Percorsi del Novecento
Due maestri dell’Istituto d’Arte napoletano, artisti coevi di Venanzo Crocetti.
Comunicato stampa
“Percorsi del Novecento, ALBERTO CHIANCONE e LELIO GELLI: due maestri dell’Istituto d’Arte napoletano” artisti coevi di Venanzo Crocetti, martedì 3 novembre alle ore 18.00, Via Cassia, 492 – 00189 ROMA - 3 novembre – 28 novembre 2015 - catalogo Palombi Editori a cura di Francesco Tetro.
ALBERTO CHIANCONE (Porto Santostefano-GR, 1904-Napoli, 1988)
Pittore, allievo a Napoli di Lionello Balestrieri e di Francesco Galante, insegnò discipline pittoriche nell’Istituto d’Arte napoletano dal 1933 al 1976, dove formò numerosi artisti tra cui Guido Tatafiore, Giuseppe De Siato, Alfonso De Siena. Partecipò alle Biennali di Venezia (1934-1948), alle Quadriennali di Roma (1931-1959), alle Mostre d’Arte Italiana all’estero (Birmingham, Praga, Varsavia, Cracovia, Poznan, Bucarest, Sofia, Budapest, Berna), alle Mostre Internazionali di Barcellona (1929), Parigi (1937), al II Premio Bergamo (1940), alle Sindacali campane e nazionali (1929-1941), alle edizioni del Premio “Maggio di Bari”, del “Premio Michetti”, etc. Aperto alle nuove problematiche artistiche fu del Gruppo degli “Ostinati” (1928-1930), firmò il “Manifesto di un gruppo di pittori napoletani” (1935) e nel secondo dopoguerra fu tra i fondatori del “Gruppo Vomerese”. A Napoli eseguì affreschi alla Stazione Marittima, encausti alla Mostra d’Oltremare, vetrate al Palazzo dei Mutilati (1939-’40) e i pannelli circolari del nuovo soffitto del Teatrino di Corte nel Palazzo Reale (1951). Sue opere sono presenti nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nelle civiche Gallerie di Chieti, Latina, Maenza, Roma, Udine, presso il Museo del Novecento di Napoli, l’Accademia di Belle Arti di Firenze e la Collezione Salce di Treviso, etc. Sul tema della figura, i 32 dipinti esposti, testimoniano, dopo l’esperienza ‘900, il rinnovamento del ‘vero’ in chiave espressionista.
LELIO GELLI (Firenze, 1902-Napoli, 1975)
Scultore, allievo a Firenze di Libero Andreotti e poi suo assistente dal 1927 al 1933. Ha insegnato nell’Istituto d’Arte fiorentino di Porta Romana fino al 1938 e poi in quello napoletano fino al 1973. Ha partecipato alle Biennali veneziane e alle Quadriennali romane degli anni Trenta e Quaranta e ad altre importanti esposizioni nazionali ed internazionali (Parigi, Bruxelles, Vienna, Berlino, Dusseldorf, Budapest). Sue opere sono presenti nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nelle civiche Gallerie di Bagheria, Latina, Maenza, Milano, Roma, Torino, al MUSMA di Matera, presso la Comunità ebraica romana, e in altre prestigiose istituzioni museali. Dal 1931 al 1933 fu tra i sodali del fiorentino Premio dell’Antico Fattore, riferimento di intellettuali che gravitavano intorno alla figura del fondatore, il suo Maestro Libero Andreotti, partecipando anche ai lavori della giuria. Suo è il grande bassorilievo in pietra serena collocato nel 1953 sull’altare della Cappella dedicata ai Caduti nella Chiesa di S. Chiara a Napoli. Vengono qui esposti 27 ritratti realizzati tra il 1928 e il 1971, accompagnati da alcuni disegni. La scelta monotematica della Mostra sottolinea un filone peculiare della ricerca plastica di Lelio Gelli, con soggetti spesso svincolati da una committenza e da preoccupazioni di verosimiglianza, modelli scelti tra allievi, famigliari o conoscenti che ne avevano stimolato l’ispirazione.