Parleranno le pietre
La mostra si propone come un percorso di riscoperta, che tappa dopo tappa si sofferma sugli aspetti meno conosciuti e spesso sottovalutati della chiesa. A partire dalla sua collocazione spaziale: si inizia infatti dal battistero, posto all’esterno, per entrare poi all’interno della chiesa, come prevedeva il cammino dei battezzati nelle antiche basiliche paleocristiane.
Comunicato stampa
In occasione dei 50 anni di fondazione della Chiesa di San Giovanni Battista a Casalecchio di Reno, quattro giovani studiosi ci invitano a riscoprirne il prezioso valore storico, artistico e sociale attraverso una serie di visite guidate e una mostra, che sarà inaugurata domenica 7 ottobre alle ore 12 presso la Chiesa stessa, in via Marconi 39.
La mostra si propone come un percorso di riscoperta, che tappa dopo tappa si sofferma sugli aspetti meno conosciuti e spesso sottovalutati della chiesa. A partire dalla sua collocazione spaziale: si inizia infatti dal battistero, posto all’esterno, per entrare poi all’interno della chiesa, come prevedeva il cammino dei battezzati nelle antiche basiliche paleocristiane. Dunque un recupero della tradizione, quello effettuato dall’architetto Melchiorre Bega, che allo stesso tempo crea una chiesa quasi rivoluzionaria nella sua struttura: ancor prima delle imminenti riflessioni del Concilio Vaticano II (1962-1965), pone l’altare al centro dell’assemblea e progetta un ambiente sobrio, essenziale, che parli prima di gridare.
Il titolo, Parleranno le pietre, vuole richiamarsi al noto versetto evangelico, ma esprime anche l'intenzione di mettersi in ascolto di ciò che abbiamo davanti tutti i giorni, in silenzio. Scriveva nel 1994 Giovanni Paolo II: «la pietra racchiude una grande energia. In essa si esprimono le forze della natura, che innalzano la crosta terrestre, formando catene di alte montagne. La pietra può costituire una forza minacciosa. Ma oltre alle rocce delle montagne, nelle quali si esprime il mistero della creazione, vi sono anche pietre che servono all’uomo per le opere del suo genio». Così è per i muri della chiesa di San Giovanni Battista: la pietra della vicina Montovolo fu scelta “a km 0” da Bega e scolpita singolarmente da 20 scalpellini, per un lavoro che recupera manualità e simbologia insieme.
Il valore storico-artistico della chiesa di San Giovanni Battista nasce già dalla sua ideazione, come una delle nuove parrocchie volute dal Cardinale Giacomo Lercaro per dare anima alle periferie sorte a Bologna negli anni Cinquanta. La sua personalità di pastore e cultore dell'arte riunisce per questa chiesa, insieme all'architetto Bega, gli artisti Luciano Minguzzi, Farpi Vignoli e Dino Baranzelli, autori rispettivamente dell'intensa statua del Battista (elencata tra l'altro da Vittorio Sgarbi nel recente volume “L'Italia delle meraviglie”), di un imponente ciborio bronzeo istoriato, e di una serie di arredi sacri dal gusto cubista.