Pellizza da Volpedo – Vecchio Mulino a Volpedo
Nel cuore di Milano, lungo la quinta architettonica ottocentesca di via Manzoni, s’inaugurano le Gallerie Maspes, il nuovo spazio espositivo dedicato all’arte del XIX secolo, diretto da Francesco Luigi Maspes. Sarà affidato a Giuseppe Pellizza da Volpedo il compito di celebrarne l’apertura.
Comunicato stampa
Nel cuore di Milano, lungo la quinta architettonica ottocentesca di via Manzoni, s’inaugurano le Gallerie Maspes, il nuovo spazio espositivo dedicato all’arte del XIX secolo, diretto da Francesco Luigi Maspes.
Sarà affidato a Giuseppe Pellizza da Volpedo il compito di celebrarne l’apertura: dall’11 aprile al 10 maggio 2014, verrà infatti presentato Vecchio Mulino, uno dei capolavori del maestro piemontese, realizzato nel 1903.
La mostra, col patrocinio della Commissione Europea, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano, del Comune di Volpedo, dell’Associazione Pellizza da Volpedo ONLUS, offrirà al pubblico l’occasione di ammirare una delle rare opere divisioniste dell’artista piemontese, rimasta per molti anni gelosamente custodita nella medesima collezione privata ed proposta per l’ultima volta al pubblico milanese nel 1970, in occasione della rassegna dedicata al Divisionismo allestita nel Palazzo della Permanente a Milano.
La grande rilevanza di questo capolavoro nel panorama artistico italiano ed europeo a cavallo tra ‘800 e ‘900 ha fatto sì che venisse selezionato per prendere parte, nel 1983-1984, all’esposizione dedicata alla pittura occidentale del XIX secolo organizzata in Giappone e, nel 1990, a quella sul Divisionismo italiano, a Palazzo delle Albere di Trento.
Sulla tela sono ritratte le forme del grande mulino, situato nel centro di Volpedo, e delle case adiacenti, con una lunga ombra che marca la profondità della strada.
Al divisionismo applicato rigorosamente sullo sfondo fa riscontro un più libero modo di trattare il primo piano con tonalità cromatiche ocra-rosate e con stesura più mossa e libera di marca impressionista.
Il Vecchio Mulino è stato recentemente sottoposto ad approfondite analisi diagnostiche e a un attento intervento di restauro, che ha riportato alla luce le originali e straordinarie cromie usate da Pellizza, riscoprendo così anche la minuziosa tecnica che ha permesso la complessa realizzazione della tela.
Verranno inoltre esposti i risultati e le immagini della relazione scientifica condotta da Gianluca Poldi, già autore di studi diagnostici sul celebre Quarto Stato, oggi al Museo del Novecento di Milano.
Accompagna l’iniziativa un catalogo, con l’introduzione di Francesco Luigi Maspes, i saggi di Aurora Scotti (autrice del catalogo generale di Pellizza da Volpedo), di Pierluigi Pernigotti, archivista dell’Associazione Pellizza da Volpedo Onlus, e le relazioni scientifiche di Gianluca Poldi ed Enrica Boschetti.
L’intero ricavato della vendita del volume (10 Euro) andrà a favore dell’Associazione Pellizza da Volpedo Onlus, per sostenere iniziative di valorizzazione e promozione dell’artista e della sua opera.
In occasione dell’inaugurazione, giovedì 10 aprile, alle ore 18.00, verrà presentato il primo numero di Pragmata, collana dedicata allo studio e approfondimento di singole importanti opere dell’Ottocento e Novecento, proposte al pubblico per la prima volta o dopo una lunga assenza dal circuito espositivo.
Note biografiche
Giuseppe Pellizza nasce il 28 luglio 1868 a Volpedo (AL). Nell’autunno del 1883 si trasferisce a Milano, dove visita spesso lo studio del pittore Giuseppe Puricelli. Nel gennaio dell’anno seguente si iscrive all’Accademia di Brera, dove frequenta i corsi di disegno, prospettiva e chiaroscuro, ottenendo varie segnalazioni e premi. Nel 1884, sempre a Milano, studia alla Scuola superiore d’arte e nel 1885 è presente per la prima volta all’annuale esposizione di Brera. L’anno seguente il giovane artista sperimenta l’acquaforte e la litografia alla Famiglia Artistica. Nel 1887 decide di recarsi a Roma all’Accademia di San Luca. Insoddisfatto del livello degli insegnanti accademici, nel gennaio 1888 si trasferisce a Firenze per seguire le lezioni di Giovanni Fattori all’Accademia di Belle Arti. Conosce Silvestro Lega e Telemaco Signorini, che lo portano a conoscere i principi della pittura di macchia e dello studio dal vero. Nel 1888 decide di frequentare l’Accademia Carrara di Bergamo dove segue gli insegnamenti di Cesare Tallone. Verso la fine del 1890 si reca a Genova per iscriversi all’Accademia Ligustica: al soggiorno genovese risale l’esecuzione di alcune marine eseguite tra Sturla e Quarto. L’ambiente però non lo soddisfa e, pertanto, decide di fare rientro definitivamente a Volpedo. Nel 1892 all’Esposizione Colombiana di Genova, dove vince la medaglia d’oro con la grande tela dal titolo Mammine, incontraNomellini, già seguace del Divisionismo, che lo incoraggia a seguire questa nuova tecnica pittorica al fine di conferire una maggiore luminosità alle sue opere. Tali incoraggiamenti sono ben accolti, al punto che nel 1893 inizia a sperimentare la tecnica divisionista. Nell’ultimo decennio dell’800 espone a Firenze, Milano, Venezia, Roma, Torino e San Pietroburgo e stringe amicizia con Segantini e Morbelli. Nel 1901, dopo aver partecipato alla IV Triennale di Milano, all’Esposizione Universale di Parigi ed essere stato premiato con la medaglia d’oro all’Esposizione di Monaco di Baviera, porta a compimento il quadro Il Quarto Stato. Il dipinto è inviato alla Quadriennale di Torino del 1902, senza però ottenere i riconoscimenti sperati. Nel 1906 espone alla Società Amatori e Cultori delle Belle Arti di Roma e all’Esposizione Internazionale di Milano. Nel febbraio 1907 muore il figlio terzogenito poco dopo essere nato. Al parto non sopravvive neanche la moglie Teresa. Provato nel profondo da tali perdite, il mattino del 14 giugno 1907 decide di togliersi la vita impiccandosi nel proprio studio di Volpedo.
Milano, marzo 2014