PAV 2015. Progetto Arti Visive Festival Time in Jazz
Si tiene a Berchidda (OT), nell’ambito della ventottesima edizione del Festival Time in Jazz, diretto dal musicista e compositore Paolo Fresu, la consueta rassegna dedicata all’arte contemporanea.
Comunicato stampa
PAV – Progetto Arti Visive
a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu
Ali
1MOSTRE | PERFORMANCE | EVENTI
Centro Laber • 11 - 31 agosto
PPP Pier Paolo Pasolini - sulle ali della poesia
Pier Paolo Pasolini - fotografie di Dino Pedriali
Affabulazione – artisti contemporanei per Pasolini
Francesco Arena, Matteo Basilé, Peter Belyi, Alfredo Jaar
Frammenti corsari
parole e immagini dalla vita di un poeta
mostra documentaria
Partiture
parole e musiche di Pier Paolo Pasolini
Bird – Men Il volo delle immagini
rassegna di opere video dal cinema alla videoarte
a cura di Marco Senaldi
Feat.: Étienne-Jules Marey, Georges Méliès, Friedrich Wilhelm Murnau, Tina Cordero, Pippo Oriani, Guido Martina, Antonio Bueno, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Alejandro González Iñárritu, Stan Brakhage, Walerian Borowczyk, Chris Marker, Gino De Dominicis, Eija-Liisa Ahtila, Paolo Gioli, Lucia Veronesi
Piazza del Popolo • 12-15 agosto
Arte tra le note
scenografie d'artista per i concerti serali di Time in Jazz
Nelle vie del paese • 11 agosto – 16 agosto
Lavori in corso
interventi, performance, installazioni
PAV. Il Progetto Arti Visive del Festival Time in Jazz
2MOSTRE | ESPOSIZIONI | EVENTI
Si tiene dall'11 al 31 agosto a Berchidda (OT), nell'ambito della ventottesima edizione del Festival Time in Jazz, diretto dal musicista e compositore Paolo Fresu, la consueta rassegna dedicata all'arte contemporanea.
Mostre, eventi espositivi e performance, in luoghi e spazi differenti (spazi deputati o recuperati e prestati all'arte) raccolti sotto il marchio PAV, il Progetto Arti Visive di Time in Jazz curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, che giunge al diciottesimo anno di attività seguendo il tema di questa edizione del festival, ali, e offrendo una visione contemporanea, multiforme e trasversale del concetto del volo e della sfida.
Tra gli eventi in programma spicca la grande mostra sullo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori intellettuali del secondo dopoguerra, che il PAV di Time in Jazz propone in occasione del quarantennale della sua tragica morte.
La mostra, dal titolo PPP Pier Paolo Pasolini - sulle ali della poesia, articolata in quattro sezioni attorno alle intense immagini in bianco e nero scattate al maestro nel 1975 dal fotografo romano Dino Pedriali, gode del patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che commemora nel 2015, a quarant'anni dalla scomparsa, la figura di Pier Paolo Pasolini per la sua indiscutibile rilevanza intellettuale che lo pone tra i maggiori artisti italiani del XX secolo in qualità di scrittore, poeta, autore e regista cinematografico e teatrale.
• Pier Paolo Pasolini - fotografie di Dino Pedriali
In mostra oltre sessanta intensi ritratti, rigorosamente in bianco e nero, che dopo essere stati custoditi gelosamente per trentacinque anni, e dopo essere stati parzialmente esposti in una mostra tenutasi a Roma subito dopo il brutale assassinio, sono stati recentemente presentati al pubblico in una grande esposizione alla Triennale di Milano.
Le immagini, che secondo Pasolini avrebbero dovuto accompagnare il progetto del libro Petrolio (l'ultimo romanzo, incompiuto, pubblicato postumo nel 1992), sono state realizzate durante la seconda e la terza settimana di ottobre del 1975, dall'allora giovanissimo Dino Pedriali e rappresentano l'ultimo intenso e struggente ritratto, intimo e doloroso, del grande maestro, che sarebbe stato assassinato di lì a pochi giorni.
Una prima sessione fotografica ebbe luogo a Sabaudia, nello studio del poeta, intento al lavoro, per le strade della città, in automobile – la "mitica" Alfa 2000 – e a piedi. Una seconda sessione si tenne pochi giorni dopo nella casa immersa nella vegetazione che il poeta aveva fatto costruire ai piedi della Torre di Chia, vicino a Viterbo.
Qui Pasolini di nuovo scrive, disegna anche, poi dialoga silenziosamente con il fotografo, guarda in macchina, lo fissa, infine si spoglia e si muove per casa nudo, mentre Pedriali lo fotografa dall'esterno, attraverso le finestre, quasi a volersi nascondere in un gioco di presenza-assenza tra lui e Pasolini. A un tratto Pasolini si accorge di lui (o forse non lo vede più?) e sembra cercare qualcosa oltre i vetri, alzando le mani agli occhi per ripararsi dai riflessi.
Per Pasolini mettersi nudo forse poteva significare, come nei suoi film, esibizione di quello che si è, naturali e diretti, e insieme provocazione, esposizione a ogni rischio e scandalo (in quel momento stava scrivendo Petrolio, quasi sicuramente proprio su quei fogli che si vedono nelle fotografie di Chia). Per Pedriali questo incontro si trasformerà soprattutto in una sfida: diventare un grande fotografo di nudo maschile sarà per lui un obbligo per "salvare il Corpo Nudo di Pasolini", proteggerlo e consegnarlo intatto alla Storia.
Le foto sono state pubblicate integralmente nel volume Pier Paolo Pasolini. Fotografie di Dino Pedriali (Johan & Levi editore) un libro che non è solo una raccolta di fotografie ma una sorta di documento, di racconto, reso ancora più intenso, e tragico, dalla storia che lo accompagna.
Dino Pedriali nasce a Roma nel 1950 e inizia a lavorare nel mondo dell'arte con il gallerista torinese Anselmino. L'iniziazione alla fotografia arriverà grazie all'incontro con Man Ray negli anni Settanta. È autore di famosi servizi fotografici a Giacomo Manzù, Giorgio De Chirico, Federico Zeri, Alberto Moravia, Federico Fellini, Rudolf Nurejev, Andy Warhol e Man Ray. Rimasto fedele alla fotografia in bianco e nero, Pedriali ha fatto del nudo maschile il suo genere d'elezione, divenendone uno dei massimi esponenti. Achille Bonito Oliva ha recentemente omaggiato la carriera di Pedriali dedicandogli la copertina del volume La camera dello sguardo – Fotografi italiani.
• Affabulazione – artisti contemporanei per Pasolini
Francesco Arena, Matteo Basilé, Peter Belyi, Alfredo Jaar
La figura e l'opera di Pasolini hanno suscitato, da sempre, l'interesse di numerosi artisti contemporanei. Un interesse motivato, da una parte, dal fascino derivante sia dall'intensa radicalità e passionalità delle idee di Pasolini, sia dalla condivisione, da parte di tanti artisti, dell'irrinunciabile funzione trasformativa, politica, sociale e culturale, che Pasolini assegnava all'artista contemporaneo. "Un autore, quando è disinteressato e appassionato, è sempre una contestazione vivente - dice Pasolini in un'intervista televisiva - un autore, appena "apre bocca", contesta qualcosa al conformismo, a ciò che è ufficiale, a ciò che è statale, nazionale, a ciò che va bene per tutti. Non appena "apre bocca", un artista è impegnato. Perché il suo "aprire bocca" è scandaloso, sempre…".
Quattro artisti contemporanei, nella mostra di Berchidda, si confrontano sia con la figura di Pasolini che con le tematiche alla base del suo pensiero. Francesco Arena, sempre attento alle tematiche politiche del nostro passato recente, propone una scultura di bronzo, una riflessione sull'atroce delitto dell'Idroscalo di Ostia. Matteo Basilé propone invece due grandi ritratti femminili che, legati al tema del mondo "altro", raccontato da Pasolini nella famosa Profezia, diventano oggi particolarmente attuali nel proporre la dolorosa tematica della migrazione verso l'occidente. Il grande artista cileno Alfredo Jaar, particolarmente attratto dalle figure di Gramsci e Pasolini tanto da dedicare loro una numerosa serie di lavori, racconta Pasolini attraverso una straniante "commemorazione" dall'improbabile sapore filatelico. Dell'artista russo Peter Belyi, sarà invece esposta un'imponente e suggestiva scultura che rimanda alla rigida e sclerotizzata "lignificazione" della coscienza culturale contemporanea.
• Frammenti corsari parole e immagini dalla vita di un poeta
mostra documentaria
Frammenti Corsari è una grande mostra, che si articola sui quattro piani del Laber, orientandosi tra direttrici diverse, ma interdipendenti, della storia di Pasolini: la vita personale e la figura del poeta, la scrittura, il cinema.
La vita di Pasolini è evocata da materiali fotografici, quotidiani e riviste d'epoca, da filmati originali. Questi raccontano la sua storia, la famiglia, l'esclusivo rapporto con la madre, le amicizie, gli ambienti, fino alla cronaca della sua tragica morte.
La scrittura è raccontata, invece, dall'esposizione dei suoi libri, da quelli di poesia ai romanzi, fino a quelli di critica e saggistica. I libri, spesso prime edizioni, saranno consultabili e potranno essere sfogliati dai visitatori della mostra.
Ma la scrittura sarà anche raccontata da un ricco apparato audiovisivo attraverso numerosi filmati che raccontano il clima culturale dell'epoca, la passione politica, le battaglie sociali. Arricchiscono l'esposizione, anche in questo caso, riviste d'epoca con interventi dello scrittore.
La sezione del cinema si dipana, invece, attraverso frammenti dei film, i trailers di tutti i suoi film, da Accattone fino a Salò, filmati d'epoca con backstage dei diversi film, interviste sul cinema, filmati d'epoca con Totò, Citti e Davoli, proiezione di film-documentari di Pasolini meno noti al grande pubblico.
Una sezione a sé è rappresentata dall'esposizione dei manifesti e locandine originali di tutti i film del regista.
• Partiture. Parole e musiche di Pasolini
"Non vedo perché sia la musica che le parole delle canzonette non dovrebbero essere più belle. Un intervento di un poeta colto e magari raffinato non avrebbe niente di illecito. Anzi la sua opera sarebbe sollecitabile e raccomandabile. Personalmente non mi è mai capitato di scrivere versi per canzoni, non mi si è presentata l'occasione, credo che mi interesserebbe e mi divertirebbe applicare dei versi ad una bella musica, tango o samba che sia". Così Pasolini nel 1956 in qualche modo annunciava il suo ingresso nella musica nazionale. Di lì a poco nel 1960 scrive il testo del "Valzer della toppa", su musica di Piero Umiliani e voce di un'incantevole e acerba Laura Betti. E poi parole per Gabriella Ferri, Sergio Endrigo, fino alla canzone più bella scritta con Domenico Modugno nel 1967, "Cosa sono le nuvole", scritta per l'episodio del film "Capriccio all'italiana".
A questo si aggiunge l'interesse di Pasolini per la musica classica e l'utilizzo della stessa, da Bach ad Albinoni e tanto altro, per i suoi film, e le collaborazioni con Ennio Morricone e altri grandi compositori.
La sezione Partiture. Parole e musica di Pasolini presenta una selezione di musiche e testi per conoscere e approfondire lo stretto rapporto del poeta con il suono e con la musica.
Accanto alle grande mostra su Pierpaolo Pasolini, il PAV presenta anche una rassegna di opere video sul tema del volo e delle ali: Bird – Men. Il volo delle immagini, a cura di Marco Senaldi. Dal cinema alla videoarte, un excursus che parte dalle cronofotografie del primo pioniere della cinematografia Étienne-Jules Marey, alle aeropitture degli anni '30 di Oriani, Cordero e Martina e, attraverso le sperimentazioni di artisti quali Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, arriva ai videoartisti e i film-maker dei della nostra contemporaneità più recente.
Il critico Marco Senaldi, nel presentare la mostra scrive che "c'è una sorta di legame tra il volo e il cinema, o meglio, tra le immagini in movimento e il più libero dei movimenti, quello del volare. Non è un caso che il primo pioniere della cinematografia, il grande Étienne-Jules Marey, inventore della cronofotografia per lo studio della locomozione animale ed umana, abbia dedicato gran parte delle sue energie e delle sue invenzioni a cogliere la complessa dinamica del volo. Oggi, nell'epoca dei base jumpers, delle tute alari, o del lancio spaziale di Felix Baumgartner da 39.000 metri di quota, anche i videoartisti e i filmaker esplorano i significati più estremi e più riposti del sogno di volare, ma, come ci ricorda l'epopea di Patrick de Gayardon, lo sportivo francese pioniere del volo estremo, letteralmente "caduto in volo" nel 1998, l'antico mito di Icaro – ispiratore di tanta poesia e di tanta arte – è ancora in mezzo a noi."
Accanto ai progetti espositivi riuniti al Centro Laber, il PAV anche quest'anno presenta Lavori in corso, una serie d'interventi urbani, performance e progetti "site specific", tra le strade di Berchidda.
Come di consueto, alcuni artisti saranno presenti anche sul palco di piazza del Popolo con Arte tra le note, scenografie d'artista realizzate appositamente per i concerti serali del Festival.