Paul Fryer – Lo Spirito Vola
Il Gucci Museo di Firenze è lieto di annunciare Lo Spirito Vola di Paul Fryer, seconda esposizione d’arte contemporanea di opere appartenenti alla Collezione François Pinault. La mostra, curata da Francesca Amfitheatrof, presenta tre riflessioni dell’artista Paul Fryer su temi quali il trascendente, la moralità e la religione; saranno esposte le grandi opere Ophelia, Pietà (l’Impero senza fine) e Ecce Homo.
Comunicato stampa
Milano, 16 Marzo, 2012 - Il Gucci Museo di Firenze è lieto di annunciare Lo Spirito Vola di Paul Fryer, seconda esposizione d’arte contemporanea di opere appartenenti alla Collezione François Pinault. La mostra, curata da Francesca Amfitheatrof, presenta tre riflessioni dell’artista Paul Fryer su temi quali il trascendente, la moralità e la religione; saranno esposte le grandi opere Ophelia, Pietà (l’Impero senza fine) e Ecce Homo.
Paul Fryer crea opere d’arte iconoclastiche che attraversano i confini tra arte e scienza, proprio come le incantevoli e impegnative sculture figurative. Una delle opere più celebri dell’artista è probabilmente La Pietà, una statua in cera raffigurante Cristo seduto su di una sedia elettrica in scala 2/3. La figura di Cristo è senza vita, in una posa classica, la sedia non ha cinghie e l’esecuzione è conclusa. Questa raffigurazione di Cristo in scala ridotta innesca una catena di emozioni che lentamente invadono lo spettatore spingendolo a riflettere sulla condizione umana, dove violenza e dolore, preoccupazione e compassione coesistono.
Simbolo temibile di vergogna e castigo la croce acquisì solo secoli dopo la morte di Cristo il suo significato attuale divenendo l’emblema diffuso della santità Cristiana. La sedia elettrica, per contro, mantiene nel nostro immaginario tutto il potere e il fascino che la sua brutalità evoca. Raffigurando Cristo sottoposto a questa moderna forma di esecuzione, Paul Fryer riaccende il potere iconografico appartenuto un tempo al Cristo sulla croce.
Nella rappresentazione di Fryer, Ophelia galleggia in una teca di vetro rettangolare. Non ci sono fiori, Ophelia è sola e l’immagine familiare pre-raffaellita è abbandonata, lontana. E’ una ragazza realistica. Le dita del piede sinistro sono leggermente piegate; probabilmente il suo ultimo lieve movimento. I suoi capelli, capelli veri, fluttuano in una vasca di silicone traslucido. Le braccia sono distese a forma di croce. Gli occhi sono aperti e consentono allo spettatore di guardare al loro interno come se fosse invitato ad entrare nel mondo che verrà. Silenziosa e congelata per l’eternità, ha assunto una dimensione quasi spirituale, trascendendo lo status di vittima a cui è più familiarmente associata, sofferente a causa del suo amore ossessivo e irrequieto.
Ecce Homo è una scultura della collezione privata dell’artista. Un uovo nero fluttua al di sopra di un nido di spine, un miracolo sconcertante e intrigante. E’ la gravità a vincere questo misterioso spirito? O ascenderà in dimensioni più elevate, seguendo Cristo e Ophelia?
Spogliata della narrativa revisionistica, la visione di Paul Fryer è quella del realismo assoluto, che abbandona la confusione. E’ un’evocazione delle nostre incertezze e delle nostre ansie. Paul Fryer sfida la mitologia della nostra cultura.
Un documentario sulle opere di Paul Fryer, intitolato “Ascent into the Maelstrom” a cura di Simon Hitchman accompagnerà la mostra.