Pasquale Gadaleta – La quarta fatica
Curata da Alex Urso, la rassegna prende il titolo di La quarta fatica, e raggruppa una serie di opere che invitano a scoprire e a prendere confidenza con il lato più nascosto del cinghiale, animale da sempre demonizzato.
Comunicato stampa
Spiritualità, esoterismo e mitologia convergono nella figura del cinghiale, animale che nel
corso dei secoli è stato associato a concetti e significati agli antipodi tra loro.
Dall'iconografia greco-romana che vede il verro selvatico raffigurato sui vessilli e nelle
ceramiche più pregiate, alle recenti “crociate” legate agli eventi di cronaca locale: com'è
accaduto che un animale così iconico e carico di leggende diventasse il nemico da
combattere al di fuori del nostro recinto? La nuova mostra di Pasquale Gadaleta (Terlizzi,
1988) per Fiuto Art Space si sofferma su questo soggetto, ribaltando la visione
propagandistica e il pensiero comune intorno all'animale, facendo luce sugli elementi
archetipici e sul valore iconografico che da sempre riveste.
Curata da Alex Urso, la rassegna prende il titolo di La quarta fatica, e raggruppa una serie
di opere che invitano a scoprire e a prendere confidenza con il lato più nascosto di questo
animale demonizzato. Si passa dalle piccole ceramiche dal gusto “boccaccesco” (sculture
nelle quali l'ungulato si lascia andare a situazioni di intimità cariche di ironia) alla preziosa
tela a olio Cinghiali nella palude: un paesaggio minuzioso che riporta alla memoria gli
ornamenti naturali delle stampe ukiyo-e giapponesi, con due verri ritratti all'interno di un
delicatissimo scenario crepuscolare. Gli elementi dell'iconografia sacra tornano inoltre nel
poderoso dipinto Grande quadro, con una famiglia di bestie che passeggia all'interno di
una vegetazione dal sapore pompeiano, mentre la scultura in terracotta Cinghiale
dormiente raffigura la creatura con una espressione di stasi, incongruente rispetto
all'immagine feroce comunemente nota.
L'elemento mitologico e divino è il fil rouge di ognuna di queste opere. E come potrebbe
non esserlo? I riferimenti sacri intorno al cinghiale sono da sempre innumerevoli, e a quelli
l'artista attinge per dare vita alle sue immagini arcaiche e fiabesche. Sempre alla mitologia
greca si ispirano il titolo della rassegna, La quarta fatica, e l'imponente scultura di
cinghiale appositamente realizzata da Gadaleta e mai esposta prima, entrambi
riconducibili alla figura di Eracle (o Ercole). Secondo il mito ellenico, fu proprio il cinghiale
la quarta prova affrontata dall'eroe figlio di Zeus, passato alla storia per le celebri dodici
imprese. Dopo aver imprigionato la cerva di Cerinea, il semidio fu inviato in Arcadia per
catturare vivo il cinghiale di Erimanto: una belva selvatica di enormi dimensioni.
Naturalmente Eracle riuscì nell’impresa, proseguendo alla fatica successiva e
progredendo nel suo cammino di ascesa spirituale.
L'episodio mitologico è qui rievocato, seppur sovvertito da Gadaleta in funzione non dello
scontro ma della convivenza con la bestia catturata. Così come nella sua canzone del
1979, L'era del cinghiale bianco, Franco Battiato auspicava a un rinnovamento spirituale e
sociale, al ritorno a una condizione perduta, nelle minuziose opere di Pasquale Gadaleta
si nasconde un desiderio di trasformazione, di convivenza con il nostro lato oscuro, al fine
di superare l'annoso paradigma divisionistico tra uomo e natura.