Papini e le arti visive
Convegno Papini e le arti visive.
Comunicato stampa
GIOVANNI PAPINI E LE ARTI VISIVE
28 ottobre 2022
Università IULM MILANO
Sala Seminari | IULM 1 | 6° piano
a cura di Tommaso Casini con il patrocinio di
Gabinetto G. P. Vieusseux, Fondazione Primo Conti di
Fiesole, SISCA (Società italiana di Storia della Critica
d’Arte)
L’opera omnia di Giovanni Papini (1881-1956) scrittore,
filosofo, poeta e polemista fiorentino è stata indagata
principalmente dagli storici della letteratura e della cultura
europea a cavallo tra la fine del secolo XIX e il secolo XX. In un
suo scritto autografo, inedito, di incerta datazione (attorno ai
primi del ‘900), intitolato “Il visibile parlare” egli elencava,
come spesso era solito fare, una serie di argomenti su cui era
intenzionato a scrivere. Vi si leggono tra gli altri:
“Ritratto medievale e del rinascimento; gli scrittori italiani
(ritratti); Le maschere (maschere auree di Micene – maschere
greche – maschere dei selvaggi – maschere italiane –
maschere giapponesi, americane ecc.); Le belve nell’arte (dai
leoni egiziani ai modernissimi); I Cesari (ritratti degli
imperatori Romani da G. Cesare alla caduta dell’Impero). Il
possibile volume, che si preannunciava una sorta di storia
letteraria del volto e della sua rappresentazione, sul filo delle
arti visive, così ipotizzato non giunse mai alla luce.
Filologicamente, a ben guardare, gli argomenti dell’elenco sono
tuttavia spesso presenti nella vasta produzione papiniana.
Papini ebbe una smisurata passione per le arti visive e per i
libri figurati, corroborata da una notevole conoscenza dell’arte
del passato e del suo presente, a cui associava una singolare
forma di gusto per il collezionismo, che andava dall’antico al
contemporaneo, passando per le arti non europee. I rapporti
con i pittori, tra cui il sodalizio con Ardengo Soffici (pittore-
letterato) per citare il principale, si collocava nell’alveo naturale
e di antica origine che egli viveva nello spirito dell’unità delle
arti e del pensiero. Letteratura e pittura, testi e immagini,
pensiero e produzione artistica considerati imprescindibilmente
come un unicum in cui esprimere il proprio essere.
Papini non fu pittore di pennello, incisore o scultore di materia,
ma scrisse di pittura e scultura, si avvaleva di incisori, fotografi
e pittori per le riviste da lui fondate, per le opere che pubblicò;
teorizzò sulle arti visive scrivendo tra i primi sul cinema,
linguaggio da poco affacciatosi sulla ribalta delle arti. Recenti
sono alcune ricerche sulla produzione di sceneggiature di film
mai realizzati sulle figure di Santa Chiara – San Francesco.
Paradossalmente il Papini scrittore d’arte visiva non è mai stato
approfonditamente indagato nella sua complessità dagli storici
della critica dell’arte del ‘900, pur imbattutisi spesso nella sua
personalità artistica.
Considerato forse a torto territorio degli studi accademici
principalmente letterari e della storia del pensiero
antropologico e filosofico. Se ampia è la bibliografia su Soffici,
in cui il sodale Papini rientra, per la collaborazione alle riviste
(Leonardo e Lacerba), manca ad esempio, a tutt’oggi,
un’articolata antologia critica sulla produzione del Papini
scrittore d’arte, come poco illuminata è la disamina dei temi e
dei linguaggi trattati nel vasto epistolario che vede numerosi
corrispondenti tra pittori e scultori (Pablo Picasso, Medardo
Rosso, Oscar Ghiglia, Gino Severini, Lorenzo Viani ecc. oltre
naturalmente al citato pittore/letterato di Poggio a Caiano).
Per i 140 anni dalla nascita dello scrittore (1881-2021) il
progetto di ricerca promosso e curato da Tommaso Casini,
sostenuto dal Dipartimento di Comunicazione Arti & Media
dell’Università IULM, diretto dal Prof. Paolo Giovannetti – mette
a confronto storici dell’arte e della critica artistica, del cinema e
della letteratura. Il convegno internazionale, a cui seguiranno
gli atti prevede l’uscita di due volumi di scritti papiniani
(un’antologia sulle arti e un volume sui rapporti di Papini con il
cinema) editi dall’Editore Scalpendi di Milano (si vedano schede
editoriali allegate), che offrono una nuova e ampia ricognizione
e riflessione critica nella prospettiva del côté “visivo” del
“parlare” e scrivere papiniano.