Paul Wallach – Momentality

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA LIA RUMMA
Via Vannella Gaetani 12 - 80121, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra sarà visitabile dal martedì al sabato, dalle 11:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 19:00

Vernissage
18/01/2024

ore 17.30

Artisti
Paul Wallach
Generi
arte contemporanea, personale

Nelle sue sculture, generalmente di piccole dimensioni, Paul Wallach (New York, 1960) usa diversi materiali: legno, gesso, tela, pittura, stringhe, metallo, talvolta vetro/specchio.

Comunicato stampa

La Galleria Lia Rumma di Napoli inaugura, giovedì 18 gennaio 2024, la prima mostra personale in Italia dell’artista statunitense Paul Wallach dal titolo “Momentality”.

Nelle sue sculture, generalmente di piccole dimensioni, Paul Wallach (New York, 1960) usa diversi materiali: legno, gesso, tela, pittura, stringhe, metallo, talvolta vetro/specchio. Spesso queste “sculture murali”, proiettano riflessi effimeri che rivelano rilievi dipinti e tracce di orizzonti astratti e delicate forme tridimensionali. In alcuni casi, le sculture sono sospese al muro con una corda o un filo e possono quindi essere percepite come disegni nello spazio.
Nelle parole dell'artista, la scultura deve: “affrontare profondamente l'effimero, il bisogno, la fragilità, l'utilità, la verità, l'ambiguità, il tempo, la luce, il colore, il luogo, lo spazio, la forma, la materia, il volume, il vuoto, l'autonomia, l'identità, l'assenza di gravità e tutte le sue infinite combinazioni".

Per la sua prima mostra in Italia l’artista presenta alla Galleria Lia Rumma di Napoli una selezione di lavori recenti, insieme ad alcuni storici.  Il titolo della personale, Momentality, come spiega l’artista: “E’ una parola che non esiste nel vocabolario. Ho messo insieme Momento e Monumentale e così facendo mi riferisco semplicemente alla monumentalità del momento. Il momento è ciò che può essere visto come insignificante, banale e allo stesso tempo ciò che definisce tutto. Poiché ciò che accade in questo momento, inevitabilmente, influenza tutto ciò che segue...il processo creativo e le opere risultanti ne sono un ottimo esempio”.
Momentality è anche il titolo-statement del lavoro allestito all’ingresso del percorso espositivo. È l’incipit trascritto in nero su di una piccola tavoletta in legno dipinta di bianco, attaccata al muro con un sottile filo di corda. Del resto, i titoli delle opere di Wallach sono sempre costruzioni meticolose. L’artista sceglie con cura il carattere tipografico, le maiuscole, la spaziatura, la punteggiatura. In un certo senso i titoli sono come scolpiti, emergono dalle stesse opere e stabiliscono un'equivalenza tra loro e gli oggetti. Come sosteneva il filosofo Gilles Deleuze, anche i concetti sono immagini, immagini di pensiero. Comprendere un concetto non è più difficile, né più facile che guardare un’immagine.
Le pareti che definiscono la galleria, lo spazio tra e intorno alle sculture si offrono a un intervallo meditativo. Come nel caso di s'effacée (2023), uno scampolo di calendario disegnato su carta e tela, che riposa su un piccolo davanzale di legno come riferimento alla mostra di Joseph Kosuth L’Ottava Investigazione (A.A.I.A.I.) proposizione 6 con cui Lia Rumma inaugurò la sua prima galleria nel 1971. Per Wallach l’opera è sempre la creazione di un nuovo spazio-tempo (anche se non si tratta di raccontare la storia in uno spazio e in un tempo determinati), per cui ogni lavoro è come una nuova sintassi, risultato del complesso dei rapporti intercorrenti tra i vari elementi compositivi e poetici.

Paul Wallach (New York, 1960) vive e lavora a Parigi. Dopo aver studiato Arte all’Università del Wisconsin e Arti Applicate all’Università di Boston, si è trasferito a Firenze dove ha vissuto e lavorato per un anno. Tornato in America, ha vinto una borsa di studio in Arti Visive finanziata dal Pennsylvania Council on the Arts ed ha partecipato a una residenza artistica con Mark di Suvero alla fine degli anni ’90. Al termine di questo progetto, Paul Wallach ha vissuto due anni a Düsseldorf per poi trasferirsi a Parigi nel 1994, dove ha continuato a sviluppare le sue sculture e i suoi oggetti da parete. Nel 1996 ha aderito al programma “Projekt Z: an Artist in Residence” a Salisburgo, Austria. Ha inoltre partecipato al concorso “World Trade Centre Memorial Competition” nel 2003 e nel 2007 ha preso parte al programma di residenza artistica del Josef and Anni Albers Foundation. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre, soprattutto in Francia e in America. Il capitalismo rampante e la globalizzazione dei mass media, nonché il boom dell’industria musicale e della moda hanno simboleggiato l’America degli anni ’80. All’epoca non ancora trentenne, Wallach ha vissuto quel turbolento periodo culturale, tuttavia egli rifiuta nella sua opera la cultura consumistica: i suoi lavori sono sobri, rigorosi e raffinati. Le sculture e gli oggetti da parete sono composti prevalentemente da materiali eterogenei ma sempre molto semplici, come il gesso, il legno, il vetro, la tela, la pittura e l’acciaio che l’artista collega fra di loro con cura per creare equilibrio. Il legno, spesso centrale nei suoi lavori, funge da meccanismo di sostegno per le strutture sospese. Wallach crea unità fra le sue opere e lo spazio circostante attraverso l’assenza: nelle sue strutture vuoti attentamente architettati consentono il libero movimento dello spazio dentro ed intorno alle sue opere così da sfocare il confine fra interno ed esterno. Molte istituzioni artistiche hanno ospitato mostre personali di Wallach, fra cui Musée d'Art Modern et Contemporain, St.Etienne, Domaine de Kerguehennec, Bignan, Museum Folkwang, Essen, e Gementenmuseum, L’Aia. Nel 2018 l’artista è stato invitato a creare una installazione per celebrare la chiusura del  Kunstprojekt Krauthügel, un ciclo artistico iniziato dalla Salzburg Foundation. L’installazione a quattro punte rimarrà in esposizione a Salisburgo fino alla fine del 2024.

On Thursday, January 18, 2024, Lia Rumma Gallery in Naples opens the first solo exhibition in Italy by American artist Paul Wallach, entitled Momentality.

In his sculptures, generally of small dimensions, Paul Wallach (New York, 1960) uses a variety of materials: wood, plaster, canvas, paint, string, metal, sometimes glass/mirror. Often these wall  sculptures cast ephemeral reflections that reveal painted reliefs and traces of  abstract horizons and delicate three-dimensional forms. In some cases the sculptures are suspended from the wall by string or wire and can thus be perceived as drawings in space.
In the artist's words: “Sculpture deals essentially with ephemerality, need, fragility, utility, truth, ambiguity, time, light, color, place, space, form, matter, volume, emptiness, autonomy, identity, weightlessness and all its infinite combinations".

For his first exhibition in Italy, the artist presents a selection of recent as well as some historical works. Referring to the title the artist explains: Momentality as a word does not as yet exist in the dictionary. I combined the words Moment and Monumental and in doing so, I simply refer to the monumentality of the moment. The moment being that which can be seen as insignificant, banal yet at the same time that which defines all of everything. As, that what happens in the moment, inevitably, effects all that follows. The creative process and the resulting oeuvres being prime examples.
Momentality is also the title and leitmotiv of the work at the gallery’s entrance, that opens the exhibition. It is the lettering transcribed in black on a small wooden tablet painted white, attached to the wall by string. After all, the titles of Wallach's works are always meticulous constructions. The artist carefully chooses fonts, use of capital letters, spacing, punctuation. In a sense, the titles are as if sculpted, emerging from the works themselves and establishing an equivalence between the objects and their titles. As philosopher Gilles Deleuze argued, concepts are also images, images of thought. Understanding a concept is no more difficult nor easier than looking at an image.
The defining walls of the gallery, the space between and around the sculptures open the stage for a meditative interval. As in the case of the work s'effacée (2023), a calendar remnant drawn on paper and canvas, which reposes on a small wooden ledge acting as a reference to Joseph Kosuth's exhibition "The Eighth Investigation (A.A.I.A.I.) Proposition 6" which opened Lia Rumma’s first gallery in 1971. For Wallach, the work is always the creation of a new space-time (even if it is not about the telling of a story in a given time, space or place). So each piece is like a new syntax, the result of the complex of intercurrent relationships between various poetic and compositional elements.

Paul Wallach was born in New York in 1960, he lives and works in Paris. He studied Art at the University of Wisconsin, and Applied Arts at the University of Boston, after which he moved to Florence for a year to live and work. On his return to America, he was awarded a fellowship in Visual Arts from Pennsylvania Council on the Arts, before participating in a residency with Mark di Suvero in the late 1990s. After completing his residency programme, Paul spent two years in Düsseldorf before moving to Paris in 1994, where he continued to develop his sculptures and wall objects. In 1996, he participated in Projekt Z: an Artist in Residence programme in Salzburg, Austria. He was a participant in the World Trade centre Memorial Competition in 2003 and more recently, in 2007, he was a recipient of the Josef and Anni Albers Foundation residency programme. His work has been shown in numerous exhibitions throughout his artistic career, particularly in France and America. Growing capitalism and global mass media epitomised America in the 1980s, together with a boom in the music and fashion industries. A young adult at the time, Wallach experienced this turbulent cultural period. However, he rejects consumerist culture in his oeuvre; his work is modest, focused and subtle. Wallach's sculptures and wall objects are primarily composed of diverse yet simple materials such as plaster, wood, glass, canvas, paint and steel, which are carefully interlinked to create balance. Wood is often central to Wallach's work, serving as the supporting mechanism for the suspended structures. Wallach creates unity between his work and their surrounding space through absence: carefully orchestrated gaps in his structures allows for the free movement of space within and around the works, which in turn blurs boundaries between inner and outer. Wallach has had several solo exhibitions in public institutions, including the Muse d'Art Modern et Contemporain, St. Etienne, the Domaine de Kerguehennec, Bignan, the Museum Folkwang, Essen, and the Gementenmuseum in the Hague. In 2018, Paul was invited to create an installation marking the closing of the Kunstprojekt Krauthügel an art cycle initiated by the Salzburg Foundation. The four-point installation will remain display in Salzburg until 2024.