perfettipietro – Werewolf
Una parola per innescare un magia, una luce parlante che genera immagini, storie, personaggi fantastici, piccole apparizioni.
Comunicato stampa
perfettipietro
Werewolf
a cura di Ilaria Monti
The next morning, I looked in the mirror and noticed that I was not a werewolf.
(Daniel Pinkwater, I Was A Second Grade Werewolf)
Una parola per innescare un magia, una luce parlante che genera immagini, storie, personaggi fantastici, piccole apparizioni.
Giocando con i meccanismi del linguaggio simbolico, verbale e visivo, perfettipietro costruisce vuoti e spazi mentali dove tutto ciò che può accadere è frutto dell’immaginazione, di ricordi d’infanzia distorti e sfumati, invocati come incantesimi per fermare il tempo.
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perfettipietro vive e lavora a Parma. Le sue opere nascono dall’incontro casuale con oggetti e materiali che suscitano in lui un'attrazione spontanea e talvolta incontrollata. Attraverso un compulsivo, maniacale e ordinato processo di accumulo, selezione e rielaborazione intuitiva di diversi riferimenti, l'artista genera un archivio di idee, ossessioni, simboli, riti infantili e vuoti emozionali da riempire, che si tramutano in opere (auto)ironiche ed evocative.
ENGLISH TEXT
perfettipietro
Werewolf
curated by Ilaria Monti
The next morning, I looked in the mirror and noticed that I was not a warewolf.
(Daniel Pinkwater, I Was A Second Grade Werewolf)
A word to make magic, a speaking light that creates images, tales, fantastic characters, little appearances. By playing with the symbolic functioning of verbal and visual language, perfettipietro builds mental voids and spaces where anything can solely happen in imagination, in twisted and fuzzy childhood memories invoked like spells to freeze time.
perfettipietro currently lives and works in Parma. With a conceptual approach to visual art, his works are often born out of a spontaneous - and sometimes uncontrolled - attraction to different objects and media he randomly bumps into. Through a compulsive, maniacal and rational process of accumulation, selection and intuitive re-elaboration of different references, the artist generates his own archive of ideas, obsessions, symbols, childish rituals and emotional voids to be filled, which eventually turns into (self-)ironic and evocative works.