Parigi 1900-1906. Il primo Soffici

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO SOFFICI - SCUDERIE MEDICEE
Via Lorenzo Il Magnifico 9, Poggio a Caiano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

giovedì, venerdì, sabato, domenica e festivi 10.00-13.00/14.30-19.00

Vernissage
22/04/2023
Biglietti

Biglietto d’ingresso “Museo Soffici e del 900 italiano” + mostra “Parigi 1900-1906. Il primo Soffici”: €. 5,00. Gratuito per residenti del Comune di Poggio a Caiano e minori di 18 anni.

Generi
arte moderna

La sala espositiva delle Scuderie Medicee è intitolata alla memoria di Luigi Corsetti, in occasione dell’apertura della mostra “Parigi 1900-1906. Il primo Soffici” e della presentazione del relativo catalogo.

Comunicato stampa

"Questa inaugurazione è un ulteriore tassello della ricomposizione del mosaico delle attività di Luigi Corsetti e vuole essere a lui dedicata”, afferma l’amministrazione comunale di Poggio a Caiano. “Il nucleo di questa mostra che andiamo a inaugurare, infatti, ruota attorno alle riviste parigine raccolte da Luigi e presenti nel “Fondo Luigi Corsetti”, recentemente inaugurato, presso l’archivio del Museo Soffici. Inoltre, è davvero con la giusta riconoscenza verso l’operato di Luigi che andremo domani a intitolare il prestigioso salone espositivo delle Scuderie Medicee alla sua memoria.
Come ulteriore tributo alla memoria di Corsetti, sempre domani sarà altresì pubblicato sul sito istituzionale l’avviso pubblico per una borsa di studio del valore di 1500 €, rivolta ai laureandi e dottorandi che vorranno presentare un progetto di ricerca sulla storia, l’arte e la cultura di Poggio a Caiano, continuando così l’operato di Luigi.
Ringraziamo la direttrice del museo Giulia Ballerini per il gran lavoro svolto, assieme alla preziosa curatela del prof. Luigi Cavallo. Una particolare menzione va all’attento operato dell’Ufficio Cultura nelle persone di Massimiliano Martini, Patrizio Gioffredi e Barbara Taverni, che ne hanno curato con grande passione gli aspetti attuativi”.

La mostra inaugurata domani ha come oggetto un argomento raro e poco frequentato: Il primo Soffici, che comprende un preciso lasso di tempo, 1900-1906, quando il Soffici ventenne abitava a Parigi e si guadagnava da vivere collaborando a riviste umoristiche, di argomento leggero e di costume.
D’altra parte il giovane toscano coltivava rapporti con pubblicazioni di buon prestigio culturale, La Plume, La Critique Indépendante, L’Europe Artiste e queste ultime favoriranno le sue conoscenze con letterati e pittori come Moréas, Ricciotto Canudo, Apollinaire e Henry De Groux, Picasso, Van Dongen, che saranno compagni prestigiosi del suo percorso culturale, riferimenti di studio e di lavoro che faranno maturare quella singolare e complessa entità creativa, la personalità di Ardengo Soffici che darà lustro alla nostra storia moderna.
Una cospicua esposizione di documenti grafici provenienti dal Fondo Luigi Corsetti – a questo benemerito direttore del Museo scomparso repentinamente è dedicata la manifestazione – ci permette di ripercorrere una traccia del lavoro sofficiano che va apprezzata come itinerario delle frequentazioni esistenziali dell’epoca: il simbolismo è percepito da Soffici come sovrastruttura estetica via via da sfoltire nella ricerca di una realtà più consona alla sua natura e alle misure semplici che andranno ad affermarsi nella sua pittura.
Tra il Soffici che si era per breve tempo approvvigionato alle lezioni di Fattori nell’Accademia fiorentina e il Soffici che troverà una dimensione classica nell’opera di Cézanne, abbiamo qui il passaggio di un artista che attraverso il disegno, quello satirico, quello di prova accademica, quello affascinato da un vero idealizzato, individua con prove spurie ciò che sarà il carattere del suo linguaggio.
I fogli che vengono proposti hanno in sé valori di rarità, hanno almeno centoventi anni di età, e sono pagine di vita oltre che di studio e di raccordo fra proposte e conquiste espressive. Segnano le tensioni e gli adattamenti cui era costretto Soffici per vivere a Parigi; le verifiche spontanee sulle forme e sulle figure e le ricerche di uno spirito inquieto, come poi rimarrà sempre: un letterato che nell’immagine esprime i suoi punti di valore, e un pittore che correda le strutture e i colori dei suoi quadri di elementi poetici.

“Si tratta di un’esposizione di originali e di documenti – spiega il curatore Luigi Cavallo – che insieme vogliono dare il senso di un’epoca. L’epoca del simbolismo europeo, che fu certamente il momento di sintesi più prolungato nella storia dell’arte. Tutti gli oggetti, le cornici, gli ambienti, le insegne: tutto era decorato con un certo stile. Quindi anche le persone incolte, anche chi non aveva capacità di leggere i documenti del design, ne fruivano e contribuivano a questo stile. Soffici era partecipe di questo momento: contribuiva con disegni a riviste sia umoristiche che culturali, dove avvennero i suoi incontri con Apollinaire, Picasso, Brac, Van Dongen, e con quei poeti che allora avrebbero fatto della cultura europea il centro propulsivo della cultura internazionale. Uno fra tutti, Baudelaire. E in mostra c’è questo spirito baudelairiano e abbiamo pubblicato il contro frontespizio e una pagina de Le Fleur du Male, datato 1904, un libro che gli fu donato dall’amica Elénè D’Oettingen, la sua amica del cuore e la sua musa”

“Per la prima volta, grazie a questa esposizione, vengono affiancate le riviste parigine con cui Soffici collaborava e le opere grafiche da lui eseguite nell’arco temporale 1900-1906”, aggiunge la direttrice del museo, Giulia Ballerini. “Accanto alle vignette umoristiche, che restituiscono il sapore della Belle Epoque, troviamo disegni in cui emerge già una concezione pittorica più strutturata, che caratterizzerà le opere del Soffici maturo.
Questa mostra restituisce una visione organica dell’operato di Soffici ai primi del Novecento, affiancando opere in rotazione al Museo Soffici a quelle in deposito e ad altre richieste in prestito a collezionisti.
I fogli che vengono proposti hanno almeno 120 anni di età e alcuni sono inediti e rari. Sono pagine di vita oltre che di studio e segnano le tensioni e gli adattamenti cui era costretto Soffici per vivere a Parigi, tra penurie economiche e difficoltà. Nonostante questo, la cosmopolita capitale francese, capace di attrarre e concentrare tutte le tendenze artistiche dell’epoca, segna per l’artista quello che lui stesso definì un salto vitale”.