Peppe Postorino / Dario Romano
Mostra doppia personale.
Comunicato stampa
PEPPE POSTORINO: LA PERENTORIETÀ DI UN GESTO GENERATIVO
DARIO ROMANO E PEPPE POSTORINO: BIPERSONALE ALLA SOLIS ACADEMY
BRESCIA. Continua con successo l’attività espositiva alla Solis Academy di Brescia. Negli spazi di via
Indipendenza 31 si apre la mostra bipersonale di Dario Romano e Peppe Postorino.
L’inaugurazione è in programma sabato 1 ottobre alle ore 17,00 con la presentazione del critico
Simone Fappanni.
Tema centrale della rassegna è l’origine, che viene declinato in maniera molto diversa, e quindi
estremamente accattivante, dai protagonisti di questo nuovo evento. Non si tratta, quindi, di un
“confronto” su un soggetto particolare, quanto piuttosto una visione “a più sguardi” dello stesso
che, in quanto tale, consente di averne una percezione più ampia e diversificata.
L’allestimento propone opere di grande e medio formato, in cui emerge la costante ricerca
sperimentale dei protagonisti di questo appuntamento culturale che rientra nella linea progettuale
del team Solis che guarda sia a maestri ormai affermati dell’arte moderna, sia a talenti emergenti,
mediante un’accurata selezione dei pezzi da proporre al pubblico in una cornice particolare che
lega un elegante wine bar a una vera e propria galleria d’arte in cui opera un’azienda di artist
talent management. Questo concept consente sia agli appassionati ma anche a chi non frequenta
abitualmente eventi di questo genere di avvicinare l’arte contemporanea in maniera diretta.
Venendo alla mostra, secondo Fappanni, «Romano persegue una precisa poetica del sentire che
accosta il reale attraverso particolari immagini mimetiche. Esse fondono, in una sintesi perfetta,
quasi alchemica verrebbe da dire, significati e significanti, portando alla ribalta i vizi, tanti, e le
virtù, poche, dell’uomo contemporaneo. Un linguaggio mimetico che si fonda su un infinito
pantheon di animali dei quali viene rappresentata, spesso, la loro empatia, anche nei confronti
dell’uomo, oltre a quella connaturata spontaneità che ne individua l’essenza. Ecco allora il
richiamo di Romano a quella istintività primordiale, delle origini, che si riflette nei comportamenti
dei bambini, interlocutori primari degli animali, che proprio per la loro “innocenza” davanti alla
complessità problematica del mondo, possiedono una purezza che si traduce, nella ricerca di
Dario, in gesti e posture naturali, lontani anni luce da una certa becera, quanto inefficace solennità
dell’età adulta. Ma è anche, in certi tratti, il riflesso di un’invocazione al rispetto per il mondo
animale e per la sua purezza ancestrale».
Mentre per quanto riguarda Postorino, lo studioso fa osservare che l’artista «ci richiama alle
nostre origini attraverso un gesto perentorio. Non è un anacronismo, ma un’urgenza a cui tutti
dovremmo rispondere. E dovremmo farlo sinceramente. Perché l’artista ci conduce per mano,
senza remore o aprioristiche censure, all’interno di ciò che siamo o che vorremmo essere. Inutile
scomodare Erick Fromm e la sua dicotomia fra l’essere e l’apparire. Ormai l’epoca contemporanea
è solo apparenza ostentata a tutti i costi. Qui si tratta di seguire un segno primordiale perché è in
esso che possiamo, o forse dobbiamo, tornare per scoprire chi “realmente” siamo. Perché per
capire meglio noi stessi e il nostro esserci nel mondo, e questa volta vale davvero mutuare,
seppure per un istante, un linguaggio intenzionalmente heideggeriano, è necessario, se non
indispensabile, ripensare a noi stessi e da dove siamo venuti. Pena il farsi tristemente scorrere
addosso la vita. Ecco allora che gli artisti, e Postorino in primis, ci richiamano all’ordine. Un ordine
mentale che non è un mantra vuoto o accessibile soltanto a pochi iniziati. È un gesto generativo
che si carica di colori e umori, quelli dell’esistenza, che si caricano di una forza, vitale e vitalistica,
che ci aiuta guardare dentro noi stessi e ci interroga».