Paulo Pasta – Settembre
In questa sua prima mostra individuale a Roma intitolata Settembre, Paulo Pasta, artista brasiliano e nipote di italiani, presenta nella Galleria Candido Portinari di Palazzo Pamphilj, sede dell’Ambasciata del Brasile in Italia, un insieme inedito di 16 dipinti astratti, olio su tela di differenti grandezze.
Comunicato stampa
In questa sua prima mostra individuale a Roma intitolata Settembre, Paulo Pasta, artista brasiliano e nipote di italiani, presenta nella Galleria Candido Portinari di Palazzo Pamphilj, sede dell’Ambasciata del Brasile in Italia, un insieme inedito di 16 dipinti astratti, olio su tela di differenti grandezze. I più grandi, come quello che dà il titolo alla mostra, hanno più di 2 metri di larghezza, mentre i più piccoli misurano 20 x 30 cm. Così come nella sua individuale presso la Galeria Millan di San Paolo nel novembre del 2015 (Há um fora dentro da gente e fora da gente um dentro – C’è un fuori dentro di noi e fuori di noi un dentro), i lavori sono caratterizzati da una intensa e ambigua atmosfera cromatica e da raffinate strutture geometriche, elementi che giustificano il ruolo da protagonista assunto da Paulo Pasta nella pittura contemporanea brasiliana.
Nelle tele astratte esibite presso l’Ambasciata del Brasile è possibile percepire una maggiore libertà rispetto ai lavori precedenti. Il contrasto cromatico è più intenso, i colori sono più luminosi e intraprendenti. Paulo Pasta non è un artista astratto nel senso puro del termine. Le sue forme sorgono necessariamente dal mondo, sono ispirate da piccoli dettagli, immagini catturate qua e là e poi rielaborate. Croci, ogive o pezzi di azulejo – la tipica piastrella di ceramica smaltata della tradizione iberica – sono temi ricorrenti nella sua produzione.
Tra le sue ricerche più recenti (la mostra riunisce solo opere del 2016) emerge, ad esempio, il tema ricorrente dell’Annunciazione. Valendosi delle diverse rappresentazioni dell’annunciazione dell’angelo alla Vergine Maria, nelle quali i due personaggi sono sempre separati da una colonna, Pasta ricrea uno spazio sintetico, benché scenico e con un leggero carattere tridimensionale a causa dell’uso inedito della linea diagonale nelle sue opere. Come una sorta di “preghiera”, la tela infonde pace a colui che la osserva con la necessaria attenzione.
Allo stesso modo, la tela Setembro (Settembre) richiama i colori emblematici della capitale italiana, tanto ricordata per i suoi templi dalle colonne marmoree e per gli edifici dai colori terrei. Un’altra forte influenza nella traiettoria di Pasta è quella dell’italiano Giorgio Morandi (1890-1964). Così come Paulo Pasta, suo “discepolo”, anche Morandi apprezzava le strutture geometriche e non usava colori primari, preferendo toni pastosi e con vari strati di tinta sovrapposta, fino a raggiungere i colori desiderati, ibridi e complessi.
Setembro, 2016, olio su tela, 200 x 230 cm
PAULO PASTA (Ariranha, Brasile, 1959) ha conseguito un dottorato in Arti Visive presso l’Università di San Paolo (USP), città dove vive e lavora. Nel 1988 ha ricevuto la Borsa Emile Eddé di Arti Plastiche del Museo di Arte Contemporanea della USP. Tra le recenti esposizioni a cui ha partecipato si ricordano le individuali nella Galeria Millan e Anexo Millan (San Paolo, 2015); nel SESC Belenzinho (San Paolo, 2014); nella Fondazione Iberê Camargo (Porto Alegre, 2013); nel Centro Universitario Maria Antonia (San Paolo, 2011); nel Centro Cultural Banco do Brasil (Rio de Janeiro, 2008); nella Pinacoteca dello Stato di San Paolo (2006), oltre alla partecipazione a collettive (come “Panorama dos Panoramas”, Museo di Arte Moderna di San Paolo, 2008) e a edizioni della Biennale di San Paolo, Mercosul e Cuenca. Come docente ha insegnato pittura nella Facoltà Santa Marcelina (1987-1999) e nella USP (2011-2012) nonché disegno presso l’Università Presbiteriana Mackenzie (1995-2002). Dal 1998 al 2012 è stato professore della Fondazione Armando Álvares Penteado (FAAP). Alcune sue opere appartengono alle collezioni della Pinacoteca di Stato di San Paolo, dei Musei di Arte Moderna di San Paolo e di Rio de Janeiro, del Museo di Arte Contemporanea dell’Università di San Paolo, del Museo di Belle Arti di Rio de Janeiro, della Colección Patricia Phelps de Cisneros e del Kunsthalle di Berlino.