Passeggiate romane
La mostra rende omaggio ad artisti romani e ad altri maestri attivi nella capitale negli anni fra le due guerre, facendone emergere le differenti poetiche e i diversi linguaggi.
Comunicato stampa
opere di: G. Capogrossi, F. Carena, G. Ceracchini, R. Francalancia, C.
Innocenti, E. Lionne, G.A. Sartorio, A. Spadini
R.G. Battaini, L. Bistolfi, A. Bocchi, F. Cangiullo, F. Cifariello, B.
Croatto, N. D’Antino, E. Drei, D. De Angelis, G. Guerrini, L. Laurenzi, G.
Prini, A. Torresini
Ideata come “Passeggiata” attraverso i diversi movimenti artistici dei primi
decenni del Novecento, la Mostra che si inaugura il 19 settembre 2013 alle
ore 17 alla Nuova Galleria Campo dei Fiori rende omaggio ad artisti romani e
ad altri maestri attivi nella capitale negli anni fra le due guerre,
facendone emergere le differenti poetiche e i diversi linguaggi.
Strettamente legati alla “Scuola romana” sono: Giuseppe Capogrossi (1900 –
1972) con una straordinaria e inedita opera figurativa Ponte di ferro [o]
Ponte del soldino (1928), che restituisce l’incanto di un angolo della Roma
sparita; Riccardo Francalancia (1886 - 1965), di cui si espone il dipinto
Monte Soratte (1926), presentato nel 1928 alla prima Mostra romana
dell’artista e mai più esposto, una icona così antinaturalistica da lambire
la pittura astratta; Gisberto Ceracchini (1899 - 1982) con il dipinto
Pastorale con il quale l’artista partecipa nel 1943 alla IV Quadriennale, un
inno alla pace in mezzo agli orrori della guerra.
Di matrice divisionista Alla toilette di Camillo Innocenti (1871 – 1961), un
esempio tra i più significativi della sua poetica intimista, eseguito a
Parigi tra il 1912 e 1915. La tecnica della pittura divisa si ritrova anche
in un raro Ritratto di Salvatore Di Giacomo (1908) del napoletano Enrico
Lionne (1865 - 1921), maestro in quegli anni di Umberto Boccioni.
Di Armando Spadini (1883 - 1925) in mostra La pettinatrice, un capolavoro
proveniente da una storica collezione, eseguito nel novembre del 1918 nel
clima di fine guerra ed esposto nel 1931 alla I Quadriennale Romana. Dello
stesso autore una vivace Natura morta del 1915.
Si segnalano di Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932) una scena della
Grande Guerra del 1917 Baraccamenti a Boneti sul Carso e due opere di Felice
Carena (1879 - 1966), Nudo del 1927 e una Veduta di Roma.
Sempre tra le nature morte si espone del triestino Bruno Croatto (1875 -
1948) una Coppa rossa con melograni, espressione di un naturalismo puro e
raffinato con un’attenzione meticolosa al dato reale che ritroviamo anche
nel Vaso di rame e mele di Rino Gaspare Battaini (1898 – 1960).
Tra gli artisti che hanno lavorato e vissuto a Roma a Villa Strohl-fern si
espongono un dipinto di Amedeo Bocchi (1883 - 1976) che ritrae la Villa nel
1930 e le sculture del faentino Ercole Drei (1886 – 1973) e del veneto
Attilio Torresini (1884 – 1961).
Sempre rimanendo nell’ambito della scultura sono presenti due raffinate
teste in marmo bianco di gusto Neoclassico dello scultore abruzzese Nicolò
D’Antino (1880 - 1966), appartenute alla collezione di un Ministro del
Ventennio; di Filippo Cifariello (1864 - 1936) il gesso I coniugi Pinto,
eseguito nel 1919 durante la breve fase simbolista della scultore pugliese.