Paolo Ventura – La città nuova
MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare, in contemporanea nelle sue quattro gallerie, la nuova mostra personale di Paolo Ventura dal titolo La città nuova.
Comunicato stampa
Nel mese di maggio, in contemporanea, nelle quattro gallerie di Milano, Pietrasanta, Torino e Verona, il nuovo progetto di Paolo Ventura, reduce dal successo della mostra Carousel da Camera, centro per la fotografia contemporanea, a Torino
MARCOROSSI artecontemporanea è lieta di presentare, in contemporanea nelle sue quattro gallerie, la nuova mostra personale di Paolo Ventura dal titolo La città nuova. Il richiamo immediato è a un’altra famosa “Città nuova” - vecchia ormai più di un secolo - ideata da Antonio Sant'Elia nel 1914 quando in Italia era da poco iniziata la rivoluzione industriale. L’avvenimento aveva dato una forte e decisiva spinta verso la modernità e verso i futurismi, da cui furono attratti artisti, poeti, scrittori e anche architetti.
La città, con le sue piazze, i monumenti storici e le periferie, è da sempre protagonista e primo palcoscenico delle opere di Paolo Ventura. I dirompenti cambiamenti dell’ultimo anno e le nuove riflessioni sul futuro della città e sulla crisi dei modelli in cui viviamo, hanno influenzato la sensibilità dell’artista e portato alla nascita del nuovo lavoro.
La visione fantastica che anima il lavoro dell’artista, ha spinto la sua “città nuova” verso un ordine ancora più onirico e sempre più a misura di uomo. Nelle opere è affrontata sia la dimensione pubblica del paesaggio urbano, con la raffigurazione di monumenti e scorci architettonici, che la dimensione privata, costruita intorno alle visioni intime e segrete di un’abitazione.
Ogni città, così come ogni casa, è la somma di molte città vissute, ricordate, magari solo immaginate. Partendo dai propri scatti fotografici, Ventura ha ridisegnato la città, l’ha reinventata con la pittura, facendo sparire il superfluo e tutto ciò che, a suo giudizio, è inutile e brutto per mettere un po’ d’ordine alla realtà. Gli spazi rinascono non necessariamente perfetti ma caricati di nuova visionarietà.