Pasquale Altieri – Verba Volant
La mostra Verba Volant riunisce le opere di Pasquale Altieri in cui si rintraccia l’uso del testo, talvolta come ready made o come elemento significante, incastonato in un complesso ironico di presenze.
Comunicato stampa
FRAMMENTI DI UN DISCORSO AMOROSO
“dopo un lungo silenzio
viene un verso più lungo di tutti gli altri”
Nanni Balestrini
La mostra Verba Volant riunisce le opere di Pasquale Altieri in cui si rintraccia l’uso del testo, talvolta come ready made o come elemento significante, incastonato in un complesso ironico di presenze. Verba volant mostra la ricerca di Altieri nel campo della parola, secondo un uso ereditato direttamente dalla poesia visiva e alimentato dalla maniera ossessiva dell’artista di cercare e rubare testi e immagini dal mondo della comunicazione, sperimentando perennemente l’accostamento tra parola e oggetto, per la creazione di quadri o ambientazioni allusive o enigmatiche. Viene ripercorso l’uso che Altieri pratica del testo partendo dalle prime sperimentazioni “poveriste” in cui le parole, impresse sulla carta, esplicitano un discorso allusivo che unisce immagini e oggetti trovati, accostati per suggestione al fine di creare una sorta di rebus composto da frammenti di storie precedenti o di pensieri dell’artista stesso. La riflessione dell’artista sull’uso della parola parte da lontano. Altieri, infatti, elabora una personale scrittura gestuale ed istintiva, un segno non codificato e arcaico che prelude ad una predilezione dell’artista per la parola come segno distintivo. In maniera non lontana ai Pensieri non funzionali di Pietroiusti, Altieri cataloga parole, pensieri, frasi come fossero pietre miliari delle fasi differenti del suo percorso, ed ognuna rievoca trame di vita o di lavoro. E’ una galassia di pensieri trascritta su carta; ad ogni parola Altieri affida un proprio ricordo e ognuna trova casa in un’opera differente.
Sono utopie istantanee, spiragli di liberazione, quelle frasi che troviamo sugli specchi o nelle carte, sono (parafrasando Barthes) frammenti di un lungo discorso amoroso, utopico e, a volte, volutamente patetico.
Ma Altieri ci mostra pensieri preliminari alla formazione di un concetto, sono intuizioni, immagini sfocate e sensazioni che ognuno è tenuto a completare e a mettere a fuoco con il proprio intuito e secondo il proprio vissuto. Dalle opere storiche giungiamo alla serie di specchi, luoghi in cui la parola abita il contesto antistante, amplia e risignifica lo spazio.
Altieri non dimentica il contesto – una libreria – e, in mezzo agli scaffali, installa una scala che reca l’iscrizione “da usare solo se ci si assume delle responsabilità”. E’ una installazione che si sviluppa verticalmente in cui l’artista pone, sospesa al centro della sala, l’edizione illustrata del Paradiso di Giovanni Di Paolo. Il paradiso, nella sua rappresentazione, è lì a portata di mano, ma per arrivarci non abbiamo che una scala rotta.
Tra gli ultimi lavori in mostra troviamo la serie Vota per me, in cui l’artista ragiona in maniera provocatoria sulla relazione tra parola e immagine nella comunicazione elettorale, svelandone l’ambiguità e irridendone l’uso stereotipato.
Marco Trulli