Patrick Bayly – Cave
Prima mostra personale in galleria di Patrick Bayly.
Comunicato stampa
La galleria C+N Canepaneri è lieta di presentare Cave, prima mostra personale in galleria di Patrick Bayly. L’artista americano porta in Italia il risultato della sua più recente ricerca pittorica, di cui le opere in mostra rappresentano sia il punto di partenza che quello d’arrivo.
Il percorso presenta un insieme di dipinti le cui caratteristiche formali sembrano preludere a un racconto per immagini, o quantomeno una sequenza narrativa: sono presenti figure umane, ambientazioni domestiche e nature morte, con rimandi visivi che sembrano collegare i quadri tra di loro. La verità è che nessuna di queste composizioni intende raccontare una storia, descrivere una situazione o esprimere una posizione critica. Ironicamente, come indicato dai titoli didascalici, queste immagini non sono altro che sé stesse.
Quello di cui ci vuole parlare Bayly non è ciò che troviamo rappresentato nei dipinti: l’artista non ci racconterà di cene romantiche, della quotidianità nel suo studio, di un gruppo di amici o qualsiasi discorso di carattere personale o collettivo che potrebbe essere sotteso a queste immagini. Eppure, quasi paradossalmente, è soltanto esplorando ogni dettaglio formale che si rivela la proposizione concettuale dell’artista.
I dipinti di Bayly si aprono a molteplici interpretazioni. È un’osservazione che potrebbe essere valida per qualsiasi dipinto, tuttavia oggetto del suo lavoro sono proprio i meccanismi alla base della pluralità dei significati attribuibili a un segno. Richiamando i fondamenti della semiotica visiva, Bayly muove dal presupposto che i soggetti sono relazioni che necessitano della proiezione di significato dentro un segno per poter funzionare. Analizza quindi questa relazione attraverso precise strategie formali: la reiterazione dei soggetti, la duplicazione delle immagini - e perfino dei dipinti stessi - e la proiezione, sia a livello fisico che concettuale. Il processo dell’autore si basa sulla eviscerazione dell’atto dell’interpretazione, e quindi, in ultima istanza, di ciò che nella storia dell’arte ha costituito il fondamento della pittura: il rapporto significante- significato. Il tema di questa mostra non sono le rappresentazioni date dalle immagini, bensì la rappresentazione in sé.
Bayly fornisce un contributo dal valore estremamente contemporaneo alla semiotica figurativa. Il suo processo va nella direzione di risolvere i vincoli formali della pittura, isolando la rappresentazione come un insieme di trasformazioni illimitate che avvengono all’interno di un supporto apparentemente limitato. Riconoscendo nella funzione rappresentativa un sistema caleidoscopico di relazioni, Bayly presenta la pittura come un medium che non ha limiti sia nella duttilità formale che nell’espansione concettuale.
Osservando la pittura come un mezzo capace di riflettere il carattere sfaccettato dell’esperienza e della pratica interpretativa, il lavoro di Bayly si dimostra fortemente aderente alla cultura contemporanea post-mediale, in cui le identità sono moltiplicate, il piano reale e quello virtuale si sovrappongono e la frammentazione delle prospettive si traduce nella frammentazione delle modalità in cui proiettiamo noi stessi sulla realtà per capirla.
Bayly riesce a farci vedere la pittura, tutta la pittura, sotto una nuova prospettiva: la più tradizionale delle pratiche artistiche è, in fin dei conti, quella più contemporanea.
Patrick Bayly è un giovane pittore figurativo americano. Nato a Charleston, West Virginia (USA) nel 1994, attualmente vive e lavora a New York. Nel mese di aprile 2021 ha completato il Master di Fine Arts in pittura alla School of the Arts, Columbia University. Nel 2018 si è laureato in pittura alla West Virginia University e ha frequentato la Skowhegan School of Painting and Sculpture (Madison, Maine, USA). Durante un periodo trascorso a Morgantown, West Virginia, Bayly ha fondato un collettivo artistico e nel 2019 ha preso parte a CRUSH, progetto curatoriale indipendente di base a New York e Amagansett (NY). Tra le recenti mostre personali: "like a lion, my hands and my feet", Steve Turner gallery (Los Angeles, USA) 2020; "Open Studio", The Diamond Shop, Morgantown (West Virginia, USA) 2018; "New American Paintings", West Virginia University Libraries, Morgantown (West Virginia, USA) 2017; "Icons", Monongalia Arts Center, Morgantown (West Virginia, USA) 2014. Tra le collettive: "Our World Two", Steve Turner, LA-online 2021; "Alone Together", Steve Turner, LA-online 2020; "Still Life", Drawer, NY - online 2020; "9999," Fireplace Projects, East Hampton, NY , 2019; "Figurative Approaches," East End Culture Club, South Hampton, NY 2019; "Aesthetically Functional Only," 1675 Broadway, NY, 2019; "Whams of Summer," Ki Smith Gallery, NY; "Who Are We Now? New Figurative Painting", The Diamond Shop, Morgantown, WV, 2017; "For Lease: Paintings, Sculpture, and Poetry by West Virginia Artists", Bushwick Open Studios, Brooklyn, NY, 2017; "Juried Student Show", Paul Mesaros Gallery, Morgantown, WV 2017; "Tamarack Best of West Virginia Juried Show", David L. Dickirson Fine Arts Gallery, Beckley, WV 2017.