Patrimonium Appiae. Depositi emersi
Al Casale di Santa Maria Nova al via la
mostra, tra 250 reperti archeologici inediti e arte
contemporanea.
Comunicato stampa
Il tesoro nascosto del Parco dell!Appia Antica aperto ai
cittadini e ai turisti di tutto il mondo. Da sabato 22 ottobre al 30
giugno 2023, nella sede di Santa Maria Nova (Villa dei Quintili), si
terrà la mostra archeologica "Patrimonium Appiae. Depositi emersi".
Saranno esposti oltre 250 reperti provenienti da contesti archeologici
delle vie Appia, Latina e Ardeatina, per lo più inediti e provenienti da
depositi, alcuni venuti alla luce durante scavi molto recenti. Non solo
gioielli, anfore, urne cinerarie, capitelli e vasi, ma anche spatoline,
ossa umane cremate, scheletri, monete medievali e antiche, come il
sesterzio di Marco Antonio per Lucilla, dadi da gioco d’età romana,
armi della Seconda Guerra Mondiale e bossoli dell’Ottocento.
Il nome della mostra – “Patrimonium Appiae” - è un chiaro
riferimento ai patrimonia, i vasti complessi territoriali gestiti dalla
Chiesa di Roma, raccolti e uniti dopo la caduta dell’Impero. Inoltre,
come sottolineano i curatori dell’esposizione Francesca Romana
Paolillo, Mara Pontisso e Stefano Roascio, con la scelta del titolo c’è
anche il desiderio di “evidenziare il vasto patrimonio archeologico e di
cultura materiale che il territorio ha restituito e il Parco custodisce”.
Ad accompagnare i ritrovamenti, numerosi saggi curati da autorevoli
studiosi per aiutare a riannodare i fili delle diverse testimonianze
archeologiche, in un corposo catalogo di oltre 600 pagine.
“Patrimonium Appiae. Depositi emersi” è il risultato di quasi un
secolo di lavoro di scavo, con le connesse attività di studio, ricerca e
tutela. La mostra, nel solco dell’archeologia globale, intende basarsi
su un!ottica di lungo periodo, priva di preclusioni cronologiche e
disciplinari e strettamente legata al territorio. E propone i contesti
archeologici che hanno restituito testimonianze materiali utili a
definire la storia degli insediamenti e delle frequentazioni della
campagna romana, a partire dalla preistoria e fino all’epoca
contemporanea, con il curioso nucleo di armi della Seconda Guerra
mondiale da Sette Bassi.
Un ruolo centrale nella mostra è giocato dalla sezione “Art Crossing.
Riattivare il genius loci”, a cura dei fondatori di Spazio Taverna
Ludovico Pratesi e Marco Bassan, che riunisce sei opere site specific
di artisti contemporanei (Flavio Favelli, Diego Miguel Mirabella, Lulù
Nuti, Giulio Bensasson, Alessandro Piangiamore e Namsal Siedlecki)
all’interno del Casale e nell’area archeologica adiacente. Realizzate in
collaborazione con gli archeologi del Parco, le opere degli artisti si
basano su un dialogo tra i linguaggi sperimentali dell’arte
contemporanea e il Genius Loci del sito, per invitare il pubblico ad
analizzare l’archeologia attraverso punti di vista inediti e originali,
secondo un modello di contaminazione tra passato e presente.
Art Crossing si iscrive all'interno di un programma più ampio di
incontro tra arte contemporanea e altri mondi portato avanti dal
progetto curatoriale Spazio Taverna. Quest’ultimo nasce con la
missione di interpretare la complessità di questo tempo, producendo
nuove narrazioni contemporanee, attraverso la riattivazione dei luoghi
e la contaminazione tra ambiti culturali diversi.