Percezioni D’Arte
Mostra degli artisti Luigi Magistrali e Giuseppe Kramer Badoni. Un viaggio per luoghi simbolici disparati, intrisi di archetipi nel quale si viene proiettati in un dialogo continuo con l’anima.
Comunicato stampa
Un viaggio per luoghi simbolici disparati, intrisi di archetipi nel
quale si viene proiettati in un dialogo continuo con l’anima. Lo
scenario di Percezioni d’Arte, un titolo felice che rappresenta il
lungo viaggio ma anche la nuova fase in cui gli artisti si trovano
attualmente, effettivamente alla ricerca di nuovi spazi da cui
ripartire, attraverso momenti di pausa e riflessione. Un tempo i luoghi
erano al centro dell'interesse del pittore, adesso l'uomo diventa così
ingombrante da non poter più essere ignorato e con il suo ego, il suo
dolore e la sua storia talmente grande invade la scena con un velo di
grigiore che indica la sua inquietudine, il passaggio attraverso una
dolorosa consapevolezza dei propri limiti e delle proprie terrene
possibilità. I protagonisti delle opere ricercano qualcosa, passano per
caso nella tela del pittore, filmati dal suo obiettivo, per riprenderne
i movimenti più spontanei e, a volte, nascosti.
Luigi Magistrali è nato a Milano, città in cui vive in una felice
fusione con la sua passione per l'arte, che da sempre lo accompagna e
alla quale sin da ragazzo si è dedicato con costanza. Una incessante
attività artistica che, sin dagli anni Ottanta, lo vede tra i
protagonisti dello scenario artistico contemporaneo. La sua produzione
artistica è un formidabile veicolo di dialogo e comunicazione, una
lacerante interpretazione della figura umana e squarci di paesaggio
sono i temi prediletti di questo pittore: “ Salvare l’umanità da sé
stessa” esplorando per ritrovare il senso dell’esistere. Crollate anche
le ultime certezze, distrutti gli ideali e logorate le ideologie, all’
uomo non resta che la via della Bellezza e della Fede in quei valori
imperituri e fondamentali capaci di riscaldare i cuori ed illuminare le
menti.
Giuseppe Kramer Badoni è nato a Francoforte sul Meno il 16/2/1938 ma
è vissuto sempre in Italia dove si laurea in ingegneria nel 1962 presso
il Politecnico di Milano.Durante gli studi coltiva la passione per il
disegno e la pittura, come del resto già fin da ragazzino. Nel tempo
libero riesce sempre a riunirsi con amici per dedicarsi all a pittura,
anche con la presenza e partecipazione del maestro Luiso Sturla.
Frequenta poi assiduamente i corsi di nudo condotti dal maestro Massimo
Zuppelli presso l’accademia di Brera.
L’arte di Giuseppe Kramer Badoni, denota un realismo-naturalistico,
guarda principalmente alla forma del corpo umano, nella sua entità
spaziale, rimette lo spazio della cosa figurata che acquista così un
valore paradigmatico di straordinaria emotività.
Variazioni sul tema della figura che si susseguono, portando lo
spettatore verso una continua sorpresa attraverso la quale si
percepisce l’identità della differenza.
TESTO CRITICO LUIGI MAGISTRALI
Un buco temporale rappresentato da una tela bianca è una ferita, ma
contemporaneamente un'apertura, un buco che lascia trasparire
trattenuti, spesso censurati, flussi nascosti.
Una testa indossa un telo che copre i sensi, è la censura delle
aperture più potenti: occhi, bocca, orecchie.;sensi, traspirano
nascosti, conservano un messaggio, dall'esterno all'interno e
dall'interno all'esterno, sono gli strumenti di persone che devono
comunicare.
Quando l'uomo nega fondamentali elementi di comunicazione tra
persone limitando la libertà umana diventa un mostro occluso e
disumanizzato. La comunicazione è il modo di stabilire relazioni con il
mondo, i rapporti composti sulla base di pensieri e parole, che si
traducono in azioni e quando sono contrastati, il corpo si ribella
violentemente, si auto-infligge una ferita, un taglio e si apre un
buco, un buco è una speranza attraverso la violenza, da cui, con
dolore insopportabile, la verità viene fuori, una luce geometrica, che
è la proiezione del tempo, che è un pensiero collettivo ostacolato
dalla censura.
Quando i mezzi di comunicazione sono sottratti il corpo perde la sua
libertà.Il corpo violato, costretto dalla gabbia in cui vive, trova
nella creazione di un buco temporale, un canale attraverso il quale
riesce a liberarsi.
L'azione del gesto libera dai vincoli, dalle pressioni che soffocano
la soggettività,facendo riemerge l’uomo nella sua fisicità". Il
velo/tela nega le regole della burocrazia delle convenzioni sociali, le
nasconde, le neutralizza in forma anonima,liberando la persona,
l'entità, l'identità e il corpo.
Assistiamo alla nascita dolorosa di una persona che respira per la
prima ,volta provocando una reazione violenta, liberando gli arti, e
con essi nuove sensazioni, sensi, sentimenti. Una volta che la nuova
identità viene rilasciata, triangoli di flusso luminoso privi di
pregiudizio escono di getto, emanado nuova energia. Il corpo è scosso
da spasmi incontrollabili e poi crolla esausto. Siamo in un debutto?
Siamo al momento della nascita simbolica del neonato che grida che
seguirà? Non lo sappiamo e staremo a vedere.