Patrizia Mussa – Intervallo / Photopastel
La fotografia contemporanea italiana torna protagonista alla Other Size Gallery di Milano con Patrizia Mussa di cui va in mostra un nucleo di opere selezionate dal progetto Photopastel, in cui l’autrice ritrae i luoghi più sontuosi del patrimonio culturale italiano.
Comunicato stampa
La fotografia contemporanea italiana torna protagonista alla Other Size Gallery di Milano con la mostra “Patrizia Mussa. Intervallo / Photopastel” a cura di Claudio Composti, in collaborazione con Paola Sosio Contemporary Art. La personale presenta dal 29 novembre 2022 al 20 gennaio 2023 circa quindici fotografie, alcune delle quali inedite, di grande e piccolo formato selezionate dal progetto Photopastel, in cui l’autrice ritrae i luoghi più sontuosi del patrimonio culturale italiano.
Ogni fotografia della serie è unica poiché l’artista interviene pittoricamente su ciascuna di esse: ogni scatto viene prima stampato e poi dipinto, in modo quasi impercettibile ma significativo, per trasformare il fermo-immagine di una realtà in una visione sottilmente onirica che la rende un luogo archetipico della nostra civiltà, un luogo che ha contribuito e contribuisce tuttora alla costituzione del nostro dna culturale.
I celebri siti del patrimonio culturale italiano da lei reinterpretati – tra cui il Teatro Farnese di Parma, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Scientifico Bibiena di Mantova, la Reggia di Venaria, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, tutti esposti nella mostra milanese – giungono a chi li osserva carichi di storia, come facenti parte di un flusso in continuo divenire, ma anche, allo stesso tempo – complici la luce, la nettezza delle linee e uno straniante pallore classicista – sospesi come in una pausa, in un intervallo immobile ed eterno: è il tempo dell’attesa, che è la cifra stessa dell’operare fotografico.
In questa serie, Patrizia Mussa crea un ritratto molto personale di luoghi che hanno segnato la storia dell'architettura e della cultura usando un linguaggio fotografico che sembra, a prima vista, di natura oggettivante, per l’uso della luce naturale, la visione frontale, il fuoco totale, l’attenzione a ogni particolare, che si inseriscono in una calibrata “narrativa”, razionale, cristallina, limpida e tagliente.
Tutto ciò vale però esclusivamente per la fotografia che sta alla base dell'opera finale e funge da supporto per uno slancio visivo capace di recuperare il senso di un'unicità che sembrava destinata a perire sotto i colpi della riproducibilità tecnica del medium. Se la fotografia rivela alcune realtà, l'intervento pittorico la rilegge e la riscopre attraverso un'operazione di maquillage che trasforma l'opera in una vera e propria immagine mentale.
A quei luoghi traboccanti di storie passate e in attesa di storie future, Mussa dedica una serie fotografica che va oltre ogni idea di “serie e “fotografia”.