. Qui è possibile seguire con la macchina fotografica durante la caccia quotidiana della foca o del narvalo gli Inuit, vestiti ancora di pelle d’orso che rimane anche oggi il modo tradizionale - e forse migliore - per combattere le temperature artiche. Annovero con orgoglio l’invito da parte di Konrad Steffen, professore e ricercatore svizzero di fama internazionale, fondatore dello “Swiss Camp”, una base di ricerca in mezzo all’isola, che per oltre trent’anni ha raccolto dati meteo e climatologi e che ho avuto l’onore di seguire durante una delle sue spedizioni».
Il percorso espositivo è un racconto quindi non solo della Groenlandia da un punto di vista prettamente paesaggistico e naturalistico, tra grandi iceberg e distese glaciali, ma anche un reportage da quel luogo del pianeta che è la sentinella silenziosa del cambiamento climatico e che può essere un alleato prezioso per capire la fragilità e le bellezza della Terra.
Una selezione di queste immagini sono state riprodotte nel libro di Solari Bozzi Greenland Into White, pubblicato da Electa, nel 2017.
BIOGRAFIA
Paolo Solari Bozzi (1957), avvocato M&A, è fotografo da sempre per passione. Al seguito del padre diplomatico italiano, studia in Marocco, in Germania e a Venezia al Collegio Navale Francesco Morosini dove inizia a fotografare perdendosi tra le calli della Laguna. Con la macchina fotografica al collo, alla guida della sua Renault 4 rossa, già da ragazzo viaggia verso Capo Nord e Aqaba, mosso dal desiderio irrefrenabile di conoscere e insieme trattenere, ritagliati nello spazio della pellicola, i luoghi e le persone incontrate.
Non avendo mai perso l’interesse per la fotografia, il bianco e nero analogico diventa poi il centro della sua attività professionale quando allestisce un’ampia camera oscura a Celerina, in Engadina.
Attratto da sempre dall’Africa, viaggia a più riprese con la sua Land Rover nei Paesi del Sahara, nell’Africa Australe e partecipa a diverse spedizioni in Groenlandia, assumendosi l’impegno di creare consapevolezza perché questi ambienti un giorno non ci saranno più.
A tal fine, costituisce l’Associazione svizzera “Arctic. Last Frontier”.
“Si attraversa il fiordo con i cani e la slitta solo quando è ghiacciato, altrimenti occorrono le barche. Ogni anno le acque si sciolgono prima e si ghiacciano più tardi, restringendo drammaticamente all’uomo e agli animali il loro territorio di caccia. Cerco scene e momenti unici: spettacolari
tormente di neve, cani dal pelo arruffato, persone barcollanti sotto le raffiche del vento, gli Inuit, le casette di legno. Essere lì è affascinante, non si può indugiare, perché il corpo, le mani e il viso si ghiacciano. É una sfida: sia dal punto di vista fisico e mentale, sia fotografico.”
Oltre a, Greenland Into White, pubblicato da Electa, nel ( 2017), è autore dei volumi Zambian Portraits (Skira, 2015) e Namibia Sun Pictures (Tecklenborg, 2013).