Paolo Tosti – [de] Habitat
La scultura di Paolo Tosti è un prodotto della Natura: il rapporto fra Cielo e Terra è presente in tutte le sue opere.
Comunicato stampa
L’artista, ispirandosi all’archeologia urbana e industriale dismessa, non fa altro che riprendere il tema archetipico dell’architettura dalle origini arcaiche, in cui l’Uomo era ancora interconnesso con l’Universo. Tale costruzione architettonica è formata da riferimenti astrali semplici in cui, la linea verticale (Menhir) è il principio attivo, è il viaggio verso il cielo, verso le costellazioni, il sole, mentre la linea orizzontale (Dolmen) è il principio passivo, la terra, la natura. Le sculture di Paolo hanno questi due principi fondamentali originari che, l’artista, inconsciamente, trova nelle forme architettoniche abbandonate e silenti, per lui esclusiva fonte di ispirazione. È la sua specifica sensibilità che gli permette di Vedere spazi e forme che poi trasformerà: sottrae all’ambiente (de habitat) per aggiungere altro arrivando ad una sintesiformale, ad un’essenzialità spinta ai più alti livelli: l’Origine di tutto.
Nell’artista avviene una vera trasmutazione alchemica: nell’atto creativo dello scolpire, giunge alla simultanea trasformazione di sé che accomuna le sue azioni ai postulati fondamentali del pensiero alchemico, perché entrambi (soggetto e oggetto) si realizzano attraverso la ricerca della Verità.
È proprio per questo motivo che nelle sculture di Paolo percepiamo qualcosa di unico, di armonioso, di cosmico. Quasi possiamo vedere le sue opere che prendono vita: fluttuando nello spazio infinito, in silenzio, sembrano muoversi continuamente assumendo forme sempre diverse. È solo l’artista che le può fermare, bloccando il loro movimento in un tempo assoluto, sospeso.
La sua arte è unica e irripetibile, complessa per i contenuti profondi e antichi ed è per questo che diventa vera. L’artista ha bisogno di perfezione: nel rifinire arriva ad una precisione formale essenziale, dettata da una sapiente esperienza della tecnica di esecuzione. Da un unico concio di pietra ricava un’unica scultura, dove i vuoti scolpiscono i pieni, creando un’opera dalle forme di una realtà inconoscibile, misteriosa dettata da una memoria di un tempo perduto: un tempo magico.
Le sue sculture ci portano in un mondo altro, in un [de] habitat ancora da scoprire.