Pepe Cobo
SPAZIO 22 è felice di annunciare la sua prima collaborazione con Pepe Cobo, galleria che si è trasferita da poco a Lima, e che presenterà all’interno della sede espositiva di Viale Sabotino 22 una collettiva con lavori di Stephan Balkenhol Cristina Iglesias, Robert Mapplethorpe e Juan Muñoz.
Comunicato stampa
SPAZIO 22 è felice di annunciare la sua prima collaborazione con Pepe Cobo, galleria che si è trasferita da poco a Lima, e che presenterà all’interno della sede espositiva di Viale Sabotino 22 una collettiva con lavori di Stephan Balkenhol Cristina Iglesias, Robert Mapplethorpe e Juan Muñoz.
Stephan Balkenhol nasce a Fritzlar (Hessen) in Germania nel 1957.
Dopo aver terminato la sua formazione all'Accademia di Amburgo come allievo dello scultore minimalista tedesco Ulrich Rückriem, Balkenhol intuisce in modo chiaro la sua propensione all’utilizzo del legno che coniuga alla sua “necessità” di reinterpretare la figura umana.
L’artista tedesco si confronta con la scultura figurativa, sua vera e propria vocazione da oltre vent’anni. Dal legno, scolpito da un unico tronco e vivificato dal colore, prendono forma i suoi eroi quotidiani: uomini e donne comuni, che fuori da ogni mito e lontani da qualsiasi ideale di bellezza classica si confrontano con la realtà più “normale” senza che questo ne svilisca azioni e valore; così le sue creature appaiono sovra o sottodimensionate su piedistalli, che quasi ricordano l’audacia del vivere comune. Severe e immobili, le opere di Stephan Balkenhol appaiono icone ieratiche di un presente imprescrutabile.
Cristina Iglesias, durante l’intero arco della sua carriera, ha definito un vocabolario scultoreo unico, la costruzione di ambienti immersivi ed esperienziali che fanno riferimento e uniscono l'architettura, la letteratura e differenti influenze culturali. Attraverso un linguaggio delle forme architettoniche e naturali rese attraverso svariati materiali come la resina, il bronzo, l’acciaio inossidabile e la terracotta, si ridefinisce poeticamente ogni interpretazione logica di spazio per confondere interno ed esterno, organico ed artificiale.
Robert Mapplethorpe (New York, 4 novembre 1946 – Boston, 9 marzo 1989) è stato un fotografo statunitense.
La maggior parte delle sue foto è realizzata in studio. I suoi temi più comuni furono ritratti di celebrità (tra cui Andy Warhol, Deborah Harry, Patti Smith e Amanda Lear), soggetti sadomaso (che ritraevano da vicino e senza filtri la sottocultura omosessuale di New York di cui Mapplethorpe stesso faceva parte), e studi di nudo spesso maschili e omoerotici, con le notevoli eccezioni della serie di nudo femminile della culturista Lisa Lyon.
Juan Muñoz nasce a Madrid nel 1953. Secondo di sette fratelli, viene espulso da scuola all’età di dodici anni a causa del suo comportamento ribelle. Prosegue gli studi in diversi istituti scolastici e insieme al fratello Vicente prende lezioni private da Santiago Amón, influenza profondamente la formazione di Muñoz, introducendolo agli studi della letteratura moderna e delle avanguardie artistiche.
Nell’ottobre del 1970 Muñoz si trasferisce a Londra, dove soggiorna brevemente per poi partire per un viaggio in Europa, che lo porta anche in Svezia e in Italia prima di far nuovamente rientro nella capitale inglese. Qui approfondisce le sue conoscenze di storia dell’arte, frequentando assiduamente le sale della National Gallery e, grazie a una borsa di studio, la Central School of Art and Design (1976-1977) e successivamente il corso di incisione presso il Croydon College of Design and Technology (1978-1979). Sempre a Londra, nel 1980 incontra l’artista spagnola Cristina Iglesias, che diventerà sua moglie, anche lei presente in mostra con un lavoro scultoreo.
In questo periodo la sua produzione si esprime in opere di carattere performativo, come azioni estemporanee eseguite in ambienti urbani e documentazioni fotografiche ma progressivamente le sue ricerche lo portano ad avvicinarsi a Richard Long, Tony Cragg e Barry Flanagan, artisti interessati al supe- ramento dei canoni della scultura tradizionale.
La ricerca sulle relazioni tra lo spazio architettonico e l’individuo, alla base delle sue prime opere scultoree, torna in modo decisivo negli ultimi lavori dell’artista, che comprendono progetti su larga scala.